di Marco CremonesiLa linea dell’estate di «riflessione». Telefonata con Berlusconi, asse anti cannabis e ius scholae Ostruzionismo «come la peggiore opposizione», «barricate», le «proveremo tutte». La Lega si prepara a boicottare «in ogni modo possibile» cannabis e ius scholae, i provvedimenti del «campo largo» che martedì dovrebbero arrivare alla Camera. Matteo Salvini, nel nuovo assetto di «leader d’ascolto» che si è autoimposto, questa mattina ha convocato i deputati per la seconda volta nel giro di un paio di settimane: per «stringere i bulloni» in vista della battaglia parlamentare, anche se poi è difficile che ci siano i tempi per un rapido passaggio in Senato. Ma attenzione: nonostante «l’assemblea permanente» nel partito nessuno, ma proprio nessuno, parla di ritirare il sostegno al governo qualora il voto andasse come si annuncia. Certo, il sentimento è quello enunciato da un deputato: «Se l’idea è che quando ci sono i numeri un provvedimento lo si approva alla faccia degli altri, forse è meglio che facciano da soli». E l’irritazione si manifesta anche nei confronti di Mario Draghi, che sui due temi non avrebbe esercitato una moral suasion nei confronti del «campo largo» (i leghisti ormai non parlano più di Pd e M5S, ormai fusi nel loro lessico). Ma la linea è quella per «un’estate di riflessione», spiega un salviniano, e «al di là della guerriglia parlamentare contro provvedimenti irricevibili, non dovrebbero esserci strappi». I leghisti potrebbero non essere da soli nella maggioranza. Ieri, infatti, il leader leghista ha sentito per telefono Silvio Berlusconi. Dopo essersi scambiati le preoccupazioni per le difficoltà dell’economia, il fondatore di Forza Italia avrebbe garantito a Salvini che il suo partito collaborerà alla battaglia: Berlusconi non è contrario in linea di principio allo ius scholae, ma — come già ha dichiarato — alle «provocazioni» della sinistra sì. Salvini ha assistito al «balletto» di Giuseppe Conte nei confronti del governo con «sorpresa» e anche irritazione: «Come è possibile perdere giornate intere su un decreto da molti miliardi come il dl Aiuti?», ha continuato a ripetere con tutti i suoi. Con qualche amarezza perché «noi passiamo sempre per i matti, ma non abbiamo mai tirato la corda come Conte e gli stellati». E c’è chi enumera le «mestolate amare» trangugiate, dalla quota 102 — passata mentre sullo sfondo di stagliava la partita per il Quirinale — ai balneari e persino alla liberalizzazione dei taxi. Di certo, le ultime settimane hanno fatto in qualche modo impallidire la distinzione tra «governisti» e «insofferenti» dell’esperienza di governo. Salvini ha riunito il partito più volte e ascoltato gli esponenti più in difficoltà per certe fughe in avanti: deputati e senatori, consiglieri regionali lombardi («Se qualcuno non è d’accordo, liberissimo di andare»), e i suoi stessi ministri. Ieri è stato il giorno di una lunga telefonata con Giancarlo Giorgetti durante la quale si legge in una nota del vicesegretario leghista, i due «hanno rinnovato e confermato, in questa delicata fase politica, che la Lega è compatta e prosegue nella linea decisa nel corso della riunione di lunedì scorso in via Bellerio nell’esclusivo interesse degli italiani e coerentemente con le battaglie del partito». Nei giorni scorsi, Salvini aveva pure convocato un «ufficio politico» con i governatori (un incontro chiesto da loro stessi), vicesegretari e capigruppo. Mentre ieri il partito ha annunciato il superamento del traguardo di 610 congressi cittadini, tra cui il 64% delle sezioni lombarde e il 39% di quelle venete. Salvini su un punto vuole che non ci siano dubbi: «Qualunque cosa accada, non succederà più che io annunci decisioni su cui il partito era d’accordo e poi mi volti e mi ritrovi da solo. Ora la faccia dovranno mettercela tutti». 6 luglio 2022 (modifica il 6 luglio 2022 | 22:32) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-07-06 20:32:00, La linea dell’estate di «riflessione». Telefonata con Berlusconi, asse anti cannabis e ius scholae, Marco Cremonesi