Letta: «C’è un allarme democratico». Così il segretario dem si appella al voto utile

di Maria Teresa Meli

«Con il 4% in più a noi destra sotto il 55% dei seggi», poi attacca il Rosatellum. La replica di Meloni: «Una legge elettorale che avevate imposto voi»

Il voto si avvicina e i toni si alzano. L’appello che Enrico Letta rivolge in video ai candidati del Pd alle politiche è netto e punta a convincere quella fetta di elettorato di sinistra che è ancora indecisa: «Voglio lanciare un allarme per la democrazia italiana». È la prima volta che il segretario dem è così esplicito e fa un atto d’accusa così forte nei confronti degli avversari politici. «Peso le parole, non voglio parlare a vanvera», prosegue il leader pd, come a dimostrare che non sta drammatizzando la situazione perché è in campagna elettorale e i pronostici sono favorevoli al centrodestra.

«Abbiamo 17 giorni — afferma Letta — per cambiare la storia del nostro Paese ed evitare che l’allarme per la democrazia italiana diventi realtà». Secondo il leader dem infatti «il Rosatellum con la riduzione dei parlamentari può creare scenari da incubo, come lo stravolgimento della Costituzione, un rischio per la democrazia». Un atto d’accusa, quello di Letta, a cui replica subito Giorgia Meloni: «Il Rosatellum pessima legge? Infatti è stato scritto e imposto dal Pd, con il voto contrario di FdI». Critico anche Renzi: «Letta conosceva la legge, la verità è che ha sbagliato alleanze».

Nel suo appello ai candidati il segretario dem osserva: «Ci sono tre percezioni sbagliate che si stanno diffondendo nel Paese». «La prima — spiega — è la vittoria annunciata della destra e quindi di conseguenza un clima da liberi tutti, di voto per chi mi pare, e così il rischio è che invece del voto utile ci sia il voto della superficialità». Nel mirino del leader pd ci sono Carlo Calenda e Giuseppe Conte: «I consensi a loro sono un aiuto alla destra». Piccata la replica del leader 5 Stelle: «È una mistificazione arrogante».

C’è poi, ad avviso di Letta, «una seconda percezione sbagliata: non governeranno, vinceranno ma non governeranno perché si squaglieranno e a quel punto rientrerà in gioco tutto, si rimescoleranno le carte in Parlamento, sarà una falsa partenza e poi tutto tornerà normale». «Percezione sbagliatissima — sottolinea il numero uno del Nazareno — perché con una vittoria larga della destra tutti quelli che sono al di fuori non avranno nessuna voce in capitolo».

Infine, la «terza percezione sbagliata — aggiunge Letta — è che tanto l’Europa alla fine ci salva, che non ci possono far fallire, che sistemeranno le cose loro». «Mi ricorda un po’ la Brexit», osserva il segretario pd, che aggiunge: «Non è che dopo ci salva qualcun altro. Sta a noi nella campagna elettorale salvare noi stessi e salvare l’Italia».

Letta parla ai candidati perché gli elettori indecisi intendano. È a loro che si rivolge quando afferma: «Un più 4% di voti dati a Calenda o a Conte e tolti al Pd daranno il 70% di seggi in Parlamento alla destra. Con il Rosatellum, infatti, il 43% dei voti assicura alla destra il 70% della rappresentanza parlamentare. Un 4% in più a noi significa invece tenere la destra sotto il 55%».

Dunque, per lo stesso segretario del Pd l’impresa è più che ardua. Secondo la valutazione del leader dem è che ci sono «60 collegi uninominali ballerini» per questa ragione il segretario insiste sul voto utile: «In quei collegi una crescita nostra consentirebbe di riportare la partita in una logica di contendibilità».

Dopo l’appello ai candidati, il comizio romano in piazza Santi Apostoli, luogo del cuore dell’Ulivo. Con Letta, Nicola Zingaretti, Elly Schlein e i candidati del Lazio. In piazza anche Dario Franceschini. E Letta chiuderà la campagna elettorale del Pd proprio a Roma, il 23, in piazza del Popolo.

6 settembre 2022 (modifica il 6 settembre 2022 | 22:12)

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