Il segretario del Pd: «Nessuna alleanza con i partiti che hanno fatto cadere il governo». Ma pesa il caso Sicilia, dove Pd e M5S hanno in programma primarie comuni. Calenda e + Europa pronti ad allearsi ROMA — Il giorno dopo nel Pd c’è poco spazio per voltarsi indietro. Il segretario Enrico Letta si è rimboccato le maniche ed è salito sul ring elettorale: ha cominciato di prima mattina citando Rocky, per sottolineare la metafora pugilistica: «È dai nostri occhi della tigre che gli elettori devono vedere la nostra volontà di vincere le elezioni». Erano le dieci quando a Montecitorio i parlamentari del Pd si trovavano nella sala del Mappamondo. Mario Draghi era appena uscito dalla Camera per andare al Colle, e al segretario dem la citazione della tigre deve essere sembrata di buon auspicio, visto che l’aveva usata prima delle elezioni amministrative di giugno. Dopo Montecitorio al Nazareno. A mezzogiorno Letta ha convocato la segreteria del partito allargata ai ministri e alle capogruppo di Camera e Senato Debora Serracchiani e Simona Malpezzi. Un monito all’assemblea: «Nelle prossime ore vi chiedo di essere presenti su tutti i media, con la massima vocalità, per raccontare la verità e chiarire chi ha lottato e chi è colpevole». Ma il monito lo ha rivolto per primo a se stesso. Dalla mattina alla sera il segretario Letta è stato un fiume in piena di dichiarazioni. Sulle agenzie italiane e alle tv estere, in prima serata anche al Tg3. Di nuovo la citazione dal film Rocky 3, questa volta per lanciare un nuovo campo di azione elettorale: «Difficilmente si potrà ricomporre con il M5s», l’esordio morbido per annunciare l’ipotesi del divorzio dai grillini. Che diventerà definitivo in tarda sera, quando a «In Onda» su La7, Letta decreterà: «Con i tre partiti che hanno fatto cadere il governo è impossibile qualsiasi alleanza». Il dado è tratto: «Nei prossimi giorni lanceremo la nostra proposta al Paese per essere vincenti alle elezioni. Vedremo chi ci starà». Il campo largo, pensato come alleanza con il M5s, si è trasformato in «mare aperto», per usare la definizione di Enrico Borghi, della segreteria del partito, per dire, appunto, che «c’è un mare aperto di italiani che decideranno se andare a votare o meno sulla base dell’offerta politica». C’è +Europa fra questi, e il sottosegretario Benedetto Della Vedova ha ammesso che sta pensando a un’alleanza con il Partito Democratico: «Decideremo insieme», dice e con questo lascerebbe intendere che potrebbe esserci anche il loro alleato Carlo Calenda di Azione. C’è però una questione siciliana ancora aperta sul campo largo. Domani a Palermo si andrà al voto alle primarie per le regionali e qui il Pd è alleato con il M5s. Un’alleanza pensata prima della crisi di governo, ovviamente, ma per la quale Davide Faraone, presidente dei senatori di Italia Viva non lesina critiche: «Voglio fare un appello agli amici del Pd: annullate le primarie!». La questione siciliana è un ostacolo ingombrante. Letta lo dribbla così: «Sulle primarie saranno i siciliani a decidere, siamo un partito federale. Ci sono territori in cui ci sono alleanze di un tipo o di un altro. Io sono molto rispettoso». Anche il ministro Lorenzo Guerini aveva dribblato: «Il voto sul governo è un totale cambio di paradigma che non può non avere un impatto. Ora però testa e cuore alle elezioni per vincerle». Sulle elezioni Lia Quartapelle ci ha già messo le mani. La responsabile Esteri della segreteria dem sta già lavorando sul voto: «Non c’è molto tempo da qui al 25 settembre. Per fortuna avevo iniziato già da qualche giorno a preparare le liste per gli elettori che non votano in Italia». È all’estero che Letta ha rivolto ieri numerosi messaggi. A cominciare da Bloomberg tv: «Io premier? Dipenderà dal voto degli italiani». E poi: «Il nostro programma? Spero che vinceremo e continueremo a portare avanti l’agenda Draghi». Con la Bbc l’affondo: «Credo che sia stata una vergogna, l’Italia tradita da quei partiti che non hanno votato la fiducia al governo e lo hanno fatto soltanto per interessi egoistici». Poi l’Ucraina: «Spero che l’Italia continui il sostegno, ma non è sicuro. Una ragione per cui Draghi ha chiesto la fiducia è perché alcuni partiti sono stati ambigui sull’invio delle armi e sulle sanzioni». 21 luglio 2022 (modifica il 21 luglio 2022 | 22:40) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-07-21 20:40:00, Il segretario del Pd: «Nessuna alleanza con i partiti che hanno fatto cadere il governo». Ma pesa il caso Sicilia, dove Pd e M5S hanno in programma primarie comuni. Calenda e + Europa pronti ad allearsi, Alessandra Arachi