Letta, il giorno delle intese. Sì di rossoverdi e Di Maio

di Alessandra Arachi Il segretario pd: con Verdi e Sinistra italiana accordo elettorale. Avranno il 15% dei seggi, ai dem il 56, il 25 ad Azione, il 4% a Ic Enrico Letta ha chiuso il cerchio delle alleanze. Due i patti elettorali di venerdì: con i Verdi e Sinistra italiana di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, e con Impegno civico di Luigi Di Maio e Bruno Tabacci. «Si volta pagina, ora si corre per convincere gli italiani», ha detto il segretario dem, mettendo fine alla giornata con una conferenza stampa con Di Maio e Tabacci. Una lunga giornata cominciata con un tweet del leader di Azione Carlo Calenda al mattino: «Vedo retroscena complicati». E un retweet di Fratoianni: «Assemblea Si, lavorare affinché accordo con Pd sia esteso anche M5S». E una domanda: «Cosa dice Letta?». «No a M5S, è una scelta di coerenza» risponderà il segretaro dem alla conferenza stampa con i suoi due nuovi alleati. «Abbiamo centrato questo accordo elettorale sulla questione dell’emergenza democratica e in difesa della Costituzione», la sua dichiarazione che diventerà il mantra della presentazione dell’intesa. Bonelli e Fratoianni, infatti, annuiscono e rilanciano. «Dobbiamo salvare il Paese dalla destra estrema che in Francia è alleata con Marine Le Pen e in Spagna con Vox e in Germania con Afd», dice il leader dei Verdi. Poi aggiunge: «Senza difesa della democrazia non si può fare nemmeno la lotta al cambiamento climatico. Una lotta prioritaria: quello che stiamo vivendo mette a rischio il futuro delle generazioni che verranno». E Fratoianni: «Sono fiero di questa intesa. Ora lavoriamo per combattere le diseguaglianze, la povertà, la marginalità, in difesa dell’occupazione». Quindi: «Non ci credo che gli italiani vogliono essere governati da una destra che vuole aumentare le diseguaglianze, abbattere i diritti. Che affronta il fenomeno migratorio con i blocchi navali, il razzismo, la xenofobia». Non è stato facile raggiungere questo accordo, tante le opposizioni di Calenda per la presenza di Bonelli e Fratoianni, e anche di Di Maio. Per questo la premessa del segretario dem era stata chiara: «L’intesa che abbiamo fatto martedì con Azione e +Europa per noi è decisiva, fondamentale, importante». Altra chiarezza, ripetuta più e più volte da Letta, Bonelli. E da Fratoianni: «Il nostro non è un accordo per un programma di governo. Abbiamo dichiarato che i nostri partiti si presentano con programmi reciprocamente. Con alcune priorità: la difesa della Costituzione e la volontà di batterci nei collegi uninominali contro la destra». Già, i collegi uninominali. In ogni incontro Letta ha dovuto mediare non poco sulla divisione dei collegi. Con Bonelli e Fratoianni è finita in un rapporto di 80 a 20 per il Pd. Con Calenda era finita 70 a 30. E a fine giornata con Di Maio si è conclusa con 92 a 8. Faticoso anche in questo caso stabilire il gioco di forze. E altrettanto più difficile calcolare le percentuali definitive dei collegi uninominali che, alla fine, dovrebbero dare — punto più punto meno — il 15% dei collegi totali ai Verdi e Sinistra italiana, il 25% a Calenda e Emma Bonino, il 56% al Pd, il 4% a Di Maio e Tabacci. Per questi ultimi ha sottolineato: «Il rapporto che lega Pd e Impegno civico è intenso. Siamo stati la parte di Parlamento e governo a sostegno dell’esecutivo». Poi ha spiegato: «Con Impegno civico si ragionerà sugli aspetti legati al diritto di tribuna, la lista prenderà le decisioni e ce le dirà». Soddisfatto il ministro degli Esteri Di Maio: «Ora le coalizioni sono definite e chiare. Siamo convinti di questa intesa, difendere l’agenda Draghi significa anche difendere dei risultati economici». E Tabacci ha dichiarato, convinto: «Si apre una campagna elettorale difficile e molto più contendibile di quello che si pensa». 6 agosto 2022 (modifica il 6 agosto 2022 | 22:04) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-08-06 20:04:00, Il segretario pd: con Verdi e Sinistra italiana accordo elettorale. Avranno il 15% dei seggi, ai dem il 56, il 25 ad Azione, il 4% a Ic, Alessandra Arachi

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