Letta-Meloni, scambio di accuse sulle alleanze estere

di Marco CremonesiLa leader di Fratelli d’Italia: Letta a Berlino non fa l’interesse nazionale. E spinge Vox in Spagna. Il segretario Pd: da lei una visione autarchica e provinciale dell’Europa MILANO — Giorgia Meloni tira la volata a Vox, il partito della destra spagnola. E la polemica, nella campagna elettorale forse più «internazionale» di sempre, si incendia. La leader di Fratelli d’Italia risponde alle domande di Efe, la principale agenzia al mondo in lingua spagnola. «Mi auguro che il centrodestra italiano guidato da FdI vinca le elezioni e che questo possa fare da apripista per qualcosa di simile anche in Spagna tra qualche mese». Interesse nazionale Vox appartiene ai Conservatori Europei (Ecr), lo stesso eurogruppo di cui è presidente Meloni: «Siamo legati da stima, amicizia e lealtà reciproca. Abbiamo sorriso del fatto che in Italia la sinistra usi Vox per attaccare FdI e in Spagna si usi FdI per attaccare Vox». Ma dopo che Fratelli d’Italia e Lega si sono sfilati dal voto contro l’Ungheria di Orbán, gli esteri diventano uno degli scenari della campagna elettorale italiana. Meloni attacca diritta Enrico Letta: «Ieri è andato in Germania a incontrare il cancelliere tedesco e i capi della Spd ed è tornato a Roma contento. Secondo voi Letta è andato in Germania a chiedere un tetto al gas? No, è andato a barattare l’interesse nazionale per il suo partito». Per la presidente di FdI «se a quattro giorni dal voto il leader della sinistra va da Scholz a chiedergli di dire che lui è meglio della Meloni, c’è un problema a difendere l’interesse nazionale». Le bollette Letta si dice «esterrefatto» per una reazione «totalmente sopra le righe» e spiega di essere andato in Germania «per aiutare l’Italia sulle bollette, perché la soluzione non è solo a casa nostra, va condivisa con altri». Che è poi il punto vero, secondo il segretario Pd, su cui si palesano le «due visioni differenti dell’Italia in Europa: le proposte e le soluzioni autarchiche e completamente provinciali della destra di Meloni non sono quelle giuste, c’è un’Italia come quella di Draghi che a Bruxelles conta e un’Italia che in Europa protesta». Controreplica: «I Paesi difendono i loro interessi, anche l’Italia dovrebbe farlo». Il sostegno a Vox ha nel frattempo suscitato una selva di reazioni a sinistra, mentre Giuseppe Conte ritiene che «l’idea che Salvini e Meloni hanno della democrazia li rende inidonei» a governare. Doppio peso Ma Meloni rilancia accusando gli avversari di utilizzare «due pesi e due misure». Perché FdI non ha «alcuna simpatia per i totalitarismi. Il problema è, piuttosto, quello della sinistra italiana che si è dissociata dal resto delle forze politiche europee rifiutandosi di condannare l’Unione Sovietica. Non capisco perché non chiediate conto a Letta di quei deputati del Pd che al parlamento europeo si sono rifiutati di condannare il totalitarismo comunista». Se Terzo polo deve essere, Carlo Calenda vuole interpretarlo fino in fondo. E nella polemica tra Meloni e Letta, lui randella tutti e due: «Meloni ha detto una cosa davvero molto grave perché Vox è veramente un partito neofascista. Non sono convinto che in Italia ci sia un allarme democratico, ma che Meloni non sia pronta per governare». Quanto al viaggio del segretario pd in Germania, «l’ho trovato sbagliato, andare in un Paese straniero a farsi mettere la mano sulla testa, come se l’Italia ne avesse bisogno». Apertura di Calenda al ministro leghista Giancarlo Giorgetti: «In un grande futuro partito repubblicano, è uno che prenderei, perché capace». Il no di Salvini Matteo Salvini ieri ha escluso «ruoli per Draghi o per tecnici, anche per rispetto nei confronti di Draghi», e ha riacceso i toni anti europeisti: «Dopo sette mesi, le sanzioni non hanno dato risultati. E in Europa c’è qualcuno che ci sta guadagnando, come l’Olanda, contro chi è in difficoltà, come l’Italia». Quindi, la promessa di reintrodurre «le Province con l’elezione diretta da parte dei cittadini». Per poi fare mea culpa sul Covid: «Tornassi indietro, non approverei quelle norme che hanno lasciato a casa poliziotti, medici, insegnanti e infermieri durante il Covid». Replica Letta: «Stiamo aspettando che Meloni e Salvini dicano chiaramente che appoggeranno le scelte» sui vaccini. Altrimenti, «vuol dire che da parte loro c’è un’ambiguità di fondo, la stessa di quando facevano discorsi No vax e No green pass». Il Corriere ha una newsletter dedicata alle elezioni: si intitola Diario Politico, è gratuita, e ci si iscrive qui 21 settembre 2022 (modifica il 21 settembre 2022 | 10:03) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-21 08:03:00, La leader di Fratelli d’Italia: Letta a Berlino non fa l’interesse nazionale. E spinge Vox in Spagna. Il segretario Pd: da lei una visione autarchica e provinciale dell’Europa, Marco Cremonesi

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