Il Pd tra voto utile e coperta corta

di Antonio Polito

A crescere sono le due forze politiche non in coalizione e più in competizione col Pd: Cinque Stelle e Calenda. L’opposto della polarizzazione

Per un po’ abbiamo tutti pensato che avrebbe funzionato, il «gioco a due» Meloni-Letta; in cui l’uno/a sceglieva l’altro/a come principale competitor, ma così facendo si legittimavano e si rafforzavano a vicenda nei rispettivi campi. E invece la prevista «polarizzazione» del voto, di cui ha bisogno soprattutto Letta, non si sta realizzando. Ieri infatti, per la prima volta dall’inizio della campagna elettorale, un sondaggio realizzato per Porta a Porta ha dato il Pd sotto la soglia psicologica del 20%. Se si considera che alle ultime elezioni politiche la percentuale ottenuta da Renzi, 18,8%, fu considerato un disastro, si tratterebbe del vice-disastro: il secondo peggior risultato di sempre nella storia di quel partito. Ma se anche il sondaggio fosse troppo pessimista, è chiaro che la linea «voto utile al Pd per fermare le destre» non ha finora dato grandi frutti. Al contrario, a crescere sono le due forze politiche non in coalizione e più in competizione col Pd: Cinque Stelle e Calenda. L’opposto della polarizzazione. Sembra piuttosto prevalere nell’elettorato, forse anche a causa del forte vantaggio del centrodestra che ha tolto suspence alla gara, un comportamento proporzionale.

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Così la coperta di Letta si è rivelata troppo corta. E il tentativo degli ultimi giorni di darsi un’immagine più «radicale», più «di sinistra», più «sociale», anche sotto la spinta della «compagnia dei giovani» guidata da Orlando e Provenzano, non sembra in grado di fermare la ripresa di Conte, che si atteggia sempre più a Mélenchon. Se vuoi un populista, voti un populista, dice la prima legge del populismo. E «l’avvocato del popolo», che fa gli incontri elettorali a Napoli con i percettori del reddito di cittadinanza, difficilmente può essere battuto su questo campo da Letta, politico fatto di un’altra pasta e alla guida di un partito che ha un’altra storia. Emblematico il caso dell’«autodafé» con cui il segretario ha messo al rogo il Jobs Act: l’elettorato che odiò quel provvedimento non può dimenticare oggi che lo fece il Pd; e l’elettorato che apprezzò quella svolta non può perdonare il Pd che oggi lo disfa.

8 settembre 2022 (modifica il 8 settembre 2022 | 07:09)

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, 2022-09-08 05:31:00, A crescere sono le due forze politiche non in coalizione e più in competizione col Pd: Cinque Stelle e Calenda. L’opposto della polarizzazione, Antonio Polito

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