Lettera ai miei studenti sul vero amore

Ragazzi,

Entrando in classe oggi non posso non rivolgere un pensiero a quello che è successo negli ultimi giorni nei confronti di Giulia Cecchettin. Non basta più un murales, un fiore, un minuto di silenzio.

Non basta.

Giulia Cecchettin poteva essere la vostra compagna di classe, la vostra amica del cuore, vostra madre, sorella, parente, conoscente. La mia collega, mia sorella, mia madre.

Allo stesso modo anche i Turetta, gli Impagnatiello vari potevano essere uno di voi.

Non sono mostri, non sono bestie, non sono affetti da patologie particolari. No, vivono dentro la normalità, dentro la quotidianità. Accanto ad ognuno di noi e anche dentro ognuno.

È per questo che mi rivolgo a voi studenti, uomini del domani: smettetela di pensare che l’amore sia questo. L’amore non uccide, l’amore è presenza, non l’annientamento, assenza, l’amore ti vuole felice, non sottoterra, l’amore non è privamento del sé, è incoraggiamento del sé.

L’amore non ti priva di uscire, di mettere una gonna più corta, di parlare con un amico al telefono, di VIVERE.

L’amore vive, si alimenta, si raddoppia, si moltiplica. Non sottrae e non divide.

L’amore è sempre un più, mai un meno.

Imparate a capire che un NO, È UN NO.

Un rifiuto non è motivo o giustificazione di massacro dell’altro.

Accettate la sconfitta. Imparate da essa.

Vivete, lasciate vivere e smettetela di uccidere.

Anche con le parole. Soprattutto con le parole.

Angela Penna

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