Lettera DS di Firenze: politica o educazione?

Continua a tenere banco la vicenda della lettera inviata dalla preside del liceo scientifico di Firenze “Leonardo Da Vinci” ai suoi studenti, che commentava la rissa tra sei membri del movimento giovanile di destra Azione Studentesca e alcuni studenti di un altro liceo fiorentino, il Michelangiolo. Lettera che il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara ha definito in un’intervista televisiva “del tutto impropria”. Nel frattempo l’appello di Priorità alla scuola in favore della dirigente scolastica ha superato a ieri sera le 115 mila firme.

Siamo andati a rivedere l’intervista: “La Preside associa la rissa a una politica del Governo (…), parla di ‘disgustoso rigurgito’ e lo associa anche a questo Governo eletto dagli italiani: le sembra possibile che una preside della scuola pubblica si esprima così?”. Il conduttore di Mattino Cinque, Francesco Vecchi, si rivolge così a Valditara, che – forse sentendosi direttamente chiamato in causa – risponde con durezza.

Ma la preside Annalisa Savino si riferiva al Governo Meloni quando ha scritto “Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé”? Oppure si rivolgeva a chi è stato protagonista degli atti di violenza e all’ideologia che potrebbe influenzarli? Ha rilievo comprenderlo perché il senso di quelle parole – senza entrare nel merito delle opinioni espresse – indubbiamente cambia. Ebbene, riferimenti diretti nella lettera non ve ne sono. La diretta interessata ha dichiarato di voler “evitare di alimentare ancora la già grande sovraesposizione mediatica”, segno che ciò che l’ha mossa non è stata la ricerca di notorietà.

In assenza di spiegazioni da parte della dirigente scolastica, segnaliamo allora che sul sito di Azione studentesca (movimento studentesco italiano nato nel 1996 dalle ceneri di “Fare Fronte” e guidato allora da una giovanissima Giorgia Meloni) in una pagina intitolata “SOGNA, COMBATTI, DISTINGUITI: PER VIVERE DAVVERO!”, si legge: “in nome del ‘politicamente corretto’, si impone la scuola asettica e incolore della ‘società liquida’, senza passato e senza Forma. Ma la custodia della nostra storia, consacrata con il sangue degli Eroi che hanno difeso la nostra Terra, non può essere cancellata da nessuna Riforma: è parte della nostra Tradizione, eterna ed immutabile”. E poi: “puoi scegliere di difendere la tua Terra, invasa da migliaia di immigrati che la faranno sprofondare nel caos multietnico; puoi scegliere di affermare un’identità, una storia e una Tradizione, ribadendo l’appartenenza al tuo popolo e alla tua Nazione”.

Insomma la lettera che la preside del “Leonardo Da Vinci” ha rivolto ai suoi studenti potrebbe essere molto meno legata alla cronaca politica e molto più al versante educativo, riferita non al Governo ma ai ragazzi che hanno fatto ricorso alla violenza, rispetto all’interpretazione che è stata data. Interpretazione che ha suscitato un innalzamento dei toni a partire dallo stesso ministro (che ha poi precisato di non aver annunciato sanzioni), tra l’indignazione dell’opposizione e la difesa d’ufficio di Valditara da parte dei partiti di governo con Lucio Malan (Fdi) che ha parlato di “indegni attacchi” e Alfredo Antoniozzi (Fdi) che prospetta “una futura candidatura politica” per la preside.

Più centrata ed equilibrata è apparsa la posizione del senatore di Forza Italia Mario Occhiuto, secondo il quale “Tutti gli episodi di violenza sono da condannare, sempre, da qualunque parte provengano. Chi usa la violenza ha torto anche quando vuole affermare un’idea giusta e condivisibile. Ha quindi fatto bene la Preside ad intervenire, la situazione lo richiedeva eccome. E poi in Italia fortunatamente c’è libertà di espressione”. Occhiuto, che è Segretario della Commissione istruzione del Senato, ha specificato all’ADN Kronos che “quello che la Preside ha scritto è giusto. Forse nell’occasione specifica avrebbe potuto sforzarsi di più per svelenire il clima limitando i riferimenti che potessero in qualche modo inasprire gli animi fortemente ideologizzati. E il Ministro infatti in qualche modo ha trovato inopportune (penso) alcune sottolineature contenute nella lettera in riferimento a quanto avvenuto. In ogni caso, a mio avviso, non è opportuno censurare né ovviamente sanzionare (cosa che infatti lo stesso Ministro ha subito smentito) una preside che si rivolge agli studenti dicendo cose sostanzialmente giuste anche se denotano un personale orientamento ideologico. D’altra parte – sottolinea – vale il medesimo ragionamento per ciò che dice il Ministro stesso“.

Frasi che hanno fatto storcere il naso a qualche collega di coalizione, ma che in realtà riconducono a proporzioni più appropriate la vicenda, sulla quale – va sottolineato – ha certamente avuto un effetto di amplificazione la stridente dissonanza tra la mancata condanna da parte di rappresentanti del centrodestra degli episodi di violenza di fronte ai licei fiorentini e le risentite critiche alla lettera della preside.

Quando si tratta di scuola e di educazione, non ci stanchiamo di ricordarlo, è bene che le contrapposizioni ideologiche siano tenute più lontane possibile.

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