L’ex manager di Lukoil Alexander Subbotin «morto avvelenato con il veleno di rospo durante la seduta da uno sciamano»

di Leonard Berberi

Alexander Subbotin era uno dei manager del colosso petrolifero Lukoil. La morte sarebbe stata causata dall’avvelenamento: si era sottoposto a un presunto «trattamento» a base di veleno di rospo

Ci mancavano soltanto gli sciamani ad arricchire l’elenco delle morti più o meno misteriose che sembrano colpire gli alti dirigenti (o ex) dei colossi energetici russi. Nel fine settimana, scrive il quotidiano Moscow Times, Alexander Subbotin, ex top manager del gruppo petrolifero Lukoil, è morto alle porte della capitale dopo un trattamento «non tradizionale». Subbotin si sarebbe recato con sua moglie da una coppia di sciamani a Mytishchi, a nord-est di Mosca, per curare «la dipendenza da alcol», raccontano alcuni giornali locali (altri parlano di «postumi da sbornia»). Gli sciamani avrebbero usato «veleno di rospo» da iniettare nelle ferite: dopo il vomito — è la convinzione di chi si sottopone a questa pratica — il sistema immunitario ne uscirebbe rafforzato. Il rito prevede che in parallelo proprio gli sciamani chiamino gli «spiriti» sacrificando alcuni galli e bagnandosi con il loro sangue.

Poco dopo le iniezioni però Subbotin avrebbe avuto «problemi cardiaci». Gli sciamani — proseguono i media russi — non avrebbero chiamato i soccorsi, ma somministrato un sedativo a base di erbe facendo riposare l’uomo nel seminterrato. Il dirigente è comunque morto. Sulle cause indaga già da domenica la polizia locale e non è chiaro se anche la moglie del dirigente si sia sottoposta allo stesso rito o si sia limitata ad assistere.

Subbotin — il cui patrimonio viene stimato in «diversi miliardi» — era membro del consiglio di amministrazione di Ooo Trading House Lukoil, filiale del gigante petrolifero. Poi è diventato proprietario di «New Transport Company» con sede a Vysotsk, a pochi chilometri dal confine con la Finlandia. La società è stata acquistata nel 2020 dal fratello Valery, ex vicepresidente per l’approvvigionamento e le vendite di petrolio di Lukoil e visto come successore del numero uno, Vagit Alekperov, che però il 21 aprile si è dimesso da Lukoil dopo oltre trent’anni alla guida. Proprio Alekperov a marzo aveva auspicato una «rapida fine» del conflitto in Ucraina.

Con Subbotin da inizio anno salgono ad almeno otto le morti sospette che hanno coinvolto i dirigenti russi. Il 30 gennaio, Leonid Shulman, capo del dipartimento logistico di Gazprom Invest, è stato trovato morto nel bagno di casa sua. Nella vasca — racconta la stampa locale — è stato trovato un biglietto in cui «il defunto lamentava un dolore insopportabile alla gamba rotta». Il 25 febbraio, Alexander Tyuyakov — che ha lavorato come vicedirettore nel dipartimento finanziario di Gazprom — secondo le autorità locali si sarebbe suicidato nel garage. Il 28 febbraio Mikhail Watford, oligarca russo di origine ucraina, è stato trovato impiccato nel garage della sua tenuta nel Surrey, nel Regno Unito, in modo «inspiegabile» secondo la polizia.

A fine marzo sono morti l’imprenditore Vasily Melnikov e la sua famiglia secondo il quotidiano russo Kommersant. Il 18 aprile a Mosca, Vladislav Avayev, ex vicepresidente di Gazprombank, è stato trovato senza vita nel suo appartamento assieme alla moglie Elena e alla figlia Maria di 13 anni. Tre giorni dopo nella villa a Lloret de Mar, in Spagna, sono stati trovati i corpi del top manager della Novatek, il secondo più grande produttore di gas naturale della Russia, Sergei Protosenja, della moglie e della figlia di 18 anni. Il 3 maggio Andrei Krukowski, direttore di un resort sciistico di proprietà di Gazprom, è morto «cadendo da una scogliera».

9 maggio 2022 (modifica il 9 maggio 2022 | 22:43)

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, 2022-05-09 20:37:00, Alexander Subbotin era uno dei manager del colosso petrolifero Lukoil. La morte sarebbe stata causata dall’avvelenamento: si era sottoposto a un presunto «trattamento» a base di veleno di rospo, Leonard Berberi

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