L’ex vicepresidente delle Pubbliche relazioni di Gazprombank è fuggito dalla Russia: «Combatto con l’Ucraina»

Igor Volobuev, uno dei vicepresidenti di Gazprombank, ha annunciato di essere fuggito dalla Russia: «Hanno tentato di uccidere i miei parenti e amici più cari. Sono tornato per difendere con le armi in mano la mia patria»

A volte dispiace dover rovinare una bella storia con la verità. Ma Igor Volobuev non è il numero 2 del colosso Gazprom Bank. Anche se la sua carica può trarre in inganno. Fino allo scorso marzo, è stato vicepresidente delle Pubbliche relazioni dell’istituto russo, che vanta 12 divisioni, a ognuna delle quali fanno capo un presidente e un vice di quello specifico settore, nessuno dei quali inserito nel Consiglio di amministrazione. Questo non toglie nulla al gesto del manager cinquantenne di origine ucraina, il cui nome al primo gennaio del 2020 non figurava nell’organigramma del board e dei vertici della banca, che lo scorso due marzo ha lasciato Mosca per raggiungere Kiev dove ora sostiene di essersi arruolato nell’esercito che combatte i soldati della cosiddetta «Operazione militare speciale», come scrive il Moscow Times riprendendo The Insider.

È stato lui stesso a rivelare la sua scelta di vita. In tre diverse interviste, molto differenti tra loro per i contenuti, rilasciate a due media ucraini e a un sito russo di informazione indipendente.

«Non potevo assistere senza reagire a quel che sta accadendo», ha detto Volobuev, nato a Akhtyrka, nella regione di Sumy, uno dei luoghi dove si è più combattuto, prima della ritirata dell’Armata rossa. «Hanno tentato di uccidere i miei parenti, i miei più cari amici. Mio padre ha vissuto in uno scantinato per un mese intero. Mi dicevano tutti che si vergognavano di me». Ha raccontato di essere stato licenziato dopo aver lasciato la Russia. A suo dire, l’incarico che ricopriva prima della partenza era quello di esperto delle pubbliche relazioni nella promozione degli asset industriali della banca, carica che ha ricoperto a partire dal 2016. Nei sedici anni precedenti aveva invece lavorato a Gazprom, l’azienda madre di cui per anni era stato «in buona sostanza capo del servizio stampa della società», ma senza mai ricoprire quel ruolo, almeno a livello ufficiale. Alla domanda su come è riuscito ad entrare in Ucraina a guerra già iniziata con il passaporto russo, Volobuev si è rifiutato di rispondere. «È tutta una storia a parte, un giorno spero di raccontarla. Fu molto complicato».

Afferma di essersi sempre sentito ucraino. «Sono tornato per difendere con le armi in mano la mia patria». Ci pensava almeno dal 2004, ma non aveva mai potuto farlo per ragioni di famiglia. Racconta che voleva tornare fin dal 2004, ma prima non lo poteva fare per ragioni di famiglia. Nel 2014, dopo l’annessione della Crimea, aveva tracciato una linea immaginaria nella sua testa. «Sarai andato a combattere se i carri armati russi fossero arrivati nella mia Akhtyrka».

Quel giorno è arrivato lo scorso 24 febbraio.

«Non potevo osservare da estraneo quello che la Russia sta facendo alla mia patria. Il mio arruolamento è come una penitenza, voglio cancellare il mio passato russo e restare in Ucraina fino alla vittoria… Non posso vivere una vita agiata a Mosca mentre mio padre e la mia gente rischia di essere uccisa. Non è solo Putin l’unico responsabile di questo crimine internazionale. È l’intero popolo russo. Anch’io, pur essendo di etnia ucraina ne sono responsabile. Ne provo vergogna e mi pentirò di questo per tutta la vita. Anzi la mia è una responsabilità doppia perché non sono un semplice russo, sono nato e vissuto qui in Ucraina per i miei primi 18 anni». Fino a qui la vicenda personale di Volobuev, che da questa mattina rimbalza sui canali della propaganda ucraina, esiste anche quella. Forse questo spiega l’enfasi posta sulla sua importanza in Gazprombank.

Ma anche se non era un vicepresidente effettivo, come lo intendiamo in Italia, l’ex dirigente dimostra di avere una certa conoscenza dei fatti. E la parte più interessante dello sfogo, sebbene anch’essa da prendere con le molle, riguarda l’oscuro fatto di cronaca che ha coinvolto il suo collega e coetaneo Vladislav Avayev, lui sì ex Primo vicepresidente di Gazprombank, morto suicida dopo aver ucciso la figlia e la moglie nella sua casa di Mosca . «Era il vice di Vladimir Riski, l’uomo che gestisce il portafoglio dei clienti di alto rango. Aveva accesso ai conti e ad informazioni riservate sui redditi di molte persone che gravitano intorno al Cremlino. L’omicidio-suicidio è una messinscena, è stato fatto fuori perché voleva andarsene e sapeva troppo. Tutte queste morti violente non sono casuali». Non aggiunge altro, Volobuev, facendo intendere di sapere anche altre cose che per ora non vuole rivelare. E così, anche la sua fuga diventa un piccolo mistero all’interno di un mistero ancora più grande. Alla fine di marzo, a fuggire dalla Russia era stato Anatolij Chubais, l’ex vicepremier di Eltsin.

27 aprile 2022 (modifica il 27 aprile 2022 | 16:03)

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, 2022-04-27 14:04:00, Igor Volobuev, uno dei vicepresidenti di Gazprombank, ha annunciato di essere fuggito dalla Russia: «Hanno tentato di uccidere i miei parenti e amici più cari. Sono tornato per difendere con le armi in mano la mia patria», Marco Imarisio

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