Le amare lezioni della morte di Tyre Nichols, picchiato a morte dagli agenti a Memphis

La tragedia di Memphis, la citt del Tennessee dove il 29enne afroamericano Tyre Nichols morto in seguito al brutale pestaggio di cinque poliziotti, ha suscitato sgomento (soprattutto dopo la diffusione delle riprese video dell’aggressione), ma le proteste non hanno raggiunto dimensioni neppure lontanamente paragonabili a quelle della primavera-estate 2020 dopo l’uccisione di George Floyd a Minneapolis.

La violenza dispiegata dagli agenti in quest’ultimo episodio di Memphis, la sofferenza e il terrore della vittima, non erano meno agghiaccianti del calvario di Floyd. Ma la reazione dell’America in queste ore molto diversa. Perch?

Nel determinare la differenza di atmosfera intervengono diversi fattori.

La capa della polizia di Memphis, Cerelyn Davis, una donna afroamericana, stata veloce nell’individuare e punire i responsabili (licenziati, incriminati, in attesa di processo).
I genitori di Tyre Nichols, pur sconvolti, hanno lanciato appelli alla non violenza.
Alla Casa Bianca c’ un democratico, Joe Biden, invece di Donald Trump.

Ma la spiegazione pi importante un’altra: i cinque poliziotti autori dell’arresto selvaggio sono tutti Black, come la loro vittima (e come, lo abbiamo visto, la capa della polizia).

Il New York Times, che ha sempre abbracciato la causa del movimento antirazzista Black Lives Matter, riconosce l’imbarazzo profondo: Il fatto che i cinque agenti incriminati per l’omicidio di Nichols sono Black rende pi complicata l’angoscia.

Per una dolorosa ironia della storia, il teatro di questa orribile esecuzione la stessa citt dove il 4 aprile 1968 fu assassinato nel Lorraine Motel il pastore Martin Luther King, leader del movimento per i diritti civili.

Questa ennesima tragedia della violenza americana racchiude molte lezioni dolorose, e costringe a fare i conti con alcuni stereotipi diffusi nella cultura dominante.

Il movimento Black Lives Matter, per esempio, fece leva sullo sdegno nazionale per l’uccisione di Floyd nel maggio 2020 e ottenne vari obiettivi. Sul piano culturale, riusc a dare un’enorme diffusione alla Critical Race Theory. Oggi insegnata in molte scuole e universit, questa dottrina vetero-marxista (con radici negli anni Sessanta) descrive l’America come una societ segnata da un razzismo sistemico, in cui tutte le istituzioni e le leggi recano sempre l’impronta dello schiavismo. La Critical Race Theory disprezza le conquiste di Martin Luther King considerandole alla stregua di diritti formali, scritti sulla carta, non sostanziali.

Sul piano politico, Black Lives Matter lanci una campagna di grande successo per de-fund the police, tagliare fondi alla polizia. I sindaci democratici delle maggiori metropoli americane abbracciarono quello slogan, da Bill de Blasio (New York) a Eric Garcetti (Los Angeles).

Nel frattempo Black Lives Matter aveva cavalcato proteste che, in alcuni casi, erano divenute violente: trasmettendo dunque il senso di una oggettiva saldatura tra il movimento e gang ed elementi di criminalit organizzata. Il risultato fu un grave peggioramento della sicurezza, e un aumento di omicidi, via via che le forze dell’ordine si ritiravano da certi quartieri o da intere citt. Ci fu anche – e dura tuttora – un crollo nel reclutamento di agenti, provocato sia dalla crescente insicurezza sia dalla delegittimazione diffusa di chi indossa la divisa.

Le circostanze della tragica morte di Nichols complicano l’angoscia, come scrive il New York Times, in quanto non si prestano a rilanciare la narrazione dominante sul razzismo sistemico delle forze dell’ordine, visto che i cinque agenti e la loro responsabile sono tutti Black. Costringono ad affrontare un tema tab, quello della cosiddetta violenza Black on Black, neri contro neri.

Nonostante l’immensa – e giustificata – pubblicit che viene riservata agli abusi commessi da poliziotti bianchi contro cittadini di colore, la stragrande maggioranza degli afroamericani che muoiono ammazzati sono vittime di altri Black. un’ecatombe continua, segnata da cause come il radicamento della criminalit in certe comunit, la diffusione delle armi, la violenza domestica, altre concause come tossicodipendenza, alcolismo, malattie mentali, una cultura della violenza che gode di complicit e collusioni vaste.

In questo senso il movimento Black Lives Matter ha sempre tradito il suo slogan: se veramente le vite dei neri contassero per i suoi militanti, ogni episodio di violenza Black on Black dovrebbe meritare attenzione, visibilit, e un tentativo di affrontarne le cause. Non passa una settimana senza che le cronache locali – per esempio nella citt dove abito, New York – riportino qualche vittima, bambini e adolescenti, di un regolamento di conti fra gang, o di una pallottola perduta. Ma questo stillicidio di vittime riceve meno attenzione perch l’assassino appartiene alla stessa comunit etnica e non si presta a rientrare nella categoria del razzismo sistemico.

La tragica morte di Nichols a Memphis riporta in primo piano anche la condizione delle forze dell’ordine. I cinque agenti Black incriminati per il feroce pestaggio facevano parte di un reparto speciale, detto Scorpions, la cui missione era contrastare l’escalation della criminalit nei quartieri degradati di Memphis. Il reparto Scorpions ora stato immediatamente dissolto dalla capa della polizia. Per capire in quali condizioni operino i poliziotti chiamati a lavorare in certe zone d’America, forse un lettore italiano pu aiutarsi pensando a certi quartieri dove comanda la criminalit organizzata — ad esempio, la camorra. Chi indossa la divisa un bersaglio: a meno che non dia prove di docilit, passivit e sottomissione ai poteri forti che l comandano.

I commandos che agiscono in terra nemica e rischiano la vita ogni giorno sono disposti a tutto. E chi finisce in quei commandos? forte la probabilit che si verifichi una selezione alla rovescia: in un’epoca in cui il clima culturale dominante disprezza i poliziotti, e il loro reclutamento crolla, chi ancora disposto a fare quel mestiere pu avere delle caratteristiche (psichiche o ideologiche) pericolosamente vicine a quelle dei delinquenti con cui si misura tutti i giorni.

Per fortuna la maggioranza dei poliziotti americani non sono n razzisti n violenti. Al loro interno per la percentuale di casi clinici rischia di essere cresciuta negli ultimi anni, in parallelo con la demonizzazione di chi deve far rispettare l’ordine. In questo clima culturale le lite hanno delle responsabilit. Gli stessi disseminatori della Critical Race Theory o dello slogan de-fund the police, da anni tollerano o addirittura corteggiano quel mondo del rap che dissemina tra gli adolescenti Black messaggi di una violenza inaudita, nonch un sessismo osceno, che verrebbe denunciato se venisse da altri soggetti.

La terribile morte di Tyre Nichols a Memphis sar servita a qualcosa solo se consentir di affrontare i tab e i dogmi dell’antirazzismo dominante da anni.

29 gennaio 2023, 18:47 – modifica il 29 gennaio 2023 | 18:47

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