Li Ying, dissidente a Milano: «Così ho rivelato al mondo le rivolte in Cina»

di Irene Soave

Chi Teacher Li, il trentenne che twitta dall’Italia i video proibiti in patria: Qui la gente libera e rilassata. Da noi no. Le pressioni sulla famiglia, la compagnia dei gatti: Non smetter

Riceve i video delle proteste in Cina, a migliaia, censurati dai social in patria. E a migliaia li ripubblica su Twitter da un account che la radio Londra — ma digitale e in mondovisione — delle proteste nelle citt cinesi contro le restrizioni anti-Covid e contro Xi.

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— ???????? (@whyyoutouzhele) December 11, 2022

Le immagini delle proteste hanno raggiunto il resto del mondo, non un’esagerazione, in larga parte grazie a lui. Twitta giorno e notte, con calma e pazienza che attinge dalla coscienza che gli eroi sono quelli in piazza. E lo fa dall’Italia, dove vive dal 2015. Con lui quattro gatti: Li Guolai (vieni), Dian Dian (un punto), Jiang Bao (scoppi la salsa, spiegazione criptica) e Da Mi (grande tesoro). Un suo ritratto del soriano Li Guolai l’avatar che ha reso famoso il suo account Twitter, @whyyoutouzhele, 850 mila follower che crescono di migliaia ogni giorno. Il suo nome online Teacher Li, o prof. Li; quello vero, svelato al mondo ieri dal Washington Post che lo ha fotografato alla scrivania nella sua casa di Milano, Li Ying: pittore, 30 anni, nato nel sud della Cina da un padre gi perseguitato sotto Mao. Diplomato in Belle arti a Carrara; artista italiano preferito Gianni Dess, diplomato in scenografia con Toti Scialoja e mio maestro. L’Italia mi ha dato un modo nuovo di guardare il mondo. Rilassata, libera. Le persone non sono sotto pressione come noi.

La pressione a cui si riferisce si riassume, ad esempio, cos: La polizia cinese ha scoperto il mio Twitter e sabato scorso hanno prima chiamato i miei genitori, poi li hanno visitati a mezzanotte. Li molestano chiedendo loro da chi sono pagato. Mio padre ha chiamato per dirmi di smettere: sono un artista, non dovrei fare politica.

Smetter?
No. Ora il mio account un simbolo della ricerca di libert di parola da parte dei cinesi. E poi vero, io non mi sarei occupato di queste cose. Disegnavo immagini romantiche. Ma la continua censura del governo nei miei, nei nostri riguardi soffocante. Durante la pandemia, sul social cinese Weibo, mi sono visto cancellare 52 account in due mesi. Alla fine la consideravo quasi performance art.

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Come ha cominciato?
Il 26 novembre qualcuno mi ha inoltrato un video: una folla scandiva “Xi Jinping, dimettiti!”. Con un po’ di imbarazzo dico che mi sono congelato. Online, ad esempio su Weibo, non se ne pronuncia neanche il nome. Poi ho ripostato. Da allora divulgo tutto quello che ricevo.

Riceve anche minacce?
Certo, e le ignoro.

Da quando ha iniziato la sua dissidenza?
Dall’inizio dell’epidemia. In Cina non ci sono giornali che riportano il malcontento popolare. Le persone devono difendersi da sole.

Ora il governo cinese ha allentato le politiche anti-Covid che erano contestate. Pensa che sia anche merito delle proteste?
Penso di s. Non perch a loro importi delle nostre vite, ma perch devono gestire la rabbia popolare. Questa la prima protesta nazionale in tre decenni. I cinesi sono molto moderati — ed anche per questo che stiamo come stiamo — e vederli scendere in piazza molto importante.

pi tornato in Cina?
Dal 2019 no. I biglietti per noi sono costosissimi. Ora per sono preoccupato anche qui. Ho letto che in Italia ci sono molti poliziotti cinesi e temo per la mia sicurezza. Non ho idea di come garantirla. Pensa che sia possibile che l’Italia possa espellerli? Altri Paesi in Europa lo fanno.

11 dicembre 2022 (modifica il 11 dicembre 2022 | 17:45)

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, 2022-12-11 16:45:00, Chi è Teacher Li, il trentenne che twitta dall’Italia i video proibiti in patria: «Qui la gente è libera e rilassata. Da noi no». Le pressioni sulla famiglia, la compagnia dei gatti: «Non smetterò», Irene Soave

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