In un periodo alquanto inconsueto, a metà febbraio, alcune scuole milanesi sono in grande fermento. I celebri licei del capoluogo lombardo Manzoni e Boccioni, il primo un classico e il secondo un artistico, sono stati occupati dagli studenti ieri, 13 febbraio, come riporta Ansa.
La settimana scorsa le scuole ad “aprire le danze” di questa ondata di occupazioni, che di solito ha termine a dicembre, sono stati l’istituto Severi Correnti e il liceo classico Tito Livio. Quali sono i motivi di questa agitazione studentesca?
Il Boccioni “tra muri che crollano e soffitti”
Al Boccioni l’occupazione, come riporta La Repubblica, arriva dopo un’assemblea svolta pochi giorni fa dai ragazzi, che si sono etichettati come “generazione ribelle in lotta per il futuro”, per “analizzare i problemi della scuola e cercare delle soluzioni, alzare delle proposte e collaborare per costruire una scuola futura” spiegano dal collettivo dell’istituto. Nonché per “analizzare le condizioni che hanno portato la nostra scuola come le altre al collasso, per raccogliere i pezzi e ricostruire una scuola distrutta a misura di student*, che ci formi come individui e non come parti di un sistema corrotto e fondato sulla meritocrazia”.
Nella scuola si stanno già svolgendo cineforum e collettivi su diversi temi: ‘Antispecism: l’abuso di potere sull’ecosistema’, anarchia in Italia e 41 bis, disturbi alimentari, prevenzione della violenza, crisi climatica. Nel pomeriggio, invece, sono previsti tornei di basket e pallavolo. “Gli student* si meritano una scuola che li rappresenti e in cui possano essere protagonisti effettivi nel loro percorso scolastico. Siamo contro questo modello di scuola, modello opprimente, anacronistico e reazionario”, scrive il Collettivo Boccioni su Instagram. Ma non è solo la scuola del merito nel mirino degli studenti, ma anche altre problematiche concrete.
“Tra muri che crollano e soffitti che mancano ci sembra sempre più lontana la prospettiva di una scuola migliore, più giusta e a forma di studente. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un susseguirsi di tragedie che testimoniano la decadenza di questo sistema scolastico. Dal fenomeno dei suicidi alle morti in alternanza scuola lavoro, troppi ragazzi hanno già pagato caro il prezzo di un sistema basato su meritocrazia e competizione”, scrivono ancora.
Il Manzoni e l’ansia di eccellere
Al Manzoni l’occupazione è stata votata dagli studenti riuniti in assemblea nella palestra dell’istituto. Già fitto il programma di incontri e collettivi. Si discuterà di salute mentale fra i giovani, ‘Rock & Roll: every picture tells a story’, piacere femminile e società, oltre che dei motivi stessi dell’occupazione, che arriva a poche settimane dalla diffusione dei risultati di un sondaggio sulla pressione psicologica a scuola. Secondo l’indagine (a cui ha partecipato oltre un terzo degli allievi) il 71,3 per cento degli studenti dell’istituto si sentite “sempre o spesso sotto pressione a causa del ritmo scolastico”, mentre il 59.4 per cento trova “il clima scolastico opprimente e soffocante”. Si protesta quindi per mettere sotto i riflettori, dicono gli studenti, “il disagio che ogni giorno viviamo all’interno delle mura della nostra scuola, il cui clima è il riflesso della situazione preoccupante che troviamo al di fuori”.
“Il Liceo Classico Manzoni non sta bene, vive in una continua apprensione volta alla valutazione e alla continua ricerca dell’eccellenza; purtroppo, però, questa realtà non si limita solamente alla nostra scuola, si tratta piuttosto di un problema strutturale, del quale il malessere scolastico è solo un riflesso. Assistiamo ora alle conseguenze di decenni di investimenti mancati e scelte politiche fallacee, lontane dalle reali necessità degli studenti. L’attuale Governo ha preferito agli investimenti economici e culturali per la scuola una politica volta ad accentuarne i caratteri meritocratici e valutativi, evidenziando le disuguaglianze tra noi studenti. Ne è esempio il nostro Ministro dell’Istruzione e del Merito, che, con il cambio di nome del proprio ministero ha alimentato e incentivato questo modello di scuola”, scrive il Collettivo Manzoni sempre su Instagram. I ragazzi intendono rimanere a scuola per più giorni: al mattino organizzano incontri e collettivi, al pomeriggio l’assemblea di gestione dell’occupazione oltre ad altre attività. Prevista anche l’apertura di un bar autogestito.
Presto altre occupazioni?
Si sta attivando un vero e proprio tam tam tra i collettivi delle varie scuole sui social: ieri è stato aperto un profilo su Instagram dal nome “Occupiamoci del Crem-Zappa”, che minaccia di occupare l’istituto Cremona-Zappa, sempre a Milano. Il Collettivo Indipendente del Liceo Volta, sempre nella città meneghina, appoggia l’occupazione degli istituti sopracitati. Già lo scorso settembre i ragazzi del Manzoni hanno proclamato un’occupazione all’indomani dei risultati delle elezioni 2022 che hanno visto vincere Giorgia Meloni.
Qualche settimana fa, alla fine di gennaio, era stato il turno del liceo Einstein di Torino, dove gli studenti, come riporta l’Agenzia Dire, hanno occupato contro “il modello scolastico disegnato dal ministro dell’Istruzione Valditara e contro il suo concetto di merito”. Lo scorso dicembre l’ondata di occupazioni ha invece interessato molte scuole della Capitale.
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