Lite sull’eredità Campari, chiesti 6 mesi per il presidente del gruppo  Luca Garavoglia

La frattura in una delle famiglie più in vista di Milano, con un patrimonio miliardario. La maggiore dei fratelli, Maddalena, accusa i due minori di averla esclusa dall’inventario dell’eredità della madre

Più che la pena pecuniaria da 45 mila euro che sostituisce 6 mesi di carcere, e che se mai dovesse essere condannato sarà sospesa dalla condizionale, ciò che deve oltremodo pesare su Luca Garavoglia è la richiesta stessa di condanna che chiude il primo atto del processo in cui il 53enne presidente del gruppo Campari, uno degli uomini più ricchi d’Italia con un patrimonio stimato in oltre 5 miliardi di dollari, è accusato di falso in una vicenda che ha quel sapore amaro che solo una guerra familiare per questioni ereditarie è in grado di lasciare.

Il denaro, tantissimo, sembra entrarci solo come pretesto in questa storia che ha creato una profonda e forse definitiva crepa all’interno una delle famiglie più in vista di Milano e che fonda le sue basi su antichi, profondi rancori tra gli eredi della Campari, uno dei marchi italiani di bevande tra i più conosciuti al mondo, e sulla esclusione di una delle due sorelle di Garavoglia dall’inventario dell’eredità della loro madre. Infatti, con la condanna di Luca Garavoglia per falso ideologico, il sostituto procuratore di Milano Stefano Civardi, ha chiesto anche 4 mesi di carcere, convertiti in 30 mila euro, per la sorella Alessandra, 859/a nella classifica Forbes con 4,1 miliardi di dollari, il loro zio Michele Magno e il loro procuratore Giovanni Berto, i quali hanno ottenuto il rito abbreviato e sono difesi dagli avvocati Paola Severino e Nerio Diodà, mentre per il notaio di Saronno (Varese) Carlo Munafò, assistito dall’ avvocato Ivano Fazio, che è accusato di omissione di atti d’ufficio, l’accusa ha chiesto il rinvio a giudizio.

Tutti i difensori hanno perorato l’assoluzione. L’altra sorella, Maddalena Garavoglia, la maggiore dei tre fratelli, è la parte lesa. Il suo legale, l’avvocato Giacomo Lunghini, ha chiesto che il risarcimento dei danni sia valutato in sede civile. Il gup ha rinviato il processo al prossimo 9 novembre per la decisione.

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5 ottobre 2022 (modifica il 6 ottobre 2022 | 07:35)

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