di Victor Erofeev
Lo scrittore russo: «L’invasione dell’Ucraina ha rivelato le radici ideologiche della Russia: siamo discendenti di una civiltà che deriva dall’Orda d’Oro e resta prigioniera di una fiaba. Qui esiste un sovrano, non lo Stato. Il nostro re odia la sconfitta. E, se si offende, tutto è possibile»
Victor Erofeev è uno scrittore russo («Il buon Stalin», Einaudi). L’ultimo suo libro, «Il grande Gopnik», è un romanzo tragicomico sui 20 anni di potere di Putin in uscita quest’anno per Msb Verlag. Proponiamo questo suo intervento ai lettori di Corriere.it come anticipazione dell’articolo pubblicato sul numero di 7 in edicola il 6 maggio. Le fotografie che abbiamo scelto per illustrare questa riflessione sulla guerra sono state scattate in Ucraina da fotoreporter di lungo corso in passato insigniti del premio Pulitzer
Nel 1523 Filoteo, il monaco ortodosso del monastero di Pskov, creò il concetto di Mosca Terza Roma. Dopo il crollo dell’Impero Romano e poi di Bisanzio, Mosca doveva prendere il posto della capitale mondiale, altrimenti sarebbe stata la fine del mondo. Le idee di Filoteo eccitano ancora oggi i nazionalisti russi e sono sempre presenti nei sogni e nelle azioni del Cremlino. Secondo me, però, il monaco di Pskov si sbagliava. Mosca non prese il posto della Terza Roma ma della seconda Orda d’Oro. Lo spietato giogo tartaro-mongolo travolse i principati russi del Medioevo. E i principi moscoviti, pavidi vassalli, furono infettati dalle idee dei loro dominatori. Quando, saturo del brutale governo dell’Orda, il regno moscovita si liberò dal giogo, divenne un fautore dell’autocrazia innescando modalità mostruose verso tutti i suoi sudditi, dai boiardi ai servi. Solo la devozione verso lo zar poteva far sperare in un’ascesa sociale, ma spesso nemmeno quella salvava da una fine cruenta.
L’operazione speciale parrebbe strana anche per Orwell
Questa crudeltà generalizzata ha scatenato il disprezzo per la vita, sia della propria che di quella degli altri, e ha posto le basi dell’esistenza intesa come un gioco superficiale. L’operazione in Ucraina, che in Russia è proibito chiamare guerra, cosa che parrebbe strana anche per Orwell, ha rivelato le radici ideologiche della Russia che è apparsa come un’entità isolata dall’Europa e con tradizioni anti-europee. L’Occidente è confuso: alcuni Paesi non capiscono proprio la Russia, altri si illudono di comprenderla. Per l’Occidente è un immenso Paese che ha dato origine a una grande cultura. Ma questa meravigliosa cultura, che è sopravvissuta all’arbitrarietà del potere, è solo una splendida escrescenza all’interno del corpo statale. Giudicare la Russia da Pushkin, Cechov, Kandisnky, Stravinsky è un enorme autoinganno. Siamo i discendenti di un’altra civiltà che non ha propriamente una storia ma deriva da un racconto fantastico.
In questa favola da Ivan il Terribile a Putin i ruoli sono stabili: cambiano solo gli attori. Il re tiranno vive nella sua realtà che è diversa da quella di tutti gli altri. La fiaba mostra chiaramente che in Russia esiste un sovrano, ma non uno Stato. Nel suo regno, solo il re è libero nelle sue azioni. Nei racconti popolari ci sono gli eroi, c’è Baba Yaga che divora i bambini piccoli, ci sono Koshey l’immortale e poi il protagonista di molte storie, Ivan lo Scemo. Quest’ultimo, normalmente un eroe positivo, disprezza l’approccio razionale e in uno dei racconti esce di casa mettendo a ferro e fuoco ciò che incontra, schiaccia senza pietà i civili. Vi ricorda qualcosa? No? Penso alle colonne di carri armati che hanno raggiunto l’Ucraina…
«LE SANZIONI NON TOCCANO LA GENTE COMUNE… IL POPOLO RUSSO CREDE NELLA SUA ESCLUSIVITÀ, CUSTODISCE NEL SUBCONSCIO QUELL’IDEA DI MOSCA COME LA TERZA ROMA»
A Mosca tutto bene
Nella guerra in Ucraina ci troviamo di fronte a una doppia apocalisse. La civiltà russa si considera un faro di luce che combatte contro le forze del male. La Tv parla di questa lotta tutto il giorno. La maggior parte dei russi appartiene a questa tradizione e non si preoccupa della guerra. Passeggiando per le strade di Mosca, è difficile credere che nel Paese vicino sia in corso una guerra sanguinosa. Tutti sembrano ebbri di pace. Ridono, fumano, si godono la primavera. Loro chi sono? I miei vicini, colleghi di lavoro, amici che si sono consegnati alle autorità e non vogliono pensare da soli. In uno studio dentistico di Mosca comunico a due ragazze della reception che Riga è piena di bandiere ucraine: «Che incubo», dicono all’unisono. «Quando isseremo la bandiera russa a Kharkiv tutto finirà». Certo, ci sono i manifestanti. L’altro giorno una ragazza era sul ponte della cattedrale con un cartello: «Non uccidere». La polizia ci ha pensato e ripensato e poi l’ha arrestata. Ma aspetta, direte, l’Occidente con le sue sanzioni così severe e senza precedenti impone ai russi una vita durissima: aumento dei prezzi, carenza di zucchero, restrizioni sui viaggi all’estero… Ma alla gente comune non interessa. Piantano patate e cavoli, pomodori e cetrioli. La maggior parte non ha un passaporto e non ha mai visto un dollaro o un euro. Il popolo russo crede nella sua esclusività, custodisce nel subconscio quell’idea di Mosca come la Terza Roma.
LA VOCE DELL’APOCALISSE RUSSA RECITA: «CHI SOSTIENE QUESTI NAZISTI INVISIBILI? L’EUROPA! E L’AMERICA? ANCHE! E IL GIAPPONE? PERSINO LUI! E ISRAELE? PURE! MA PERCHÉ TUTTI APPOGGIANO I NEONAZISTI A KIEV? È PERCHÉ SONO TUTTI RUSSOFOBI !»
La fine del tunnel
Ci sono state le terribili esecuzioni di Bucha e Mariupol. Ricordo bene quella graziosa città portuale. Guardare le sue rovine è insopportabile. La propaganda russa, in tutta serietà, liquida questi eventi come messe in scena. I propagandisti di Putin negano l’ovvio con indifferenza o indignazione. Hanno cominciato asserendo che Zelensky è un clown senza potere comperato dai neonazisti ucraini. Noi abbiamo un buon rapporto con gli ebrei, dicono alla tv, ma un ebreo che si vende ai nazisti è una vergogna. E chi sostiene questi nazisti invisibili? L’Europa! E l’America? Anche! E il Giappone? Persino lui! E Israele? Pure! Ma perché tutti appoggiano i neonazisti a Kiev? È perché sono tutti russofobi! Odiano il nostro Paese e vogliono distruggerlo per dividersi le nostre ricchezze. Questa è la voce dell’apocalisse russa. Riferisce anche che gli ucraini castrano i soldati russi fatti prigionieri e tagliano loro le orecchie.
Le due apocalissi sono rette parallele
L’altro aspetto dell’apocalisse è la lotta tra la luce dell’Ucraina e dell’Occidente contro le forze dell’oscurità del mondo russo. Le due apocalissi sono rette parallele che corrono all’infinito. I negoziati tra due apocalissi parallele sono uno strano fenomeno. Quali soluzioni della guerra si possono prevedere? La prima è l’uscita dall’arena del comandante in capo, il presidente russo. Tutti i nemici gli augurano una rapida scomparsa. È difficile da credere: lui è ben protetto, il suo bunker è una delle meraviglie del mondo. La seconda opzione è che i russi formino un passaggio lungo la costa del Mar d’Azov fino alla Crimea, conquistino parte dell’Ucraina orientale, quella che chiamano Nuova Russia, e che si congeli il conflitto. In questo caso il confine tra l’Ucraina e la Russia sarà marcio e sanguinerà per molti anni. La terza via d’uscita è spingere l’esercito russo fuori dall’Ucraina. Tuttavia questa eventualità non porterà a una vittoria, ma all’offensiva definitiva di Putin. Lui non sopporta la sconfitta. È ossessionato dalla vittoria.
«L’UNITÀ DELL’OCCIDENTE È ANCORA PIÙ FRAGILE DELL’ECONOMIA RUSSA CADUTA SOTTO LE SANZIONI. DOVREMO TUTTI SOPRAVVIVERE NEL MONDO STRANO, EGOISTA E CODARDO DELL’EUROPA. E LA RUSSIA RACCOGLIERÀ PATATE»
Il rischio delle armi nucleari tattiche
Gli si può far passare una campagna militare disastrosa, che avrebbe dovuto durare pochi giorni se non ore, come un trionfo, poiché l’Ucraina ha abbandonato la Nato, ha accettato la smilitarizzazione e persino la denazificazione mistica. Ma se Putin non cede a una vittoria condizionale e si offende, allora alla fine del tunnel militare si verificherà un’esplosione nucleare. Armi nucleari tattiche. Un ordine di grandezza meno distruttivo che a Hiroshima. Ma dove sganciare la bomba atomica? Perché non a Kiev? Sì, ma dopotutto il popolo russo chiama Kiev la madre di tutte le città russe. E allora? Era una madre ed è diventata una matrigna. Sgancia la bomba. Distruggi questo governo insieme al clown Zelensky! E dopo? Come reagirà l’Occidente alla bomba atomica di Mosca? Per la paura farà una brutta figura? Inizieranno trattative segrete per evitare che ci sia una seconda bomba? Questi negoziati però non saranno ovviamente con gli ucraini, ma sopra le loro teste con gli americani. E il mondo verrà coperto di ceneri nucleari.
Gli errori fatali
Il presidente Zelensky ha fatto di tutto per fare dell’Ucraina uno Stato europeo. Ha trasformato gli ucraini da popolo post-sovietico in una nazione unita. E come saremo trattati noi russi dopo la guerra? L’Ucraina, Paese fraterno che confina con la Russia, è diventato il male assoluto. Chi potrebbe crederci! Perché bombardate? Per demoralizzare la popolazione e costringerla a una pace vergognosa. Molti civili sono stati uccisi. La restaurazione dell’Ucraina richiederà decenni, l’atteggiamento verso i russi non sarà amichevole. Gli strateghi russi hanno commesso alcuni errori fatali. Si sono preparati per una guerra d’altri tempi. Le colonne di carri armati erano incredibilmente vulnerabili alle ultime armi anticarro. Il capo è stato ingannato dal suo stesso popolo. Gli avevano detto che gli ucraini liberati da lui avrebbero accolto i suoi carri armati con fiori, pane e sale. Ma la fiaba russa funziona solo per un uso interno. Può essere esportata, non venduta. Alla fine gli ucraini si sono motivati. L’Occidente ha giocato un ruolo ambiguo in questa vicenda militare. Si è trascinato a lungo, rimandando per molti anni la sua decisione sull’Ucraina e la sua presenza in Europa. Ha preso posizione solo quando è iniziata la distruzione dell’Ucraina su vasta scala. Ora la civiltà occidentale si è svegliata e si è ricordata dei diritti e dei valori umani. L’unità dell’Occidente è ancora più fragile dell’economia russa caduta sotto le sanzioni. Dovremo tutti sopravvivere nel mondo strano, egoista e codardo dell’Europa. E la Russia raccoglierà patate.
6 maggio 2022 (modifica il 7 maggio 2022 | 18:45)
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, 2022-05-07 21:32:00, Lo scrittore russo: «L’invasione dell’Ucraina ha rivelato le radici ideologiche della Russia: siamo discendenti di una civiltà che deriva dall’Orda d’Oro e resta prigioniera di una fiaba. Qui esiste un sovrano, non lo Stato. Il nostro re odia la sconfitta. E, se si offende, tutto è possibile», Victor Erofeev