di Francesco VerderamiLe valutazioni sugli sviluppi del conflitto e le preoccupazioni sull’andamento dell’economia si sono legate allo scenario nazionale L’appuntamento al Quirinale tra Mattarella e Draghi in vista del Consiglio europeo non serviva per discutere del quadro politico italiano: d’altronde la crisi di M5S non ha prodotto una crisi di governo e neppure ha toccato la sua composizione. Ma l’analisi sui temi che saranno al centro del prossimo vertice a Bruxelles, le valutazioni sugli sviluppi del conflitto e le preoccupazioni sull’andamento dell’economia si sono legate allo scenario nazionale. L’autunno si avvicina e tra inflazione, crescita dei costi per le materie prime, rialzo dei tassi d’interesse «si preannuncia una fase complicata», spiega un ministro che ha partecipato all’incontro al Colle. Dove si è convenuto che senza un quadro di tenuta europea si rischiano di innescare forti tensioni sociali. Solo se la Bce accetterà di essere «più cauta», solo se non si riaccenderà nell’Unione lo scontro tra «Paesi formica» e «Paesi cicala», solo se verranno messe in atto politiche di sostegno alle economie, potrà essere salvaguardata la tenuta dell’euro e dell’Europa e verrà superata la «fase critica». In un simile contesto l’Italia a sua volta dovrà portare a compimento le riforme strutturali su cui si misurerà l’azione del governo. Ed ecco il punto: Draghi è consapevole che la stabilità del suo gabinetto si regge sulla (crescente) instabilità delle forze che lo appoggiano. Allo scontro tra grillini, che ha portato alla scissione del Movimento, si aggiungono le tensioni interne alla Lega che promettono di manifestarsi con clamore dopo il ballottaggio per le Amministrative. Non è un caso se questi fenomeni interessano i partiti che hanno caratterizzato la legislatura. È in atto il tentativo di cambiare la geografia politica: «Si stanno creando le condizioni — sostiene un esponente dell’esecutivo — perché si consolidi un quadro di stabilità anche dopo l’attuale governo, con un cambio di scenario». È il preannuncio di un terremoto. Come non bastasse, i ripetuti riferimenti a un «partito di Draghi senza Draghi» alzano ulteriormente la temperatura nella maggioranza. Il nome del premier sarà pure un brand che scatena gli appetiti di quanti mirano a sfruttarlo per le elezioni. Ma oltre ad alcune sgrammaticature — come Di Maio che si definisce «draghiano» — c’è un motivo se a Palazzo Chigi intendono preservare il copyright del nome: «È per evitare che questo gioco incida sulla compattezza del governo e sulla sua mission». La congiuntura d’autunno coinciderà con la presentazione dell’ultima Finanziaria prima delle urne. E tra la scarsità di risorse e le necessità dei partiti di non presentarsi a mani vuote davanti agli elettori, sarà complicato trovare un compromesso. In più bisognerà calcolare a bilancio gli effetti della guerra, che sta provocando — come ha rilevato Letta — una crescente «stanchezza» nell’opinione pubblica. Ma c’è un motivo se ieri Draghi alla Camera ha voluto ribadire con nettezza «la fondamentale differenza tra chi, come me, ritiene che l’Ucraina vada difesa con le sanzioni e l’invio di armi. E chi ritiene che Kiev non vada difesa, che non si debbano fare sanzioni, che non si debbano inviare armi. Perché la Russia è troppo forte, perché dopo tutto cosa vogliono questi ucraini…». È il segno che il premier non intende accettare accordi al ribasso: sul conflitto come sul Bilancio. Il resto è in mano alle forze che lo sostengono e tra le quali c’è chi vorrebbe anticipare la data delle elezioni da maggio a marzo. Nel Palazzo c’è infatti già chi dice che «dopo la Finanziaria verrà applicato a Draghi il modello Monti». Fu quando Forza Italia bruciò i tempi della legislatura e annunciò in Parlamento al professore: «Consideriamo finita l’esperienza del suo governo». 22 giugno 2022 (modifica il 22 giugno 2022 | 23:24) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-22 21:13:00, Le valutazioni sugli sviluppi del conflitto e le preoccupazioni sull’andamento dell’economia si sono legate allo scenario nazionale, Francesco Verderami