Lola Daviet, dietro il delitto forse una lite tra la donna arrestata e la madre della dodicenne seviziata

di Stefano Montefiori

Dahbia B. davanti agli inquirenti ha prima confessato il crimine poi ha ritrattato: «È fredda, non emotiva, in preda a problemi psichici»

Dal nostro corrispondente
PARIGI – Durante gli interrogatori Dahbia B. ha confessato il crimine poi ha ritrattato. Gli inquirenti la descrivono come fredda, non emotiva, ma anche confusa e in preda a problemi psichici. La 24enne senza fissa dimora potrebbe avere violentato, torturato e ucciso Lola Daviet, 12 anni, per vendicarsi dopo una discussione con la madre della bambina. La presunta assassina nelle ultime settimane ha frequentato il condominio di rue Manin, nel XIX arrondissement di Parigi, perché talvolta era ospite nell’appartamento della sorella, Friha B, di due anni più grande.

Nello stesso palazzo vive la famiglia Daviet: Lola, suo fratello e i genitori, che fanno i custodi di quel condominio e di altri immobili vicini. Un giorno Dahbia ha chiesto alla madre di Lola, Delphine Daviet, un badge «Vigik», usato di solito dai custodi per aprire i portoni. La donna ha rifiutato e ne è nato uno screzio, che al momento è l’unico legame tra Dahbia B. e Lola. Venerdì alle 15 e 17, appena uscita da scuola, Lola è entrata nel portone di casa e Dahbia B. le ha fatto segno di seguirla. La bambina è sembrata titubante e impaurita ma la ragazza l’ha convinta a non andare subito in casa dove l’aspettavano i genitori, e a salire invece con lei nell’appartamento della sorella Friha B., che in quel momento era al lavoro.

Secondo la procura di Parigi, una volta nell’appartamento Dahbia B. ha costretto Lola a fare una doccia, poi le ha fatto subire sevizie sessuali e le ha fatto tagli su tutto il corpo, in particolare sulla schiena e la gola. Dopo la morte per asfissia, ha scritto in rosso «1» sulla pianta di un piede e «0» sulla pianta dell’altro. Poi ha messo il corpo in un grosso baule di plastica, e lo ha portato con sé quando è uscita dal palazzo, intorno alle 17. Molti testimoni hanno visto Dahbia B. in stato confusionale chiedere aiuto per trasportare il baule. La ragazza entrava e usciva da un bar, a un certo punto è andata dal panettiere accanto a comprarsi un croissant, poi è tornata nel caffè con un uomo, al quale ha offerto denaro dicendo di essere una trafficante di organi.

L’uomo ha messo una mano dentro il baule, ha pensato di riconoscere un arto umano e ha sentito un forte odore di sangue e candeggina. Uscito dal bar è andato alla polizia, ma intanto la donna ha trovato aiuto in Rachid N., 43 anni, un autista sua vecchia conoscenza, che ha caricato il baule nella sua auto e ha accompagnato Dahbia B. nel suo appartamento, a Asnières-sur-Seine. Circa due ore dopo, quando ormai la polizia stava cercando Lola e i genitori avevano messo la sua foto sui social media nella speranza di ritrovarla, Dahbia B. ha chiamato un Uber e si è fatta riaccompagnare, sempre con il baule, sul luogo del delitto.

Il baule con il corpo è stato poi ritrovato intorno alle 23 e 20, a 200 metri dal palazzo di Lola, da un clochard che ha avvertito la polizia. Dahbia B. poi ha passato la notte a casa di Amine K., a Bois-Colombes, dove è stata arrestata all’alba. Nel rapporto di polizia si indica una «facilità inaudita nel passare all’atto», e una assoluta freddezza: gli agenti le hanno mostrato le foto di Lola seviziata, e lei ha risposto «non mi fa né caldo né freddo. Anche io sono stata violentata e ho visto i miei genitori morire davanti a me». Dopo avere ammesso il crimine, alla fine dell’interrogatorio ha fatto marcia indietro dicendo «è impossibile che io uccida una bambina».

La sorella Friha B. ha detto agli inquirenti che Dahbia da qualche anno vive ai margini della società ed è solita dire frasi sconnesse con un’ossessione per l’«amore» e il «cielo». Nel 2018 Dahbia B. è stata oggetto di violenze coniugali, secondo i registri della polizia. Il martirio di Lola ha provocato enorme emozione in Francia e anche una polemica politica. Dahbia B. è un’algerina senza permesso di soggiorno, in agosto era stata fermata all’aeroporto a Parigi e le era stato notificato un obbligo di lasciare il territorio francese entro 30 giorni. Anche l’uomo che l’ha aiutata e che è per questo indagato, Rachid N., è un algerino in situazione irregolare.

L’estrema destra, da Eric Zemmour a Marine Le Pen, ha denunciato il lassismo delle autorità e anche il loro silenzio. Il delitto è avvenuto venerdì sera, ma la prima reazione pubblica è arrivata lunedì con la visita del ministro dell’Istruzione, Pap Ndiaye, alla scuola media della bambina, e poi con una frase della première dame Brigitte Macron che ha definito «abominevole e intollerabile» la sorte toccata a Lola. Intanto il presidente Emmanuel Macron ha ignorato la vicenda, scrivendo invece un tweet in ricordo della strage degli algerini a Parigi nel 1961, e il ministro dell’Interno Gérald Darmanin ha pubblicato un altro tweet in cui lodava una pièce teatrale al teatro Antoine, passando sotto silenzio il crimine di cui stava parlando tutta la Francia. Martedì mattina Darmanin si è difeso dalle accuse dicendo di avere parlato con i genitori di Lola e accusando di «indecenza» i politici tentati dallo strumentalizzare la sua morte: «Penso che i responsabili politici, o in ogni caso quelli che si definiscono come tali, dovrebbero riflettere alle conseguenze delle loro parole, non fosse altro per le famiglie che vedono la foto della loro bambina circolare ovunque. Oltre al dramma che si abbatte su una famiglia, c’è l’indecenza delle persone che trasformano questa storia in un volantino elettorale».

Ma anche da sinistra arrivano critiche a quel che sembra imbarazzo da parte del governo, mentre l’inchiesta continua, con nuove perizie psichiatriche, per accertare se l’unica pista al momento, quella della vendetta dopo la lite tra Dahbia B. e la mamma di Lola, sia davvero il movente del delitto.

18 ottobre 2022 (modifica il 18 ottobre 2022 | 15:41)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-10-18 13:41:00, Dahbia B. davanti agli inquirenti ha prima confessato il crimine poi ha ritrattato: «È fredda, non emotiva, in preda a problemi psichici» , Stefano Montefiori

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version