Longevità: come vivono i centenari delle zone blu. Le 9 cose in comune

La genetica incide per circa il 25% sulla durata della vita. Il resto come si vive: anche se le popolazioni pi longeve della terra stanno agli antipodi nei continenti, hanno alcune abitudini simili (a volte inaspettate) e gli scienziati le stanno studiando

Il segreto della longevit ossessiona gli esseri umani da quando esiste la civilt. Oggi sono in particolare le lite tecnologiche della Silicon Valley a investire miliardi di dollari per cercare di capire come vivere pi a lungo, forse perch i limiti del corpo sono gli unici che i nuovi padroni del mondo non riescono a superare (qui l’inchiesta del New Yorker che lo racconta). Il divulgatore scientifico e saggista Dan Buettner ha scelto un approccio meno costoso e pi immediato: andato a vedere cosa hanno in comune le popolazioni pi longeve della terra. Le zone dove c’ un alto tasso di centenari o ultracentenari, chiamate dagli esperti zone blu, sono cinque e una di esse in Italia: la provincia di Nuoro, in Sardegna (in particolare la Barbagia di Seulo, dove si trova la pi alta concentrazione di centenari al mondo), l’isola di Okinawa in Giappone e quella di Ikaria in Grecia, la penisola di Nicoyan in Costa Rica, la citt di Loma Linda in California (dove vive una comunit di fedeli della Chiesa avventista del settimo giorno). Buettner, come racconta sul suo sito Bluezones.com, ha analizzato con un gruppo di medici, antropologi, demografi ed epidemiologi le popolazioni locali e ha trovato che hanno 9 cose in comune:

1. Si muovono in modo naturale. Non si allenano, non corrono maratone e non si iscrivono in palestra. Vivono invece in ambienti che li spingono costantemente a muoversi senza pensarci. Coltivano orti e non hanno comodit meccaniche per i lavori in casa e in giardino scrive Buettner. Inoltre passano molto tempo all’aperto in ambienti poco inquinati.

2. Danno un senso alla loro vita. Gli okinawani lo chiamano “Ikigai” e gli abitanti di Nicoyan “plan de vida”; per entrambi si traduce in “perch mi sveglio la mattina”. Conoscere il senso della propria esistenza vale fino a sette anni in pi di aspettativa di vita secondo Buettner.

3. Sanno ridurre la velocit. Anche le persone che si trovano nelle zone blu soffrono di stress. Lo stress porta all’infiammazione cronica, associata a tutte le principali malattie legate all’et. Ci che le persone pi longeve del mondo hanno rispetto a noi sono le routine per eliminare lo stress. Tutte hanno inoltre un approccio rilassato al lavoro.

4. Mangiano con moderazione. Buettner la chiama la regola dell’80%: smettere di mangiare quando lo stomaco pieno all’80%. Lo scarto del 20% tra l’assenza di fame e la sensazione di saziet pu fare la differenza tra perdere peso o aumentarlo. Le persone che si trovano nelle zone blu consumano il pasto pi piccolo nel tardo pomeriggio o nella prima serata e poi non mangiano pi per il resto della giornata. La colazione (o il pranzo) solitamente il pasto pi importante. Consumare la maggior parte delle calorie nella prima parte della giornata asseconda i ritmi circadiani, l’orologio innato dell’organismo, e fa s che il corpo le metabolizzi meglio, evitando l’accumulo di grassi e i picchi di zucchero.

5. Consumano molti legumi. Tutte le popolazioni delle zone blue hanno una dieta semivegetariana particolarmente ricca di legumi. Il 95% delle calorie proviene da vegetali e solo il 5% da prodotti animali spiega Buettner. I fagioli, compresi le fave, la soia e le lenticchie, sono la pietra miliare della maggior parte delle diete dei centenari. La carne, soprattutto quella di maiale, viene consumata in media solo cinque volte al mese. Le diete delle zone blu sono anche ricche di noci, mandorle, pistacchi, nocciole e anacardi o altri tipi di semi simili.

6. Bevono (moderatamente) vino ed evitano il tabacco.Gli abitanti di tutte le zone blu (tranne gli avventisti) bevono alcolici con moderazione e regolarit. I bevitori moderati sopravvivono ai non bevitori. Il trucco bere 1-2 bicchieri al giorno (preferibilmente di vino Cannonau sardo), con gli amici e/o con il cibo. E no, non si pu risparmiare per tutta la settimana e bere 14 bicchieri il sabato scrive Buettner. Il Cannonau ricco di antiossidanti.

7. Coltivano il senso di appartenenza. La quasi totalit dei centenari studiati da Buettner ha un qualche tipo di fede. La confessione non sembra avere importanza. Le ricerche dimostrano che frequentare i servizi religiosi quattro volte al mese aggiunge 4-14 anni di aspettativa di vita spiega.

8. Hanno relazioni affettive significative. I centenari nelle zone blu mettono la famiglia al primo posto. Ci significa mantenere i genitori e i nonni anziani nelle vicinanze o in casa (questo riduce anche i tassi di malattia e di mortalit dei bambini in casa). Si impegnano con un partner (cosa che pu aggiungere fino a 3 anni di aspettativa di vita) e investono nei loro figli con tempo e amore afferma Buettner.

9. Vivono in comunit che favoriscono comportamenti sani. Le persone pi longeve al mondo hanno scelto, o sono nate, in circoli sociali che sostengono comportamenti sani; gli abitanti di Okinawa creano “moais”, gruppi di cinque amici che si impegnano l’uno con l’altro per tutta la vita scrive.

Per vivere (bene) fino a 100 anni o pi bisogna aver vinto la lotteria genetica . Ma — sostiene Buettner — anche chi non ha geni fuori dall’ordinario pu vivere fino a 90 anni rimanendo relativamente in forma, se adotta gli stili di vita delle zone blu. A cominciare dall’alimentazione. Secondo alcune ricerche — sintetizza il Washington Post —, la genetica incide per circa il 25% sulla durata della vita di una persona, mentre la dieta, l’ambiente, l’esercizio fisico e altri fattori legati allo stile di vita costituiscono il resto. Gli studi dimostrano che anche se si inizia a migliorare la propria dieta solo dopo la mezza et, si pu comunque aggiungere un decennio o pi alla propria aspettativa di vita.

22 febbraio 2023 (modifica il 22 febbraio 2023 | 10:13)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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