La riforma contro il bullismo a scuola proposta dal ministro Valditara per ora è “soltanto una dichiarazione d’intenti politica, cui farà seguito, nelle prossime settimane, l’elaborazione dei contenuti. In attesa di leggere le bozze, non posso che accogliere con favore l’iniziativa del ministro”. Parere positivo da Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, espresso in un’intervista a Qn.
Rispetto ai cosiddetti (impropriamente, a nostro avviso) lavori socialmente utili, Giannelli sottolinea che “erano previsti già vent’anni fa, in caso di sospensione fino a 15 giorni. Nella pratica si sono rivelati di difficile attuazione: dovrebbero svolgersi nel pomeriggio, ma la vigilanza dei minori a scuola, in quella fascia oraria, non può essere assicurata né dai docenti, né dal personale scolastico. Il ministro ha parlato di strutture convenzionate: speriamo che questa previsione renda la norma più incisiva”.
Più netto il giudizio di Giuseppe D’Aprile, Segretario generale Uil Scuola Rua: “Le sospensioni vanno riviste e su questo il ministro ha ragione, ma i lavori socialmente utili non possono essere la soluzione”.
“Le sospensioni, così come sono concepite oggi, possono essere più dannose che utili – afferma D’Aprile – perché possono interrompere il processo di apprendimento degli studenti e, in alcune realtà, esporli a rischi maggiori al di fuori dell’ambiente scolastico.
Condividiamo l’obiettivo del ministro di prolungare il tempo di permanenza a scuola per i ragazzi che si comportano in maniera non corretta – dice D’Aprile – tuttavia, siamo fermamente contrari all’idea di introdurre l’attività di cittadinanza solidale nelle scuole se questa si traduce in lavori socialmente utili come misura disciplinare per gli studenti che commettono atti di violenza. Riteniamo che tale approccio sia eccessivo e potrebbe avere conseguenze negative sul percorso educativo degli studenti coinvolti.
La scuola è lo spazio in cui gli studenti possono apprendere, crescere e sviluppare consapevolezza delle proprie potenzialità e delle conseguenze dei propri errori. È luogo di corresponsabilità e di regole, non luogo di pena.
Il problema va dunque risolto a monte, in maniera diversa. Va recuperato il rispetto verso il personale della scuola, facendo molta attenzione a parlare di scuola con superficialità.
Ad ogni modo – conclude D’Aprile – restiamo in attesa dei provvedimenti per operare una valutazione più approfondita nel merito”.
Per approfondimenti:
Lavori socialmente utili o attività in favore della comunità scolastica?
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