Ciriani: «Non possiamo pagare per tutti. Se non si occupa anche dei migranti a che cosa serve l’Unione Europea?»

di Monica Guerzoni Il ministro per i Rapporti con il Parlamento: Bruxelles accetti l’idea di un piano in Nordafrica, come in Turchia «Più che preoccupato, sono dispiaciuto». L’incidente con la Francia non è chiuso. Come se ne esce? «L’Italia e la Francia sono legate da antica amicizia, culturale oltre che politica — risponde Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento —. Ma l’immigrazione è un problema grande come una casa, non capisco la reazione esagerata e scomposta della Francia». Non è il governo italiano che ha commesso un errore diplomatico? «No, è evidente che Macron ha un problema interno, l’opinione pubblica francese chiede una politica severa sui migranti. Non si capisce perché non debba accadere lo stesso per l’Italia, che quest’anno ha accolto 90 mila persone di cui solo 38 ricollocate in Francia. Non si può continuare a far finta di nulla, l’Europa batta un colpo». Quindi non è l’Italia che sbaglia, ma l’Europa? «Il governo italiano ha fatto quello che aveva promesso in campagna elettorale. Forse altri Paesi erano abituati a un’Italia che si girava dall’altra parte, ma questo non va più bene. Non ci si può chiedere di tenere spalancate le frontiere così che loro possano tenerle chiuse. Il governo vuole dare un segnale, perché l’Unione capisca che stiamo parlando di un problema di grandissima portata, da affrontare insieme». La ministra degli Esteri francese Colonna minaccia «conseguenze». Il portavoce del governo di Parigi bolla la premier italiana come «grande perdente». I rapporti tra Macron e Meloni sono compromessi? «Sono reazioni incomprensibili e spiacevoli, anche dal punto di vista personale. Noi non abbiamo iniziato un conflitto politico e diplomatico, ma un Paese che tenga alla sua dignità non può continuare a subire una immigrazione incontrollata. È inaccettabile che le Ong pretendano di scaricare sull’Italia i migranti che raccolgono in mare. Le organizzazioni tedesche o norvegesi non avvisano l’Italia dei loro movimenti, salvo poi denunciare un grande problema umanitario di cui loro non si fanno carico». I 3.000 migranti che dovevano essere ricollocati in Francia, che fine faranno? «Non cambia nulla, la Francia minaccia di non accogliere persone che non ha preso sinora, tanto che le nazioni del Sud hanno segnalato il problema del mancato interesse della Ue e delle Ong fuori controllo. Se non siamo arrivati a una soluzione è perché qualcuno pensa che l’Italia possa continuare a pagare un prezzo per tutti». Questo caso non rischia di isolare l’Italia e incrinarne la reputazione internazionale? «No, io credo che l’Italia non sia isolata e lo dimostra la dichiarazione firmata anche da Grecia, Cipro e Malta». La Spagna si è smarcata. «C’è un gruppo di Paesi che non ha interesse che la situazione cambi. L’Ue prenda atto che l’Italia non può essere l’unica porta di ingresso di un continente, l’Africa, che ha centinaia di milioni di abitanti e da cui partono gli scafisti, il business di viaggi della speranza o della morte, la tratta degli schiavi, l’ immigrazione clandestina, lo sfruttamento, la malavita… Se non si occupa di questo, la Ue a che serve?». Mentre il governo annuncia altri provvedimenti contro le Ong, il governo tedesco esprime riconoscenza verso chi salva vite in mare. Ne terrete conto o tirerete dritti? «Se Berlino ritiene che l’attività delle proprie Ong sia meritoria, se ne faccia carico fino in fondo, trasportando i migranti in Germania». Salvini promette «pugno duro sugli sbarchi». Ma dietro i proclami ci sono 1.300 esseri umani morti o dispersi nel Mediterraneo nel 2022. «È una grandissima tragedia, che si alimenta anche facendo intendere a queste persone che c’è la possibilità per tutti di approdare in Italia, grazie alle navi delle Ong o alla benevolenza del Paese. La gente muore perché parte». Tanta gente parte per non morire. «Le morti si fermano evitando le partenze, determinando in Africa chi ha diritto di entrare in Italia. A chi serve questa immigrazione disperata? La Ue accetti l’idea di un grande piano in Nordafrica, come è stato per la Turchia». Berlusconi è contrario a inasprire le pene. Forza Italia è a disagio perché il governo è a trazione Salvini? «Non vedo problemi, né polemiche, il clima è di unità. Il ministro degli Esteri Tajani è anche vicepremier e ha la stessa linea di Giorgia Meloni. Su questi temi siamo sempre stati su posizioni molto simili a quelle di Salvini». Perché il governo non è partito con più cautela? «Punti di vista. Io non vedo una partenza aggressiva, vedo l’applicazione del programma di un governo di centrodestra. Su rave party, ergastolo ostativo e migranti abbiamo fatto le scelte molto nette che il nostro elettorato si aspettava. Se a qualcuno dispiace, non so cosa farci». 14 novembre 2022 (modifica il 14 novembre 2022 | 07:26) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-11-14 06:14:00, Il ministro per i Rapporti con il Parlamento: Bruxelles accetti l’idea di un piano in Nordafrica, come in Turchia, Monica Guerzoni

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