di Jacopo Storni
Ha 93 anni, vive in una struttura per non autosufficienti. Un atelier nel capoluogo, lavori in tutto il mondo, poi il crollo superato grazie alla sua arte. Un destino, i miei erano amici di Picasso
Luigi ha 93 anni e vive in una casa di riposo. seduto sulla carrozzina e ripensa alla sua vita. La mente corre all’infanzia: Mi sembra ieri, ricordo la scena, avevo 6 anni ed ero a Foligno, ero nella piazza della cattedrale dove stavano lavorando alcuni artisti di strada, vedo uno di loro inginocchiato sul sagrato intento a dipingere un bellissimo manto celeste, fu proprio in quel momento che il mio cervello realizz la strada che avrei voluto percorrere. Inizi cos il sogno di diventare pittore. Sembrava impossibile diventare un vero pittore, vivere di quadri, e invece Luigi Calamandrei diventato un vero artista. Centinaia di quadri all’attivo, paesaggi, ritratti, nature morte, una bottega nelle vie degli artigiani fiorentini, commissioni in tutto il mondo, tra cui quelle per agghindare di quadri la reggia dell’emiro in Qatar e in Brunei. Tanti allievi alla scuola del restauro di Firenze. Un nome diventato famoso nel mondo dell’arte toscana. Van Gogh stato il mio maestro, i suoi dipinti mi hanno folgorato, la pittura stata tutta la mia vita, senza pittura sarei morto.
Oggi Luigi non pi autosufficiente e vive qui, nell’Rsa Villa Laura della Misericordia di Firenze, a Molin del Piano, a dieci chilometri dal capoluogo toscano. E ancora oggi senza pittura non riesce a stare. Si aggira tra le stanze e i corridoi della casa di riposo armato di fogli e matite, a volte acquerelli, presto arriver anche il cavalletto. E disegna, senza sosta. Chiede agli altri anziani ospiti di posare per lui e inizia a raffigurarli. Poi regala le piccole opere d’arte ai familiari degli anziani. Qualcuno, vista la sua notoriet, si offre addirittura di pagare i suoi disegni, ma lui dice di no: I miei sono ritratti che nascono dal cuore, ormai non ho pi bisogno di soldi.
Quando lo scorso agosto arrivato nella struttura accompagnato da suo figlio, Luigi aveva il morale a terra: problemi all’occhio, problemi alle gambe, una mezza depressione. Non voleva mangiare, non voleva alzarsi dal letto, non accettava il suo lento declino. Non accettava la casa di riposo. Gli operatori dell’Rsa l’hanno aiutato a ripartire, poi arrivato il disegno, che nuovamente l’ha salvato. Prima un ritratto, poi un altro e poi un altro ancora. Adesso dipinge tutti i giorni. Tanti degli oltre cinquanta ospiti sono passati sotto il suo sguardo chirurgico. Nei suoi disegni non ci sono soltanto gli ospiti della casa di riposto ma anche nature morte. Senza pittura sarei morto, ripete sorridendo. Sorride spesso, e parla senza sosta, dimostra almeno 15 anni meno, la mente lucidissima nonostante l’et. Tira fuori il cellulare e scorre le foto dei suoi quadri: Battaglia, Il re del pollaio, L’Altalena. E poi i luoghi di Firenze: Ponte Vecchio, la Certosa, la vecchia strada fiesolana. Non solo pittore ma anche scultore, perfino inventore: Ho progettato un motore rotativo. E poi grande falsario, come sostiene lui. Nelle foto che mostra c’ anche il ritratto di Van Gogh, sembra uguale al dipinto originale e invece l’ha fatto Luigi, che in questa struttura tutti chiamano Maestro.
Ritorno alla Terra
Vive in una camera da solo, non riesce pi a camminare, gli operatori lo aiutano a vestirsi, sulla scarpa sinistra inciso il suo cognome, indossa una camicia e sopra la camicia un maglione azzurro e una tuta nera. La morte non mi fa paura, ho studiato fisica e sono convinto che alla fine della vita tutto torna alla Terra e poi dalla Terra tutto rinasca. L’esistenza come un vortice inarrestabile, dice lui, proprio come quelle pennellate voluttuose della Notte stellata: l’opera di Van Gogh che preferisco, il mondo cos, come una ruota, col suo flusso sinuoso verso il cielo. Luigi si diverte a tornare indietro con la mente. Ricorda la moglie scomparsa Anna, un velo di lacrime sugli occhi. E poi il figlio Stefano, i nipotini Gaia e Lapo. Va ancora pi indietro nel tempo, molto indietro: I miei genitori mi hanno concepito a Parigi, erano amici di Picasso, forse l’arte ce l’ho nel sangue. Poi abbassa lo sguardo sul foglio e continua a disegnare. Infine offre un consiglio a tutti, giovani e anziani: Coltivate l’arte, a me ha salvato la vita e continua a salvarmi ogni giorno.
7 febbraio 2023 (modifica il 7 febbraio 2023 | 17:20)
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