L’ultima idea per promuovere il Sud: tutti a lezione di orgoglio meridionale

Mezzogiorno Mezzogiorno, 31 maggio 2022 – 07:38 Nel Libro bianco presentato a Sorrento si ipotizzano corsi nelle scuole per educare gli studenti a una corretta rappresentazione del Mezzogiorno di Marco Demarco Nel Libro bianco redatto dallo studio Ambrosetti per la ministra Carfagna – rispondo così al direttore Valerio De Molli che è intervenuto domenica su un mio precedente articolo – c’è un capitolo da non perdere. È quello dedicato alla governance e alla comunicazione «della nuova agenda di sviluppo per il Sud». È dedicato alla gestione e alla promozione. In altre parole, parla di chi deve gestire le risorse (in particolare quelle del Pnrr) e di come deve essere promosso il «prodotto» Sud. È il capitolo più spregiudicato. Per quanto riguarda la comunicazione, ad esempio, poiché l’obiettivo dichiarato è rendere conveniente il Sud agli occhi degli investitori (in particolare di quelli stranieri) non solo non si parla della questione criminale, potrebbe indurre a cattivi pensieri; non solo si confronta il Mezzogiorno con i paesi poveri del bacino mediterraneo, con cui vincere è oggettivamente più facile; ma si arriva perfino a suggerire – paragrafo 220 – «di educare, la popolazione, e soprattutto i ragazzi, fin dai primi anni di scuola, a una corretta comunicazione, in grado anche di far nascere il senso di orgoglio e appartenenza dell’essere italiano e del Sud Italia». Tutto legittimo, per carità. Ma quest’ultimo punto è davvero singolare. A quanti orgogli dovremmo essere educati? A quello del Sud tutto compreso? A quello del Sud napoletano o di quello salentino? Al Sud delle zone interne o a quello della fascia costiera? E da chi dovremmo essere educati? E come? Senza tirarla troppo per le lunghe, invito a pensare a cosa sarebbe successo se un’idea del genere l’avessimo trovata, mutatis mutandis, in un programma, faccio per dire, pensato per il dominio lombardoveneto. Per cui, caro De Molli, il problema non è se sia giusto o meno che un prestigioso istituto con sede a Milano si occupi del Sud: certo che lo è. Il problema è il merito delle questioni. Nel caso appena citato, ad esempio, il fatto grave è che, messa come è stata messa, l’esortazione pedagogica dello studio Ambrosetti non è a studiare di più le storie locali: che sarebbe anche una bella esortazione, pienamente da sottoscrivere. È semmai un invito a selezionarne le interpretazioni, e quindi a «cancellare» quelle ritenute meno funzionali alla promozione del cosiddetto prodotto. Forse è per questo che nel libro bianco presentato a Sorrento non c’è traccia delle parole camorra, mafia e criminalità. Ma questo è il meno. Nello stesso capitolo il punto decisivo è quello fissato nei paragrafi 222-226. Qui si parla dell’assetto ottimale al fine di accelerare la spesa per lo sviluppo. La premessa – difficilmente contestabile – è che l’Italia è il paese delle «frammentazioni, duplicazioni e incoerenze» istituzionali, per cui urge la riforma del titolo V della Costituzione. Ma nel frattempo, invece di semplificare il quadro, la proposta è di complicarlo. Ci sono già il conflitto Stato-Regioni e quello Regioni-Comuni. Il suggerimento è ora di rafforzare i poteri di una parte dello Stato senza modificare gli altri. E quale parte? «Il Ministero per il Sud e la Coesione territoriale», risponde lo studio Ambrosetti. Assistiamo così al seguente minuetto. Un ministero, quello del Sud, commissiona a un istituto privato, Ambrosetti, uno studio in cui tra le soluzioni indicate spunta a sorpresa proprio il potenziamento del ministero committente. Anche in questo caso, invito a immaginare cosa avremmo pensato se una soluzione del genere l’avesse indicata un’altra delle parti in causa, ad esempio un governatore regionale. Ma a parte il metodo, è ancora una volta il merito della proposta che qui conta. Nel libro bianco si aggiunge che un nuovo protagonismo del ministero permetterebbe «di dare maggiore efficienza alla programmazione e alla attuazione degli interventi e a rendere più incisiva l’azione di governo di questo processo». Questo grazie anche al ricorso «a una nuova piattaforma di dialogo, riflessione e pianificazione strategica». Cioè a un coinvolgimento ampio delle parti sociali. Un po’ come si è fatto – c’è scritto in una nota – con l’Albergo dei poveri di Napoli. Ma come non si è fatto – andrebbe aggiunto – proprio a Sorrento: qualcuno ha visto un sindacalista da quelle parti o uno di quei ricercatori del Cnr che da decenni studiano specificamente il bacino del Mediterraneo? Tuttavia, è vero: il tema strategico è quello della governance. Resta da dimostrare, però, che la trasformazione di quello del Sud in un ministero «gestionale» possa rivelarsi risolutiva. Si veda ciò che sta succedendo con un’invenzione del governo Conte di recente ripescata: i cosiddetti Cis, contratti istituzionali di sviluppo, cioè fondi per progetti definiti, «gestiti» direttamente dal ministero. Il caso del Cis di Salerno è arrivato sulle pagine dei giornali perché De Luca – in tenuta feudale – ha ordinato ai «suoi» di non aderire all’invito della ministra Carfagna. Ma la questione è molto più seria. I progetti in questione si sovrappongono al Masterplan della Regione Campania per la stessa area. E allora, perché non coordinare le iniziative anziché farsi la guerra? È ciò che chiede la Cgil. Invece «si bypassano sindacati, associazioni e imprese, e si punta al consenso elettorale». Se il problema è un nuovo riequilibrio dei poteri tra centro e periferia del Paese, è dunque di questo che bisognerebbe parlare. Avrebbero potuto farlo pubblicamente proprio la ministra per il Sud, Carfagna, e la ministra per gli affari regionali, Gelmini, tra l’altro dello stesso partito. Ma a Sorrento, dove c’erano entrambe, hanno perso l’occasione. Alla faccia della «nuova piattaforma di dialogo e riflessione» di cui tanto si avverte il bisogno. La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 31 maggio 2022 | 07:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-31 09:13:00, Nel Libro bianco presentato a Sorrento si ipotizzano corsi nelle scuole per educare gli studenti a una corretta rappresentazione del Mezzogiorno,

Pietro Guerra

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