Lupi (NcI): «Io e Toti draghiani nel metodo. Anche noi vogliamo contare, non solo Giorgia e Matteo»

di Paola Di CaroIl presidente di Noi con l’Italia presenta la lista con il governatore della Liguria e leader di Italia al centro: «Siamo credibili nel saper governare, perché lo abbiamo fatto» Ambiscono al 3% che permette di eleggere parlamentari anche nella quota proporzionale, e sarebbe un risultato importante per Maurizio Lupi e Giovanni Toti. Che, anche grazie allo spazio che si è aperto al centro dopo il patto tra Calenda e Letta , vedono ora un motivo in più non per «occupare tatticamente un vuoto, perché queste operazioni se sono a tavolino non funzionano mai», ma «per dare risposte concrete a quegli elettori che se non trovano quello che cercano non votano centrodestra, restano a casa» dice Lupi, leader di Noi con l’Italia, che assieme a Italia al Centro del governatore della Liguria ha lanciato ieri la nuova lista. Insomma, nascono i «moderati e draghiani» del centrodestra. È così? «Sì, a condizione che ci si intenda sul significato dell’“agenda Draghi ”. Quella non era un libro sacro, nasceva da una mediazione obbligata, visto che andava realizzato un programma con un governo di unità nazionale». Quindi in cosa sareste «draghiani»? «Nel metodo: cultura di governo, concretezza, fine della politica dei no pregiudiziali, competenza, coraggio di non rincorrere solo la pancia del Paese o l’ultimo sondaggio. Ci siamo perché sia questo il dna del centrodestra: la moralità del fare». Cosa caratterizzerebbe la vostra lista più di altre? «La credibilità nel saper governare, perché lo abbiamo fatto e lo facciamo. Toti è stato rieletto governatore perché fa bene il suo lavoro, in Regione e non solo. Io ho fatto il ministro delle Infrastrutture ho dimostrato che non bastano le parole ma che servono i fatti. Noi al centro della politica mettiamo la persona, per questo all’interno del Pnrr ci siamo battuti per far passare gli investimenti per l’istruzione dall’11 al 18%, siamo per una concezione del lavoro a contatto con le esigenze reali delle imprese, per la formazione, per la sicurezza ma che si coniughi alla accoglienza». Ci siete anche per bilanciare al centro una coalizione sbilanciata a destra? «Sì, anche, vogliamo dare agli elettori la possibilità di una scelta. Poi basta con il dipingere Meloni come priva di cultura di governo: ha dimostrato identità ma anche intelligenza europeista, Crosetto ha fatto un appello importante alla capacità di ascolto e dialogo anche con l’altra parte . E voglio dire che Meloni è stata anche lungimirante mettendo a disposizione collegi uninominali per il centro. Il resto sta a noi, che ambiamo a essere presenti e a contare perché non ci sono solo Meloni e Salvini in questo centrodestra». Sulla questione dei ministri da indicare prima del voto lei come la pensa? «Non ho mai creduto all’annuncio prima del voto di assessori e ministri, anche perché poi non vanno mai dove si dice. Oltretutto c’è da rispettare il dettato costituzionale per cui il premier propone e il capo dello Stato nomina i ministri. Avremo un governo di centrodestra autorevole, in ogni caso». Per chiudere, da «draghiano»: quanto mancherà il premier alla politica? «Non ha lasciato un vuoto, il Paese — come dicevamo — non è crollato come alcuni dicevano, ha lasciato piuttosto un grande segno, il suo metodo appunto: noi dovremo mostrare di aver capito la lezione. Ma io non credo che il servizio alle istituzioni per Draghi sia una storia conclusa: non farà il nonno…». 5 agosto 2022 (modifica il 5 agosto 2022 | 21:47) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-08-05 19:47:00, Il presidente di Noi con l’Italia presenta la lista con il governatore della Liguria e leader di Italia al centro: «Siamo credibili nel saper governare, perché lo abbiamo fatto», Paola Di Caro

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