L’urgente questione morale

l’editoriale Mezzogiorno, 20 maggio 2022 – 16:14 Politica e indagini di Pasquale Pellegrini Gli arresti del sindaco e del vicesindaco di Polignano, appena tornati in libertà per cessate esigenze cautelari, sono in ordine di temp, solo gli ultimi tra gli interventi della magistratura sui presunti reati contro la pubblica amministrazione. Tra la metà dello scorso anno e i primi mesi di quello in corso, stando a quelli registrati dalla cronaca, in Puglia si sono avuti nove eventi importanti. Diverse amministrazioni pubbliche, sanità compresa, sono incappate nella rete della magistratura inquirente. Coinvolti politici di rango regionale, sindaci di Comuni anche importanti, dirigenti e funzionari. Ciò pone l’ineludibile tema della questione morale. Nonostante l’intreccio corruttivo tra dirigenti, dipendenti pubblici e politici, in Puglia non c’è un dibattito né nei partiti, né nella società civile. Sembra non interessi a nessuno e magari c’è pure chi pensa che sia un aspetto inevitabile della vita pubblica, non una grave patologia da curare con un’adeguata terapia. A rivelarlo è lo sconcertante spettacolo di meraviglia di colleghi e amici a cui si assiste ogni volta che la magistratura arresta qualche esponente politico. Saggezza imporrebbe prudenza, pudore e, magari, una riservata pietas. Più che tifare, sarebbe, invece, auspicabile una valutazione attenta e puntuale del fenomeno e l’adozione di contromisure che possano prevenire episodi del genere. Chi dovrebbe farlo? Innanzitutto i partiti. Tocca a loro adottare strumenti che possano permettere la selezione di una classe dirigente di alto profilo morale e di elevata coerenza ideale e istituzionale. Poi anche agli organi istituzionali. Cambi di casacca, cooptazioni, distribuzioni di cariche e altro non sono che l’esercizio di un potere malato che, nel rimescolamento delle carte, cerca la sua sopravvivenza. Aiuterebbe pure una corale indignazione pubblica del mondo intellettuale e imprenditoriale, quest’ultimo non sempre immune da responsabilità. Nel tempo sono aumentati gli strumenti di contrasto alla corruzione. L’adozione di codici di comportamento per i pubblici dipendenti, l’introduzione in ogni amministrazione pubblica del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza. Quest’ultimo ha il compito di predisporre il “Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza”, di verificarne l’idoneità e l’attuazione e di vigilare sul suo funzionamento e l’osservanza. Tuttavia, se la magistratura è stata costretta ad intervenire più volte, è legittimo chiedersi che cosa non funziona. C’è forse il rischio che “codici” e “piani” siano percepiti come meri adempimenti burocratici piuttosto che reali strumenti di tutela dell’amministrazione? La questione morale indubbiamente è complicata. Benché il reato sia sempre personale, è difficile immaginare che essa sia il risultato del comportamento patologico del singolo. Non si tratta solo di mele marce, ma di un clima etico affievolito. Occorre, insomma, recuperare un contesto virtuoso. «Le riforme politiche, sociali ed economiche, le garanzie costituzionali, i controlli amministrativi, le stesse sanzioni penali – scriveva Alcide De Gasperi nel 1943 – restano inefficaci se non è viva ed operante la coscienza morale». In gioco non sono solo i diritti di cittadinanza. «La libertà politica d’un popolo – aggiungeva De Gasperi – soccombe se non è accompagnata dai freni di una vita morale». Insomma nel costume di un popolo c’è il peso della sua democrazia. 20 maggio 2022 | 16:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-20 14:14:00, Politica e indagini,

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