Lussemburgo, l’uccisione di Sonia Di Pinto, svolta nell’indagine: arrestate tre persone, una è un collega

di Alessandro Fulloni

La svolta nell’inchiesta sulla morte della 46enne di Petacciato, banconista in un fast-food nel Granducato. Presi i due rapinatori che l’hanno colpita con violenza. Fermato anche l’addetto che ha permesso ai malviventi di entrare all’interno del locale

Sonia Di Pinto tradita da un collega di lavoro, da una persona che lavorava nel suo stesso ristorante. La svolta nelle indagini sulla morte della 46enne di Petacciato (Campobasso) uccisa la sera del Sabato Santo in Lussemburgo nel locale dove lavorava da sette anni, è arrivata dieci giorni dopo il delitto e ha portato a galla una verità che per i familiari della donna è stato un altro duro colpo da incassare: una delle tre persone finite in manette perché sospettate di essere coinvolte nell’omicidio lavorava proprio nello stesso ristorante dove è avvenuta l’aggressione mortale, il Vapiano. Una specie di «basista», insomma. La svolta conferma anche le perplessità iniziali di cui il compagno della donna, Sauro Diogenici, aveva parlato a Corriere.it riferendosi al fatto che al mattino di Pasqua la collega di Sonia che aveva aperto il locale aveva trovato la serratura regolarmente chiusa. «Come se i rapinatori fossero rimasti all’interno e fossero usciti da una finestra», aveva raccontato l’uomo.

A svelare i nuovi dettagli delle indagini è stato oggi (venerdì) il giornale online lussemburghese Rtl : sarebbe stata proprio una persona che lavorava nel ristorante a permettere ai due malviventi, che poi hanno aggredito la donna, di entrare nel locale. Questa persona sarebbe stata la prima ad essere stata arrestata e interrogata e solo dopo le sue rivelazioni sarebbero stati identificati e arrestati anche gli altri due malviventi coinvolti nella vicenda. Prima degli arresti inoltre sono state eseguite anche perquisizioni in Place de la Gare e a Bonnevoie, due quartieri della stessa città dove è avvenuto il delitto. Fondamentali per la ricostruzione dell’accaduto sono state le immagini delle telecamere di sicurezza che hanno ripreso i due rapinatori mentre aggredivano Sonia Di Pinto.

È stato proprio grazie a quei video che gli investigatori sono riusciti a risalire a chi avrebbe favorito l’ingresso dei malviventi nel locale per poter rubare l’incasso della serata, circa 3mila euro. La rapina come è noto è poi però finita in tragedia con la morte della 46enne che è stata picchiata e colpita alla testa. L’ufficio del pubblico ministero lussemburghese nel confermare i tre arresti ha anche reso noto che si tratta di giovani tra i 20 e i 30 anni. Il compagno di Sonia, Sauro Diogenici, con il quale la donna molisana si sarebbe dovuta sposare tra due settimane, non ha voluto commentare gli sviluppi delle indagini, ma ha preferito ricordare il suo legame con Sonia rivolgendosi direttamente a lei con un post su Facebook: «Ciao Angelo mio, non ti dico addio perché sarà un arrivederci, sono stato molto fortunato a conoscerti, tante cose avevamo in programma, purtroppo ce l’hanno impedito brutalmente, sarai sempre una persona importante — ha scritto — per me nei miei pensieri e nei miei ricordi, il tuo sorriso mi scaldava il cuore e mi faceva sciogliere come neve al sole, sei stata davvero unica».

Anche lo staff del ristorante dove è avvenuto il delitto, locale che oggi è ancora chiuso, ha voluto salutare Sonia attraverso i social: «Siamo tutti profondamente addolorati e rattristati per aver perso Sonia, membro della famiglia Vapiano dal 2014. La sua tragica scomparsa ci riempie tutti di paura, dolore e ci colpisce profondamente. Lei era un modello per tutti noi, la sua professionalità e la sua dedizione erano un esempio per tutti. Non la dimenticheremo, il suo bel sorriso rimarrà per sempre nei nostri pensieri».

29 aprile 2022 (modifica il 29 aprile 2022 | 19:26)

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, 2022-04-29 17:39:00, La svolta nell’inchiesta sulla morte della 46enne di Petacciato, banconista in un fast-food nel Granducato. Presi i due rapinatori che l’hanno colpita con violenza. Fermato anche l’addetto che ha permesso ai malviventi di entrare all’interno del locale, Alessandro Fulloni

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