Abbiamo cercato sempre Messina Denaro in Sicilia. Non ci sono trattative o misteri dietro la cattura

di Fiorenza Sarzanini

Luzi, comandante generale dei carabinieri: Sapevamo di dover trovare un buco nella sua rete di protezione, e non era una cosa semplice

Da oltre un anno indagavamo su tutte le persone con le stesse particolari patologie di cui soffre Matteo Messina Denaro. Abbiamo effettuato verifiche e alla fine abbiamo centrato l’obiettivo. Teo Luzi il comandante generale dei carabinieri, l’uomo che entrer nella storia per aver messo fine alla latitanza del boss ricercato per trent’anni. Il respira al comando di viale Romania, al centro della capitale, di euforia contenuta. Sono lontane le scene dei caroselli di fronte alla questura di Palermo quando furono catturati Tot Riina e Bernardo Provenzano. Ma la soddisfazione immensa, non a caso il generale decide di volare subito a Palermo.

Quando ha capito che era fatta?
Un quarto d’ora dopo la cattura, quando il comandante del Ros Pasquale Angelosanto mi ha avvisato.

Non vorr farci credere che si trattava di una notizia inaspettata?
Nell’ultimo mese avevamo capito che il cerchio si stava stringendo e sapevamo che ogni momento poteva essere quello buono. Negli ultimi giorni eravamo pi consapevoli, ma la storia ci ha insegnato che nulla scontato soprattutto quando si tratta di un capomafia. Sinceramente mi aspettavo di saperne qualcosa di pi nel pomeriggio.

E invece?
Come ho gi detto, da tempo stavamo effettuando uno screening nelle cliniche private e nelle strutture pubbliche sulle persone curate per questa particolare patologia. E poi tenevamo sotto controllo la cerchia di fiancheggiatori che evidentemente gli hanno dato copertura.

Un altro boss catturato in Sicilia, che addirittura si faceva ricoverare a Palermo e presumibilmente viveva a pochi passi da casa sua. Non lo ritiene una beffa?
Le nostre ricerche si sono sempre concentrate in Sicilia, eravamo pienamente consapevoli di dover trovare un buco nella rete di protezione del capo. Ma bene sapere che si tratta di una rete stretta e non facilmente penetrabile, dopo la cattura tutto sembra semplice. Io posso dire che noi l’abbiamo preso ma c’ stato un gioco di squadra con la polizia e con i magistrati che alla fine si rivelato vincente. il metodo di dalla Chiesa.

Che cosa intende?
Avevamo un pool di investigatori dedicati esclusivamente a questa indagine e con un gioco di squadra — che evidentemente comprende la polizia di Stato e gli altri apparati di sicurezza — siamo riusciti ad afferrare il filo giusto. Il metodo del generale Carlo Alberto dalla Chiesa quello tuttora applicato dai colleghi del Ros che prevede la perseveranza e soprattutto la scelta di utilizzare le tecniche investigative tradizionali. Vuol dire raccolta di tantissimi dati informativi dei reparti dei carabinieri, intercettazioni telefoniche e ambientali, verifiche sulle banche dati dello Stato, interrogatori.

Lei ha lavorato tanti anni a Palermo e appena due ore dopo la cattura volato in Sicilia. Che significato ha questo arresto?
un risultato straordinario, la pi grande soddisfazione della mia carriera e non potrebbe essere altrimenti, anche per quello che rappresenta. Noi abbiamo assicurato alla giustizia uno dei capi, l’uomo che ha attaccato lo Stato con le stragi.

Lei alla guida dell’Arma dal 16 gennaio del 2021. Un bel modo di festeggiare.
stata una grande emozione, esattamente a due anni dal mio insediamento quale Comandante Generale, stringere le mani agli uomini e donne dell’Arma che con il loro operato hanno permesso questo successo per lo Stato. Ho visto nei loro sguardi la fierezza e l’orgoglio di essere Carabinieri e di contribuire, ogni giorno, al contrasto di ogni forma di illegalit.

Per questo aveva deciso di andare subito a Palermo?
Ci sono investigatori che hanno sacrificato la propria vita per arrivare dove siamo oggi e colleghi che si sono dedicati a questa indagine con un impegno immane. Il mio desiderio stato quello di andare a incontrarli, di ringraziarli personalmente.

La mafia sconfitta?
Questa una battaglia vinta, non certamente la fine della mafia. Noi continueremo la lotta contro Cosa Nostra perch il cerchio non chiuso e anzi le indagini devono andare avanti nella consapevolezza che il nemico tuttora forte e capace di infiltrarsi nelle istituzioni. Quando la mafia non spara non vuole dire che non sia attiva, anzi.

Si riferisce alla minaccia economica?
Certo, e la cattura di Messina Denaro ci d nuovi stimoli ad andare avanti proprio seguendo il metodo applicato finora. C’ un’altra rete, quella degli affari e delle infiltrazioni, che va smantellata.

C’ chi dice che Matteo Messina Denaro si consegnato, chi parla di una nuova trattativa tra la mafia e lo Stato. Avete negoziato?
Non ci sono misteri, n segreti inconfessabili. Abbiamo indagato per anni e anni e abbiamo lavorato per fargli terra bruciata intorno. Fino a questo risultato straordinario che deve essere dedicato a tutte le vittime di mafia.

17 gennaio 2023 (modifica il 17 gennaio 2023 | 08:28)

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