M5S, Castaldo: «Putin risponda di crimini di guerra alla Corte penale dell’Aja»

di Emanuele BuzziIl responsabile Esteri M5S: invierò una lettera a Von der Leyen. Petrocelli? Molto rammaricato dalla sua scelta

Fabio Massimo Castaldo, lei è il responsabile dell’area Esteri del M5S targato Conte. Salvini va in Polonia, Letta duella con Le Pen, il Movimento in questa fase appare un po’ fermo sul piano internazionale.
Tutt’altro: il Movimento 5 Stelle è pienamente al lavoro in modo concreto e responsabile e le nostre iniziative politiche lo dimostrano. All’indomani dello scoppio della guerra Giuseppe Conte si è immediatamente recato presso l’ambasciata ucraina in Italia per manifestare la nostra solidarietà e il nostro sostegno, mentre in Europa siamo stati in prima linea nel proporre l’attivazione della direttiva 55/2001 per garantire la protezione di tutti i rifugiati ucraini, e un pacchetto di misure per proteggere le nostre imprese e le nostre famiglie dalle conseguenze della crisi.

Sì, ma concretamente le iniziative scarseggiano.Non direi. Il ministro Di Maio sta svolgendo un compito molto delicato di concerto con la diplomazia europea e internazionale, la sua missione in Algeria ha messo a segno un importante successo per garantire la continuità e la sicurezza del sistema di approvvigionamento energetico italiano. Stiamo lavorando con determinazione per proteggere i valori di democrazia e libertà attaccati dalle bombe russe, così come la sicurezza e il sistema produttivo dell’Europa e dell’Italia: tanto gli sterili battibecchi mediatici quanto iniziative propagandistiche lanciate da chi, forse, vuole solo far dimenticare certe foto e dichiarazioni surreali di qualche anno fa non ci interessano. Sono comportamenti che si iscrivono nel solco di un certo nervosismo, proprio come il tentativo di creare un incidente sul voto sul catasto e usarlo come diversivo rispetto alle accuse sulla propria simpatia e vicinanza al partito di Putin, denunciata persino dal Parlamento europeo in una risoluzione sulle interferenze straniere che voteremo settimana prossima a Strasburgo. Rivolgo un appello a tutti i leader politici: non utilizziamo la guerra come palcoscenico e manteniamo l’unità della nazione e dell’Europa. Il momento è davvero drammatico.

La risoluzione del governo pro Ucraina ha creato malumori per l’invio di armi.
La promozione della cultura del dialogo, della non violenza e il ripudio della guerra sono e restano nel dna del nostro Movimento, nato non a caso il 4 ottobre, il giorno di San Francesco, e ribadiamo con forza il nostro accorato appello alla Russia a cessare subito ogni violenza, ritirare immediatamente i suoi uomini dal territorio ucraino e negoziare seriamente per una soluzione diplomatica duratura. Nel frattempo, mentre le bombe russe continuano a mietere vittime innocenti e distruggere le città ucraine, non dobbiamo dimenticare la differenza di posizioni, anche ai sensi del diritto internazionale, tra il crimine di un aggressore e la legittima difesa di un aggredito. Non solo l’Italia, ma anche molti altri Paesi con una maggioranza progressista, come la Spagna e la Germania, hanno inviato armi difensive e lo stesso hanno fatto altri Paesi europei che non sono membri della Nato e hanno da sempre una tradizione neutralista, come Finlandia e Svezia, a ulteriore conferma della estrema drammaticità della situazione. Non siamo in guerra ma siamo fermi sui nostri valori.

Il senatore Petrocelli ha votato contro. A suo avviso si deve dimettere dalla presidenza della commissione Esteri?
Non spetta a me dirlo, sono molto rammaricato per la sua scelta anche perché avevamo svolto un doveroso dibattito interno preventivo e la posizione deliberata a larghissima maggioranza era chiara, a ogni modo è una riflessione che dovrà fare in primis lui stesso: so che ci sarà un confronto con lo stesso presidente Conte. Il Movimento 5 Stelle sostiene in modo compatto e coerente l’unità di azione dell’Europa e dell’Occidente e lavora per ristabilire il diritto internazionale, messo in crisi da una deliberata e pianificata aggressione della Russia a uno Stato indipendente e sovrano. Per questa ragione, nei prossimi giorni invierò una lettera a Von der Leyen e Borrell chiedendo che l’intera UE supporti al massimo delle sue possibilità l’indagine avviata della Corte Penale Internazionale dell’Aja. La lotta contro l’impunità è da sempre una mia e una nostra priorità: chi spezza vite innocenti e vuole imporre la propria volontà con la forza e il terrore dovrà renderne conto alla giustizia.

Gli altri partiti sono pronti a boicottare la commissione.
Ripeto, non è il momento delle polemiche politiche, soprattutto quelle interne. C’è una guerra in corso e non dobbiamo lesinare alcuno sforzo per fermarla.

Intanto la guerra va avanti. I russi hanno preso la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Teme una escalation?
L’escalation di brutalità e violenza sta già avvenendo nei fatti. A Zaporizhzhia abbiamo evitato per un soffio un disastro nucleare che sarebbe stato sei volte peggiore di quello di Chernobyl. Solo a Kharkiv, seconda città dell’Ucraina e importante polo universitario, si contano in queste ore 2.000 morti, fra i quali 100 bambini. Le forze russe stanno subendo molte più perdite di quel che prevedevano e, secondo numerose testimonianze, Putin ha già cominciato a fare uso di bombe termobariche e a grappolo nelle città, pericolosissime per l’incolumità dei civili e proprio per questo proibite dal diritto internazionale: il rischio di vedere nuovamente immagini drammatiche come quelle di Groznyj, capitale della Cecenia rasa al suolo dai russi nel 2000 è molto elevato. La situazione si fa sempre più drammatica, noi chiediamo all’UE di convogliare tutti i nostri sforzi affinché l’accordo raggiunto ieri fra le due parti per implementare subito i corridoi umanitari venga rispettato.

All’ Europa manca una identità e un ruolo in questo conflitto?
Al contrario, io credo che Putin abbia sottovalutato la nostra compattezza e determinazione. Pensava di poter contare su una risposta tentennante e tardiva dell’Europa ma ha fatto male i suoi conti: agiamo e continueremo ad agire con unità di intenti per proteggere i nostri valori e gli inalienabili diritti del popolo ucraino. Il terzo pacchetto di sanzioni sta colpendo molto severamente l’economia russa, la Borsa di Mosca è dovuta rimanere chiusa da una settimana, gli oligarchi sono in fuga, isolati e senza carte di credito. Inoltre, molte aziende fondamentali per il buon funzionamento dell’economia di Mosca hanno sospeso le loro attività, diplomaticamente la Russia, al di là di alcune rilevanti astensioni, ha perso all’Onu 141 a 5 e le manifestazioni per la pace si moltiplicano in tutta la Russia. Proprio il coraggio delle migliaia di russi che continuano a scendere in piazza sfidando gli arresti e la repressione del Cremlino è la nostra più grande speranza per il futuro e per la pace: dobbiamo sostenerli, dobbiamo aiutare chi oggi leva la sua voce, perché questa è la guerra di Putin e non di tutta la Federazione Russa, non dobbiamo alimentare la retorica dell’odio tra i popoli. La Russia fa parte della famiglia europea e la mia speranza è di vederla pienamente libera e democratica percorrere in un prossimo futuro, insieme all’Ucraina, il cammino dell’integrazione europea. Sarebbe la migliore garanzia per una pace duratura nel continente.

Le sanzioni a suo avviso basteranno o sono troppo blande?
Se dovesse essere il caso siamo disposti a inasprirle, sono già allo studio da parte della Commissione eventuali ulteriori pacchetti, ma siamo anche pronti a dare segnali distensivi se vedremo passi concreti verso il negoziato e la pace da Mosca. Bisogna fare di tutto per fermare questo inaccettabile massacro.

Ma così non rischiamo un boomerang per le nostre imprese?
Proprio per questa ragione abbiamo chiesto di adottare quanto prima un piano di misure europee per fornire immediatamente un sostegno economico alle aziende e alle famiglie colpite dal caro bollette e dal rincaro delle altre materie prime, per garantire liquidità e per promuovere un Energy Recovery Fund basato, come il Next Generation EU, sull’emissione di debito comune, che abbia come obiettivo il massiccio aumento degli investimenti per conseguire l’indipendenza energetica europea attraverso le rinnovabili e il massimo efficientamento energetico, unica prospettiva che ci metterebbe definitivamente al riparo da ricatti geopolitici. A tal fine, il superbonus dovrebbe rientrare fra le politiche che meritano questi nuovi finanziamenti europei: i fatti ci hanno dato ragione, va esteso e difeso.

4 marzo 2022 (modifica il 4 marzo 2022 | 17:22)
© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-03-04 16:23:00, Il responsabile Esteri M5S: invierò una lettera a Von der Leyen. Petrocelli? Molto rammaricato dalla sua scelta, Photo Credit: , Emanuele Buzzi

Powered by the Echo RSS Plugin by CodeRevolution.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version