di Giuseppe Alberto FalciLa deputata passa al gruppo Misto: «Conte è un uomo per bene ma non credo che la soluzione per l’Italia sia una sorta di Ulivo 2. I Cinquestelle non sono nati per “servire “ il Pd e LeU» È l’ultima di una lunga lista ad aver lasciato il M5S dall’inizio della legislatura. Ieri Francesca Troiano da San Giovanni Rotondo, classe ’85, professione psicologa, primo ingresso in Parlamento nel 2018, ha salutato gli ormai (ex) compagni di partito usando queste parole: «Non è facile ma lascio». Perché, onorevole Troiano? «L’Italia e l’Europa hanno bisogno di una forza politica omogenea e coerentemente riformista, liberale e popolare che non esiste nelle attuali famiglie politiche del PSE e del PPE. Io guardo con attenzione al “Patto del Quirinale” e all’evoluzione di Renew Europe». Quanto l’hanno delusa i 5Stelle? «Il M5S ha una visione alternativa su molti argomenti che ho seguito in Commissione Finanze. Sono contro il tetto del contante; sostengo la necessità della “tassa mite”, utile alle nuove partite iva, ai giovani imprenditori, al “rischio d’impresa”, il vero tema politico dei prossimi mesi. Inoltre, sono contraria alla mancata possibilità di impugnazione della cartella esattoriale non notificata». Dica la verità: si è pentita di essere stata pentastellata? «Non sono pentita e la mia è una scelta molto sofferta perché ho creduto davvero nella possibilità di poter contribuire al cambiamento». La sua critica nei confronti del Movimento è spietata. Ecco alcune delle sue affermazioni: «Uno non vale uno», «no all’odio per la ricchezza», «il reddito di cittadinanza è stato gestito male». «Ho maturato una visione che ha nello Stato e nelle Istituzioni il luogo cornice che offre a tutti pari opportunità di partenza. Sono una professionista nella vita, fuori dal Parlamento, e ritengo che la ricchezza prima di essere equamente redistribuita, vada generata. Gli imprenditori non sono il male assoluto. Il cittadino contribuente non è un evasore a prescindere. La differenza è tutta qui. Sul Reddito è chiaro cha la visione iniziale era di utilizzare uno strumento finanziario in grado di generare riqualificazione professionale e reinserimento lavorativo per rientrare nel mondo del lavoro e non per generare assistenzialismo improduttivo. Pur avendo il Reddito in questo periodo pandemico svolto un ruolo importante per garantire a milioni di famiglie il minimo indispensabile per sopravvivere». Qual è il suo giudizio sulla leadership di Giuseppe Conte? «È una persona per bene che fa scelte politiche diverse dalle mie. Non credo che la soluzione per l’Italia e per l’Europa sia una sorta di Ulivo 2. Il M5Stelle non è nato per “servire “ il Pd e LeU». Allo stesso tempo lei definisce Mario Draghi «un baluardo». Immagina il premier a Palazzo Chigi anche dopo le elezioni del 2023? «Il presidente Draghi è la credibilità dell’Italia nel Mondo. Una verità inconfutabile. Sicuramente avere Draghi fino alla messa a terra del Pnrr è auspicabile e forse anche necessario». Sogna un partito guidato dall’ex governatore della Bce? «Non credo in una forma partito con Draghi leader». Resta una domanda: adesso lei cosa farà? Siederà al Misto o è già in contatto con qualche partito? «Sono nel Misto e non ho contatti definiti. Io lavoro ad un progetto politico articolato e composito che guarda alla costruzione degli Stati Uniti d’Europa. Un progetto che dovrà lavorare alla ricomposizione di un quadro politico nuovo. Non sono populista e sovranista. Generazione Europa è la mia sfida più grande che ho davanti». 15 aprile 2022 (modifica il 15 aprile 2022 | 15:31) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-15 13:31:00, La deputata passa al gruppo Misto: «Conte è un uomo per bene ma non credo che la soluzione per l’Italia sia una sorta di Ulivo 2. I Cinquestelle non sono nati per “servire “ il Pd e LeU», Giuseppe Alberto Falci