M5S, la linea «granitica» di Grillo per colpire chi si schierò contro di lui

di Emanuele Buzzi

Da Crimi a Lombardi, chi si ribellò al leader storico nel 2021 ora rischia. L’esito del duello potrebbe arrivare «entro domenica». Di Maio attacca

«Ne resterà soltanto uno»: c’è chi cita Highlander per sdrammatizzare lo scontro tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo. La mediazione sul tetto dei due mandati e la forte opposizione del garante, al di là dei toni usati, sta delineando nel Movimento l’ultimo estremo scontro. «Se Conte molla, dimostra al mondo intero che a comandare è Beppe», dicono alcuni esponenti alla seconda legislatura che si sentono traditi dal leader. Diversi parlamentari temono che l’ex premier li voglia scaricare dopo aver promesso loro una deroga. Altri insistono sulla natura politica dello scontro. Uno scontro che — sostengono in ambienti vicini all’ex premier — il presidente M5S avrebbe evitato volentieri. Specie con questi toni così accesi.

Ma Grillo non ne vuole sapere. «È un muro», dice chi ha avuto modo di sentirlo. Il motivo è duplice. Da un lato il garante ha a cuore i principi delle origini, si sente il custode di quei valori messi in campo insieme a Gianroberto Casaleggio e crede fermamente che «resettare» il Movimento dopo l’esperienza di governo degli ultimi anni possa solo rinverdire le sorti dei Cinque Stelle.

Dall’altro lato, Grillo non concepisce di dove r «aiutare» personalità che lo scorso anno nella querelle con Conte si sono schierate apertamente contro di lui. Il garante ha ben presente le prese di posizione di Vito Crimi, Roberta Lombardi, Giancarlo Cancelleri, che nel 2021 usarono toni molto duri per attaccarlo . E non ha gradito nemmeno il ruolo svolto all’epoca da Paola Taverna. Grillo, insomma, si è sentito «tradito» da una parte di quei «figli politici» che lui stesso aveva lanciato nell’agone dei palazzi romani. La cicatrice è rimasta ed è ben visibile. E anche per questo il fondatore del M5S non vuole saperne di venire incontro a Conte per delle micro-deroghe. Troppo rischioso.

«Così ci uccide tutti», si lamentano però alcuni lealisti del garante. «Noi non abbiamo fatto nulla». Tra le vittime sacrificali c’è anche il presidente della Camera, Roberto Fico, che con Grillo vanta un rapporto strettissimo da anni, ma che negli ultimi mesi è stato in prima linea al fianco di Conte nella gestione del partito. Come riporta anche Dagospia, alcune fonti vicine a Grillo spiegano come il garante sia convinto che alla base di questa situazione in parte ci sia l’addio di Luigi Di Maio (e come è stata gestita la pratica nel Movimento). Ecco, quindi, la necessità per vari motivi di essere «granitici».

Il problema è che lo scontro vede due contendenti a rischio di stallo perpetuo. Conte ha dalla sua la forza dei fedelissimi (una buona fetta del gruppo parlamentare anche se circolano voci di altri venti addii), ma il leader potrebbe far valere la propria voce anche tra la base e gli eletti per cercare la prova di forza. Grillo dal canto suo ha il simbolo: c’è chi teme che più che sfilarsi dal M5S il garante possa far saltare l’uso del logo a Conte a due mesi dal voto. Una mossa estrema, che metterebbe il leader del Movimento in seria difficoltà e che aprirebbe un’altra faglia (insanabile). Tutte e due i contendenti, insomma, hanno punti di forza e punti deboli. Nessuno — come era già successo un anno fa — sembra in grado però di vincere il duello senza uscirne a sua volta fortemente danneggiato.

Tra i due litiganti, Di Maio gongola: «Probabilmente Grillo cederà ancora una volta, di certo non è un bellissimo spettacolo vedere forze politiche che si azzuffano al loro interno per qualche poltrona», dice a Controcorrente su Rete 4 il ministro degli Esteri.

Nel partito lo «spettacolo» viene guardato con preoccupazione. «Non è che Beppe voglia chiudere il Movimento?», si domanda smarrito uno stellato. «Devono smetterla. Conte si faccia sentire, trovino una sintesi: gli altri partiti hanno già iniziato la campagna elettorale. Il nostro presidente e il garante sono al mare a parlarsi addosso per un tema di poltrone: gli italiani cosa capiranno?», si sfoga un altro Cinque Stelle. La resa dei conti arriverà comunque «entro domenica», sostengono i ben informati.

28 luglio 2022 (modifica il 28 luglio 2022 | 07:12)

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, 2022-07-28 05:33:00, Da Crimi a Lombardi, chi si ribellò al leader storico nel 2021 ora rischia. L’esito del duello potrebbe arrivare «entro domenica». Di Maio attacca, Emanuele Buzzi

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