M5S: la lite tra Raggi e Lombardi. Bufera sulle candidature

di Claudio Bozza L’ex sindaca, rimasta fuori dalle liste, attacca su nomi e alleanze. L’assessora: contano i fatti e i romani ti hanno mandato a casa I nomi dei candidati del M5S saranno decisi con le parlamentarie online a cavallo di Ferragosto, per la precisione il 16. È una corsa contro il tempo, quella voluta dal leader Giuseppe Conte , che sperava di contenere le polemiche sui capilista, di cui avrà i poteri di scelta: «Le liste le firmo io, la responsabilità è mia….», va ripetendo. La bufera, però, sembra solo all’inizio: «Con le nostre primarie verranno scelti solo i candidati per i collegi plurinominali — dice uno dei deputati esclusi dopo lo stop al terzo mandato —: tra questi, con le percentuali annunciate dai sondaggi ne saranno eletti solo una manciata». È forse anche in previsione di questo scenario che Conte sta riempiendo il suo scacchiere nei collegi blindati con buona parte dei suoi fedelissimi, nella speranza di contenere i rischi di un attacco alla sua leadership nel caso in cui il 25 settembre dovesse andare peggio di quanto previsto. L’asticella è fissata al 12%: con questa percentuale 12 seggi al Senato e 25 alla Camera sarebbero «coperti» da nomi scelti da Conte. Ma secondo gli oppositori interni si tratta di una previsione ottimistica: i numeri che girano parlano di nessun eletto in 5 regioni e pochissime possibilità in quattro. E sottolineano un dato: se Conte decide i capilista, in caso di 5% avrà scelto 16 su 18 eletti, in caso di 10% ne avrà selezionati lui 32 su 45. In parte i posti da capilista andranno ai suoi vicepresidenti, compresa la viceministra Alessandra Todde, che grazie al maquillage delle regole potrà correre per Montecitorio nella sua Sardegna pur avendo più di 40 anni. Interpretando il vademecum per le candidature, c’è chi aveva ipotizzato la possibilità di candidare Virginia Raggi , ma proprio nelle ultime ore è arrivata una frase sibillina di Conte a fare chiarezza: «Virginia rimarrà a fare la consigliera comunale nella Capitale». L’ex sindaca di Roma non pare aver gradito ed è partita al contrattacco con parole di fuoco contro il Pd: «Stop alle alleanze in tutte le realtà in cui governiamo insieme ai dem», ha detto aggiungendo una staffilata al leader: «Liste alla luce del sole, basta amici degli amici». E ieri, per interposta persona del leader, l’assessora del Lazio Roberta Lombardi (che appunto governa con il Pd di Zingaretti) si è lanciata in una replica al vetriolo: «Alla fine sono i fatti che contano — scrive su Facebook —. Sono i risultati raggiunti che parlano del nostro operato e per i quali saremo giudicati alle urne. Perché in fin dei conti si può anche governare Roma per cinque anni e mezzo avendo la maggioranza ma se alla fine del mandato i cittadini ti mandano a casa, senza nemmeno farti arrivare al ballottaggio, allora è il caso di farsi una domanda. Non di lanciare proclami dal pulpito». Intanto, ieri, nel database grillino sono iniziate ad arrivare alcune centinaia di autocandidature, assieme ai rispettivi certificati che attestino la fedina penale pulita. Il Movimento continuerà a raccogliere i nomi degli aspiranti deputati e senatori fino a lunedì alle 14. A Campo Marzio, quartier generale grillino, per ora si mantiene la linea del massimo riserbo su eventuali deroghe ed eccezioni. Ma i tempi così ristretti per tenere le parlamentarie fanno storcere la bocca a tanti deputati e senatori che dibattono nelle chat. In maniera riservata, secondo quanto riportato dall’Adnkronos, più di un eletto avrebbe inviato doglianze via sms anche a Beppe Grillo, ritratto da Dagospia sotto un ombrellone a Porto Cervo, vicino alla sua villa. Le lamentele, in particolare, riguardano i poteri di scelta dei capilista da parte di Conte. A sostenere che il leader violerebbe le regole scegliendo e blindando i capilista ci pensa anche l’avvocato Lorenzo Borré, già pronto ad aprire una nuova battaglia in tribunale. «Conte non può scegliere e blindare i capilista — spiega —, lo dice lo statuto. Non ha senso del resto indire una gara in cui il primo arrivato viene collocato al secondo posto in graduatoria. Tanto varrebbe allora eliminare definitivamente le primarie. Ma anche questa sarebbe una violazione statutaria». 5 agosto 2022 (modifica il 5 agosto 2022 | 22:34) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-08-05 19:16:00, L’ex sindaca, rimasta fuori dalle liste, attacca su nomi e alleanze,

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