In questi giorni sta tenendo banco la questione relativa al liceo Terenzio Mamiani di Roma, occupato dagli studenti dallo scorso 5 dicembre. Come riporta Il Corriere della Sera, l’occupazione starebbe bloccando anche l’attività della segreteria e in particolare la rendicontazione “su piattaforma Mim dei fondi Pnrr e Pon spesi per i progetti ‘Digital board’ e ‘Connessione rete’, materiali e servizi che i ragazzi già utilizzano”.
Cosa ha detto la preside del liceo Mamiani ai genitori?
Questa è la denuncia della dirigente scolastica dell’istituto, che in una lettera inviata ai genitori si dice preoccupatissima: “La protratta occupazione sta facendo danni importanti non solo alla componente studenti (molti giorni di lezione persi a fronte di pranzi sociali, corsi tenuti da sedicenti formatori, gruppi di ascolto, musica, riflessioni sui problemi attuali, sport e quant’altro, come da ‘programmi’ postati su Instagram. Attività importanti, non metto in dubbio, ma che potrebbero essere svolte nel pomeriggio o nelle assemblee), quanto anche all’ufficio di segreteria che non più svolgere il proprio lavoro amministrativo contabile”.
“Il 15 dicembre è termine ultimo per effettuare i pagamenti. Se la scuola non riuscirà a rendicontare perderà i fondi e probabilmente sarete voi Genitori a dover rimettere i 64 mila euro già spesi. Altre soluzioni non ne vedo, purtroppo. Siete tutte persone che vivete nel mondo del lavoro e sapete benissimo che all’Europa o al MIM non possono interessare le motivazioni sottese ad una mancata rendicontazione. Ritireranno i fondi. Ho già parlato con gli occupanti che sembrano ben poco interessati a questo aspetto, sordi ad appelli e a ragionamenti pratici, in nome di alti ideali. Per questo mi rivolgo a voi, soprattutto ai genitori degli occupanti: fate ragionare i vostri figli, la protesta sta invalidando situazioni amministrative molto delicate che non possono poi essere risolte in un giorno”, ha aggiunto.
“I finanziamenti arrivati devono essere rendicontati entro il 15 dicembre, altrimenti ci vengono richiesti indietro, e tutte le carte sono a scuola. Se perderemo questi 64mila euro di fondi, li chiederò ai genitori degli studenti”, ha ribadito a Mattino Cinque News, come riporta TgCom24.
“Anche l’anno scorso e l’anno precedente gli ho chiesto il rimborso dei danni provocati dai loro figli alla struttura, pari a oltre ottomila euro”, ribadisce la dirigente scolastica, che, assieme agli insegnanti, si reca ogni mattina davanti al liceo per cercare di far cambiare idea ai ragazzi. “È un problema per loro e per gli altri studenti a casa, oltre che per la segreteria che non può svolgere tutte le praticheSiamo preoccupati e avviliti perché non riusciamo a fare il nostro lavoro e soprattutto perché i ragazzi non stanno facendo lezione”, ha concluso.
Liceo Mamiani occupato, la risposta degli studenti alla preside
I ragazzi hanno risposto a queste affermazioni: “Nulla obietta l’ingresso del personale di segreteria all’interno della scuola se c’è il bisogno che queste operazioni si svolgano all’interno, nelle date 13 e 14 dicembre per concludere gli adempimenti che confidiamo siano stati già da tempo avviati”.
“Quanto alla dichiarazione della dirigente che definisce l’occupazione ‘un danno alla componente studenti per i giorni di lezione persi’ ribadiamo che per noi è fondamentale che l’occupazione venga concepita come un momento di formazione e cultura. Infatti, nella settimana trascorsa è stata interrotta la didattica frontale a favore di una alternativa, più vicina alle nostre esigenze. I corsi che si sono tenuti in questi giorni hanno coinvolto professionisti su temi legati alla sessuo-affettività, alla salute mentale e alla violenza di genere, ed è stato offerto uno sportello d’ascolto a scuola aperto a tutt* durante tutti i giorni dell’occupazione”, hanno aggiunto.
I ragazzi hanno insistito: “Sono inoltre giunti, da diverse città italiane, compagni testimoni di lotte sul territorio nazionale e studenti e studentesse che, come noi, portano la politica nelle proprie scuole; hanno partecipato anche realtà autorganizzate della nostra città, con cui abbiamo trovato punti comuni nella lotta e da cui abbiamo ricevuto solidarietà. Abbiamo accolto ospiti dal mondo dello spettacolo, della musica e del cinema, per attestare l’importanza di una vasta formazione assente dagli stringenti limiti dei ‘programmi’ ministeriali e dedita alla cultura nella sua accezione più esaustiva. Ci rammarica il fatto che, nonostante una proposta di scuola innovativa, nonostante una rabbia e delle necessità di un’intera generazione, nonostante una mobilitazione a livello cittadino, riceviamo, da chi dovrebbe ascoltarci, solamente repressione e indifferenza”.
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