Manchester City-Real Madrid 4-3: Guardiola show, poi si scatena Benzema e salva Ancelotti

di Paolo Tomaselli, inviato a Manchester

Segnano De Bruyne, Jesus, Foden e Bernardo Silva per gli inglesi, doppietta del solito Benzema e sigillo di Vinicius per gli spagnoli. Ritorno il 4 maggio al Bernabeu

Non ora, non qui, non in questo stadio che cerca di fare la faccia cattiva, senza riuscirci fino in fondo. Il Manchester City sale e scende dalla sua Blue Moon, segna due gol, sovrasta il Real Madrid, si porta sul 3-1, poi sul 4-2, ma non è mai abbastanza per abbattere lo spirito della squadra che non ha paura di niente. E che non muore mai. Benzema, Vinicius, ancora Karim con il cucchiaio sul rigore del 4-3, rendono più morbido l’atterraggio dei blancos dopo le turbolenze dell’Etihad: il 4 maggio gli spagnoli cercheranno l’ennesima rimonta al Bernabeu, luogo mistico delle imprese impossibili contro Psg e Chelsea.

Sarebbe sbagliato pensare che tutto andrà secondo consumato copione, con la vecchia guardia Real capace di ogni magia. Ma per come si snoda questa lotta che sembra il capodanno del calcio, con un fuoco d’artificio dietro l’altro, il risultato lascia più energie positive ad Ancelotti che a Guardiola: se non crolla dopo un avvio del genere, con il fantastico De Bruyne che dopo 93’’ segna di testa su assist sontuoso di Mahrez (al termine di una grandissima giocata) e Gabriel Jesus che scherza con Alaba e segna davanti a Courtois (tutto in 11’ scarsi) allora perché il Real dovrebbe mollare la qualificazione alla finale di Parigi nel suo tempio, davanti alla sua gente, con la luce riflessa delle 13 Champions vinte a intimidire i parvenu che arrivano da mezza Europa?

Carletto Quinto, l’unico ad alzare al cielo tre Champions con due squadre diverse, sabato con un pareggio contro l’Espanyol diventerà anche l’unico a conquistare il campionato in cinque Paesi differenti. Eppure dopo il secondo gol inglese sembra un uomo invecchiato, in balia del vento gelido: sbuffa, si consulta con il figlio Davide, cerca di capire se la scelta obbligata di mettere in panchina Casemiro acciaccato può essere il motivo di tante difficoltà a uscire dalla pressione del City. Il Real punta forte sulle fasce, data anche l’assenza di Walker, ma Guardiola come spesso succede ruba l’idea all’avversario e grazie anche al suo vero fattore destabilizzante, il canterano Foden, più che mai anima di strada di questa squadra a volte fin troppo perfetta, domina a tutto campo. L’uscita di Stones, malmesso pure lui, toglie qualche certezza al Manchester, che pure ha praterie di fronte a sé: la disperazione di Pep per il 3-0 fallito da Mahrez e Foden, la dice lunga sui timori di un’altra rimonta. E la girata semplice e perfetta su cross da sinistra di Mendy con cui Benzema segna il 2-1 fa impallidire la luna del City.

Ma lo show ricomincia da capo. Prima il palo di Mahrez e il clamoroso salvataggio di Carvajal su Foden, poi il 3-1 dell’inglesino di testa fanno credere al popolo che il traguardo sia a un passo. Ma Vinicius con una galoppata degna della sua fama abbassa il volume inglese. Però che City sarebbe se non attaccasse in continuazione? Il diagonale sotto l’incrocio di Bernardo Silva sembra l’ultimo tracciante, a indicare la strada nella notte. Ma nel buio che a volte sembra inghiottirlo, questo Real, che trova il rigore finale per un fallo di mano di Laporte, sa sempre come orientarsi. Con le sue stelle.

26 aprile 2022 (modifica il 26 aprile 2022 | 23:28)

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