La manifestazione svoltasi nel pomeriggio del 4 marzo a Firenze segna certamente una svolta politica interessante anche se, per il momento, è ancora presto per capire quali potranno essere gli sviluppi.
Sta di fatto che oggi a Firenze erano tutti insieme appassionatamente: sindacati di base e sindacati confederali, studenti, esponenti politici, da Elly Schlein a Giuseppe Conte. C’era persino Maurizio Landini a dare “copertura a sinistra” ad una manifestazione quanto mai ecumenica.
Tutto è filato liscio, senza screzi e senza dissensi, almeno apparentemente.
Anzi si sono sentite persino dichiarazioni di intenti unitari: Schlein e Conte dicono che si può discutere di politiche scolastiche comuni fra PD e M5S.
Le cronache dicono che c’erano in piazza 40-50mila persone tutte insieme a difesa della “scuola antifascista” e contro le ingerenze del ministro Valditara che nei giorni scorsi aveva in un certo senso “redarguito” la preside Savino per una frase contenuta in una sua circolare indirizzata agli studenti.
Ovviamente a Firenze gli slogan contro il Ministro si sono sprecati; altrove non sono mancati gli eccessi assolutamente fuori luogo (a Milano sono apparsi manifesti con i disegni di Valditara e Meloni messi a “testa in giù”).
L’organizzazione di destra “Blocco studentesco” ha reagito e a Padova ha innalzato striscioni per dire che la scuola non ha da essere né fascista né antifascista ma più semplicemente libera: l’affermazione sembra ovvia, ma non tiene conto del fatto che la scuola è una istituzione della Repubblica e che la nostra Costituzione non nasce da una qualche forma di “alleanza” fra fascisti, monarchici e antifascisti. La nostra Costituzione rappresenta, a tutti gli effetti, la vittoria dei principi della Resistenza, di cui fecero parte uomini e donne di diverso credo politico, dai comunisti ai democristiani, dai liberali ai socialisti: non a caso, d’altronde, la nostra Carta prevede espressamente il divieto di ricostituzione del partito fascista.
Insomma la matrice antifascista della Repubblica e della nostra legge suprema è del tutto fuori discussione.
E su questo, oggi, è stato fin troppo facile è stato fin troppo facile trovarsi d’accordo e protestare contro il silenzio del Governo e del Ministro dell’Istruzione e del Merito verso le aggressioni agli anti-fascisti.
Il “bello” però arriverà a partire da domani, quando tutti i soggetti politici dovranno fare il tentativo di trovare qualche punto in comune.
E, francamente, allo stato attuale appare quanto meno improbabile che tutte forze appassionatamente unite contro il Ministro di destra dovranno provare a mettersi d’accordo su un programma per la scuola che vada al di là dei soliti slogan elettorali (stipendi europei, stop alle classi pollaio e al precariato): perché essere uniti “contro” qualcosa è sempre molto facile, mentre è molto difficile (alle volte persino impossibile) stare insieme per un programma comune.
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