Per la scuola nella prossima legge di bilancio non pare esserci nulla di importante. Anzi, per adesso proprio nulla. Ma se dovesse arrivare qualcosa appare improbabile scommettere su risorse importanti come quelle per l’aumento di stipendio del personale scolastico.
La prossima settimana, infatti, dovrebbe essere presentata la Nadef, che potrebbe portare a una revisione al ribasso delle previsioni sul PIL.
Addentrandosi nel dettaglio, dalle prime previsioni, per la stesura della manovra 2023, il governo ha bisogno di trovare coperture per circa 30 miliardi di euro, mentre al momento ne sono certi solo 5,5 miliardi. Tra le spese previste, 9 miliardi sono necessari per il taglio del cuneo fiscale, 4 miliardi per la sanità, e 2 miliardi per il pacchetto pensioni.
Dunque, al momento, appare irrealistico pensare che si riusciranno a mettere risorse importanti per il personale scolastico. Misure che però sono richieste dato che dovrebbe partire la nuova trattativa per il rinnovo contrattuale del comparto Istruzione 2022/2025. E certamente le aspettative di rimpinguare le buste paga di docenti e ATA sono tante, specialmente alla luce dell’ultimo rinnovo arrivato con estremo ritardo portando nelle tasche un aumento medio di 100/120 euro lordi ai docenti.
Eppure il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha indicato più volte come prioritario il tema dell’aumento delle retribuzioni.
Legandolo spesso anche alla questione del prestigio sociale degli insegnanti, secondo il Ministro se si vogliono dare più “strumenti ai docenti per rafforzare autorevolezza“, quello della retribuzione non può essere un tema secondario. “Gli stipendi degli insegnanti non sono adeguati, proveremo a fare di più“, ha detto proprio pochi giorni fa.
Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha puntato i riflettori sulla questione salari docenti, nel corso dell’inaugurazione dell’anno scolastico a Forlì.
“Dobbiamo incoraggiare il lavoro di tanti insegnanti, entusiasti e volenterosi, aiutare la loro strada per camminare insieme agli studenti, evitando che cambino ogni anno, con la necessità di ricostruire ogni volta il rapporto con loro”, ha detto Mattarella, aggiungendo: “Assicurando loro condizioni economiche adeguate, e restituendo pienamente alla loro funzione il prestigio che le compete nella società e che talvolta è messo in discussione da genitori che non si rendono conto di recar danno ai propri figli“.
Dunque, quello della retribuzione è un tema sempre richiamato ma che al momento non vede concretizzare i propositi.
Intervistato da Orizzonte Scuola, il segretario generale della Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, ha detto a tal proposito: “Lo scorso anno lo scenario proposto dalla legge di bilancio approvata in Consiglio dei Ministri poco o quasi nulla ha previsto sulla scuola. E’ vero, il Ministro Valditara si era appena insediato. Quest’anno ha la possibilità, insieme all’Esecutivo, di cambiare rotta”.
E ancora: “Ad esempio, modificare i parametri che hanno portato al dimensionamento della rete scolastica previsto dalla Finanziaria 2023 oltre a stanziare le risorse necessarie per valorizzare il personale della scuola. La proposta da lui stesso formulata, a Saragozza, agli altri Ministri Europei dell’istruzione – quella di lasciare la scuola fuori dai vincoli di Bilancio – ci trova d’accordissimo. Si tratta anche di una nostra rivendicazione sulla quale è necessario lavorare e insistere per realizzarla. Lo sosteniamo da sempre: sulla scuola non si fa cassa, è necessario investire”.
La Cisl Scuola, “in riferimento alla legge di bilancio, banco di prova delle intenzioni del Governo anche rispetto ai prossimi rinnovi contrattuali, indica come obiettivo da perseguire anche quello di rendere strutturale il finanziamento per i docenti tutor, la cui presenza va estesa almeno alla scuola secondaria di I grado”.
“Altri obiettivi che devono trovare necessaria copertura economica – prosegue il sindacato – sono la stabilizzazione del personale ATA e il prolungamento per l’intero anno delle supplenze finalizzate alla gestione dei progetti PNRR“.
Molto chiara la posizione di Marcello Pacifico, presidente ANIEF: “la scuola ha bisogno almeno di un miliardo in più da stanziare con la prossima Legge di bilancio, perché ci sono diversi ambiti su cui intervenire d’urgenza, a partire dagli organici aggiuntivi, indispensabili per attuare nei prossimi tre anni il Pnrr come pure per dare supporto all’autonomia scolastica, che non possono certamente limitarsi ad un pugno di unità di personale Ata da contrattualizzare fino a dicembre 2023”.
“Se il Governo vuole davvero abbattere le percentuali altissime di dispersione scolastica presenti in certe province, soprattutto del Meridione e delle grandi isole, non basta agire sulle infrastrutture e nelle tecnologie, ma occorre investire nelle risorse umane che portano avanti il sistema. Come pure sui loro stipendi, che ad oggi rimangono privi anche dell’indennità di vacanza contrattuale: si tratta di fare avere subito 100 euro medi al mese, più quasi 2mila di arretrati dell’ultimo anno e mezze, sempre in attesa del rinnovo del nuovo contratto”, aggiunge.
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