Manovra, liti e ultimi inciampi. Poi la Camera dice sì alla fiducia

di Virginia PiccolilloVia libera con 221 s e 152 no. Il ministro dell’Economia: turbolenze, ma l’importante atterrare Sembrava fatta. Dopo gli ultimi incidenti di percorso la manovra si avviava al voto di fiducia. Poi, improvvisamente, un nuovo allarme pasticcio. Due errori nelle tabelle. Un altro su un richiamo normativo che secondo il Pd torna a far vivere il termine congruo accanto al lavoro che i percettori di reddito di cittadinanza non possono rifiutare. E infine l’ultima polemica sul lupo che la Lega vuol declassare, rendendo possibili gli abbattimenti. Una corsa a ostacoli che ha comunque portato la maggioranza a incassare la fiducia: 221 s e 152 no. Le tensioni non hanno scalfito la calma del ministro Giancarlo Giorgetti. In aula dall’inizio alla fine si lasciato scivolare anche le accuse alla manovra vigliacca (copyright Serracchiani) e alla visione da schiavismo 2.0 (parole di Conte). Mentre molti guardano solamente il fumo io guardo l’arrosto. E l’arrosto buono, dice al Corriere. Il ministro respinge ogni drammatizzazione sui rilievi della Ragioneria dello Stato, correzioni in corsa e rush finale da cardiopalma. Accanto al ministro Pichetto Fratin, ai cronisti ha assicurato: Io e Gilberto abbiamo complessivamente 50 anni di legge di bilancio in due e non ci impressioniamo. come con le turbolenze in aereo. L’importante atterrare. Nell’atterraggio un’altra novit: la decontribuzione sale a 8mila euro per chi assume donne svantaggiate, under 36 e percettori di reddito di cittadinanza. L’ultima turbolenza aveva riguardato ieri Villa Verdi. Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano si era impegnato per l’acquisto. Ma la Carta cultura per i giovani ha sottratto i 20 milioni accantonati. E cos, mentre i deputati arrivavano alla spicciolata a Montecitorio per la maratona del voto di fiducia, il governo l’ha inserita fra le esigenze indifferibili: spostando i fondi al Mef e modificando una delle tabelle allegate al provvedimento. Come l’altro ritocco, quello sulla peste suina in Piemonte. Con lo stanziamento di 400mila euro che in commissione non era passato, arrivato grazie al pressing della Lega. Una forzatura ha protestato l’opposizione. Indignata per il pericolo di creare un precedente facendo seguire ad un voto di fiducia una modifica del testo. Questa manovra un caotico inventario di misure inadeguate, retromarce continue, errori macroscopici, ha accusato Conte. Un’allusione al refuso sul tetto del Pos e all’emendamento senza copertura che dava mezzo miliardo ai Comuni. Un caos che il deputato di FdI, Federico Mollicone, attribuisce al Tesoro e alla stessa Ragioneria. Nelle due notti in commissione Bilancio non c’era nessuno dei funzionari del Mef e della Ragioneria: dovevamo mandare delle mail con risposte che arrivavano la mattina dopo. C’ stato un caos amministrativo e non politico. Giorgetti minimizza: Ma no, sono stanchi, hanno lavorato tanto. In aula Noi Moderati rivendica di aver portato al 5% l’aliquota per i pensionati transfrontalieri del ponente ligure. quasi la vigilia di Natale quando spunta un nuovo ordine del giorno e una nuova polemica. Angelo Bonelli (Verdi) denuncia: La Lega vuole che il lupo sia una specie non protetta. Mirco Carloni, autore dell’emendamento precisa: Resta protetta ma non prioritaria, quindi pu essere sottoposta a piani di gestione che possono prevedere abbattimenti. La maratona notturna andr avanti fino all’alba. 23 dicembre 2022 (modifica il 23 dicembre 2022 | 23:37) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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