Mario Draghi a Gerusalemme: «No all’uso politico dell’odio»

di Marco Galluzzo, inviato a Gerusalemme

Colloquio col presidente israeliano Isaac Herzog e raccolta di informazioni in vista del viaggio di dopodomani a Kiev con il Cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francesce Emmanuelle Macron: ottimismo sulle possibilità del negoziato

Un faccia a faccia di 45 minuti con il capo dello Stato di Israele. I rispettivi staff partecipano solo al momento del saluto, pochi minuti di confronto e presentazioni reciproche, poi Mario Draghi e Isaac Herzog si chiudono alle loro spalle la porta dell’ufficio presidenziale. Il presidente del Consiglio dopodomani sarà a Kiev insieme a Macron e Scholz, gli israeliani hanno informazioni che per densità, capillarità e capacità di interlocuzione sia con i russi che con gli ucraini sono altamente sensibili e necessarie, oltre che utili, prima della missione dei tre Paesi più importanti dell’Unione Europea a Kiev. Se i russi ottengono le vittorie programmate nei prossimi giorni, è il dato che si raccoglie nello staff di Draghi, «l’inizio dei primi negoziati potrebbe avvenire nel breve periodo».

È forse una previsione azzardata, o forse solo realistica, altre informazioni di natura strategica arriveranno oggi dall’incontro che Draghi avrà con il primo ministro israeliano, Naftali Bennet, che ha un rapporto personale con Vladimir Putin che nessuno nell’Unione Europea può vantare. Roma fa già parte di un gruppo di Paesi che potranno garantire accordi di pace e sicurezza, o accompagnare un processo negoziale sin dai primi passi: l’interlocuzione con le istituzioni d’Israele aggiunge un tassello ineludibile, aggancia il nostro Paese ad uno Stato che come la Turchia è equidistante fra Kiev e Mosca, non ha aderito alle sanzioni economiche, avrà un ruolo decisivo in eventuali accordi post bellici.

L’altro incontro

Nelle stesse ore in cui Draghi inizia la sua visita, a Gerusalemme arriva Ursula von der Leyen. Anche la presidente della Commissione europea oggi sarà ricevuta da Bennet, per qualcuno non è una coincidenza: si viene dal capo del governo d’Israele per confronti e scambi di informazioni che sono necessari per tutta l’Unione Europea, e la missione a Kiev del presidente del Consiglio, del capo dell’Eliseo e del cancelliere tedesco — fra due giorni a colloquio con Zelensky — significa spostare quasi l’intera Unione nella capitale ucraina. La prima tappa del viaggio di Draghi a Gerusalemme è una visita alla sinagoga italiana: «In momenti di crisi, di incertezza, di guerra — come quello che stiamo vivendo — è ancora più importante opporsi con fermezza all’uso politico dell’odio. Dobbiamo promuovere la tolleranza, il rispetto reciproco, l’amore per il prossimo. Questi sono i veri ingredienti di una pace duratura. La storia della vostra comunità è un esempio a cui guardare con orgoglio», dice il presidente del Consiglio ad una rappresentanza della comunità italiana che vive qui.

Quindi il capo del governo tocca anche la memoria delle persecuzioni contro gli ebrei italiani: «Lo sviluppo della comunità italiana è direttamente legato ai terribili fatti del Ventennio, in particolare all’introduzione delle leggi razziali nel 1938. Le enormi colpe del nazifascismo e gli orrori della guerra non hanno diminuito l’importanza della diaspora ebraica in Italia, che ancora oggi è ricca di energia, spirito, tradizione». Oggi Draghi sarà anche a Ramallah, dove vedrà il capo del governo dei territori palestinesi Mohammad Shtayyeh e firmerà degli accordi di cooperazione bilaterale. Di prima mattina sarà in visita al Museo dell’Olocausto Yad Vashem, dove deporrà una corona di fiori alla Tenda della Rimembranza.

13 giugno 2022 (modifica il 13 giugno 2022 | 22:57)

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, 2022-06-13 23:41:00, Colloquio col presidente israeliano Isaac Herzog e raccolta di informazioni in vista del viaggio di dopodomani a Kiev con il Cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francesce Emmanuelle Macron: ottimismo sulle possibilità del negoziato, Marco Galluzzo, inviato a Gerusalemme

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