Masoero: «Non conto i giorni di smart working e abbiamo postazioni pure nell’orto aziendale»

di Christian Benna

Floriano Masoero, ingegnere 43 enne, è il nuovo presidente e ceo di Siemens Italia: «Quando mi chiedono da dove vengo, rispondo: dall’unico territorio industriale che è anche patrimonio Unesco, Asti e le Langhe»

Liceo ad Alba e laurea al Politecnico di Torino. «Quando mi chiedono da dove vengo, rispondo: dall’unico territorio industriale che è anche patrimonio Unesco, Asti e le Langhe». La tesi preparata in «ciabatte e tshirt» in una startup creativa della periferia di Stoccolma. «In Svezia ho imparato la libertà di lavorare in modo serio senza prendermi sul serio». E poi ancora Torino, un Mba in Economia. «Grazie al professor Giorgio Pellicelli ho capito che un buon manager deve essere multidisciplinare: sapere di marketing come di aspetti tecnici». E ora, dopo aver fatto, da buon appassionato ciclista qual è, «il giro delle Alpi» (in Iveco, Schneider Electric tra Torino e Sophia Antipolis in Francia e Eaton in Svizzera), l’ingegnere Floriano Masoero nato ad Asti 43 anni fa, è diventato presidente e amministratore delegato di Siemens Italia, 2.700 dipendenti (150 a Torino) e capo di Siemens Smart Infrastructure. Non è la prima volta che la multinazionale tedesca, 86 miliardi di euro di ricavi, pesca i suoi top manager italiani dal Politecnico di Torino (Federico Golla, nominato nel 2009, è stato al vertice per quasi 10 anni), ma questa volta il mandato di Masoero prevede una svolta profonda nell’organizzazione del lavoro verso un modello più fluido, agile e flessibile.

«Non conto i giorni di smart working. Non guardo se un collaboratore veste in giacca e cravatta. Fuori dall’ufficio abbiamo persino messo postazioni nell’orto aziendale. I gruppi di lavoro che stiamo formando devono essere funzionali ai progetti, e non a rigide regole aziendali». In pratica Masoero sta provando a unire l’anima ingegneristica con quella creativa, un po’ come nei mesi trascorsi in Svezia nella startup Spirea, dove le formalità erano messe fuori campo per concentrarsi in totale libertà sul progetto. «Il nostro mestiere è quello di una tech company — spiega Masoero — Noi siamo esperti di industria, infrastrutture e mobilità. E accompagniamo le imprese, le grandi come le Pmi nelle transizioni gemelle: ecologica e digitale. Per farlo non basta vendere soluzioni e infrastrutture, bisogna fornire risposte sui processi, avere una visione».

Il manager astigiano, appassionato di ciclismo e di arte, «non perdo un’edizione di Artissima a Torino e il mio sogno è avere in ufficio un monocromo di Ettore Spalletti che cambia tonalità a seconda della luce del giorno» sta costruendo team di lavoro interdisciplinari, fortemente responsabilizzati e autonomi. «L’unica regola nella composizione della squadra — spiega il manager — è che ci sia un esperto del settore dell’azienda cliente. Per il resto vince la multidisciplinarità: cultura umanistica che incontra quella tecnica».

Siemens è presente a Torino dalla «notte dei tempi». Dal 1908 opera sul territorio. I clienti sono i big dell’auto, prima Fiat ora Stellantis, Comau, Lavazza, ma anche le Pmi del distretto enomeccanico astigiano. «L’Italia è la seconda manifattura europea, e il Piemonte, soprattutto Torinese, Cuneese e Astigiano, sono il cuore di questa manifattura. La sfida oggi, nel lavoro come nella produzione, è legata «all’empowerment delle persone e dei processi». Masoero spiega cosa intende per «potenziamento». Intanto empowerment sta per più autonomia e più responsabilità. «Si crea valore valorizzando le persone, come cerchiamo di farlo nei nostri team. Vale lo stesso per le filiere industriali. Il digitale e le infrastrutture intelligenti permettono di competere nel mondo anche alle aziende più piccole». Per riuscirci, e qui veniamo alle note dolenti del territorio, servono più competenze, soprattutto tecniche. «La verità è che non ci sono abbastanza profili tecnici. Ce ne rendiamo conto ogni giorno, e questo è un freno allo sviluppo. Ecco perché abbiamo aderito con convinzione al Cim 4.0, il Competence center di Torino, e collaboriamo strettamente con gli istituti tecnici del territorio».

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18 settembre 2022 (modifica il 19 settembre 2022 | 22:01)

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