di Chiara Barison
L’operazione è dei servizi segreti tedeschi, a renderlo noto è il giornale tedesco Der Spiegel
«Prima li interrogate, poi li uccidete». Questa frase sarebbe emersa dalle intercettazioni che i servizi segreti tedeschi hanno fatto delle conversazioni tra i vertici dell’esercito russo e i soldati impiegati nell’occupazione della città ucraina di Bucha. Lo rende noto il giornale tedesco Der Spiegel , ipotizzando che la strage di civili emersa negli scorsi giorni sarebbe stata non solo premeditata, ma farebbe parte di un piano di sterminio più articolato. L’obiettivo sarebbe quello di seminare il terrore tra la popolazione civile per aumentare la probabilità di una resa dell’Ucraina.
Le conversazioni avrebbero come oggetto proprio le vittime di Bucha e permetterebbero di far crollare la posizioni negazioniste del Cremlino. I dati del traffico delle intercettazioni sembrerebbero coincidere con i luoghi di ritrovamento cadaveri. In una delle conversazioni si sentirebbe un soldato fare riferimento esplicito all’esecuzione di un uomo che stava attraversando la città in bicicletta. La descrizione sembra corrispondere a una delle foto diffuse dai giornalisti che per primi hanno documentato l’orrore di Bucha.
Il materiale raccolto dall’intelligence tedesca (Bundesnachrichtendienst) individua come esecutori materiali delle atrocità i membri del Gruppo Wagner, una compagnia di mercenari assoldati dal governo russo alla quale sono state attribuite atrocità simili avvenute in Siria. Secondo alcuni testimoni, l’occupazione di Bucha è iniziata ad opera di soldati piuttosto giovani, che sono stati poi sostituiti da altri individui per mano dei quali si sono intensificati i soprusi ai danni dei più fragili.
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7 aprile 2022 (modifica il 7 aprile 2022 | 18:28)
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