Mattarella alla scuola magistrati di Scandicci: «Subito la riforma del Csm, prima del rinnovo»

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24 novembre 2021 – 14:51

Il presidente: «Le vicende registrate negli ultimi tempi nell’ambito della Magistratura non possono e non devono indebolire l’esercizio della «funzione giustizia»

«Le vicende registrate negli ultimi tempi nell’ambito della Magistratura non possono e non devono indebolire l’esercizio della «funzione giustizia» – essenziale per la coesione di una comunità – attività svolta quotidianamente, con serietà, impegno e dedizione, negli uffici giudiziari. Se così non fosse, ne risulterebbero conseguenze assai gravi per l’ordine sociale e nocumento per l’assetto democratico del Paese. Ma occorre un ritrovato rigore». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando alla Scuola superiore della Magistratura a Scandicci.

«Il dibattito sul sistema elettorale dei componenti del Csm deve ormai concludersi con una riforma che sappia sradicare accordi e prassi elusive di norme che, poste a tutela della competizione elettorale, sono state talvolta utilizzate per aggirare le finalità della legge. È indispensabile, quindi, che la riforma venga al più presto realizzata, tenendo conto dell’appuntamento ineludibile del prossimo rinnovo del Consiglio superiore. Non si può accettare il rischio di doverne indire le elezioni con vecchie regole e con sistemi ritenuti da ogni parte come insostenibili».

«La soggezione del giudice soltanto alla legge costituisce garanzia in questa direzione. Nella storia della Repubblica, la Magistratura ha avuto un ruolo significativo nell’accompagnare l’evoluzione della società, assicurando la tutela di diritti individuali, alle volte sollecitando il legislatore, anche attraverso l’attività ermeneutica, con il richiamo a principi e valori contenuti nella Costituzione. L’esercizio della giurisdizione è stato, sempre, influenzato dalle sensibilità del contesto storico-sociale. Pertanto oggi, ancor più che in passato, le decisioni della Magistratura devono essere «comprensibili e riconoscibili» e, per essere tali, vanno improntate ai canoni costituzionali della ragionevolezza e dell’equità, valori che devono guidare nel giudizio».

24 novembre 2021 | 14:51
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