Mattarella: bene le sanzioni, ma la guerra va fermata subito

di Marzio BredaIl conflitto «è un retrocedere della storia e della civiltà che mai avremmo immaginato possibile» «La storia non è magistra/ di niente che ci riguardi». Così scriveva sconsolato Eugenio Montale, in una poesia degli anni Sessanta. E così deve pensarla pure Sergio Mattarella oggi, dopo l’attacco scatenato dalla Federazione russa contro l’Ucraina. Infatti, dice: «È un retrocedere della storia e della civiltà che mai avremmo immaginato possibile in questo inizio di millennio, assistendo a vittime di ogni età, dai bambini agli anziani, a devastazioni di città e campagne, all’impoverimento del mondo…». Poi allarga le braccia, quasi per sottolineare la sua incredulità: «Non riusciamo neppure a trovarvi una motivazione razionale». Non solo. Quel conflitto, aggiunge, è tanto più incomprensibile in quanto è cominciato dopo il trauma planetario del Covid. «Si sperava, si pensava che l’emergenza della pandemia avesse fatto comprendere l’esigenza di ricercare la collaborazione per spingere tutti gli Stati a fronteggiare insieme i mali dell’umanità… Appariva logico. Sembrava anche possibile». Invece, ci ritroviamo davanti al «riesplodere di aggressivi egoismi nazionali, come non avveniva dall’Ottocento». Ma, per quanto incomprensibili e antistoriche ci sembrino le ragioni di chi aggredisce, non dobbiamo rassegnarci. «La pace è sempre doverosa e possibile», è la sua esortazione, mentre inaugura l’anno accademico dell’Università di Trieste, città-cerniera dove le sanguinose ferite del passato sono state superate grazie agli sforzi della diplomazia. Serve la pace, dunque. Da perseguire con qualsiasi mezzo. Anche con le sanzioni votate dal governo di Mario Draghi, almeno nella fase attuale. «Proprio per questo stiamo rispondendo con la dovuta solidarietà, con l’accoglienza dei profughi… e con misure economiche e finanziarie che indeboliscono chi vuole imporre con la violenza delle armi una guerra che, se non trovasse ostacoli, non si fermerebbe. Occorre fermarla ora, subito». Attraverso il dialogo e trattative per chiudere la guerra «immediatamente». Il timore del presidente della Repubblica è che, se non si metterà al più presto fine alle bombe e ai combattimenti con il ritiro delle forze di invasione, possa prodursi «una deriva angosciosa di conflitti che potrebbero non trovare limiti». 28 marzo 2022 (modifica il 28 marzo 2022 | 21:36) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-03-28 19:37:00, Il conflitto «è un retrocedere della storia e della civiltà che mai avremmo immaginato possibile», Marzio Breda

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