Matteo Bassetti: «Io ministro della Salute? Sono disponibile, serve un infettivologo»

di Adriana Logroscino

Bassetti, sondato da FdI e da Italia viva, valuta le opzioni: «Sono un liberale. Speranza? Ha fatto una riforma che è un disastro»

Matteo Bassetti, infettivologo e professore ordinario, in servizio al San Martino di Genova, è uno dei volti noti della lotta alla pandemia. Ed è finito nel mirino di chi, nel centrodestra e tra i renziani, è a caccia di personalità da proporre agli italiani nei collegi uninominali alle elezioni del 25 settembre. E lui? È tentato, anche se preferirebbe essere direttamente reclutato come ministro alla Salute.

Professor Bassetti, i politici la cercano.
«Ho molti rapporti con i politici, ritengo sia fisiologico considerato quel che è successo negli ultimi anni».

A parte i contatti fisiologici, lei da un impegno diretto in politica è tentato?
«Come ho detto a chi ha pensato a me, la mia disponibilità in questo momento è di offrire un aiuto in chiave tecnica. Sono convinto che questo Paese debba andare nella direzione del merito e delle competenze. Io sono a disposizione per quanto riguarda le mie».

Cioè è disponibile a essere il prossimo ministro della Salute?
«Certo. Credo che storicamente i ministri alla Salute che hanno lavorato meglio, siano stati dei medici: Elio Guzzanti, Girolamo Sirchia, Umberto Veronesi. Tanto più in questo momento, tra Covid e vaiolo delle scimmie, serve un tecnico. E un infettivologo a maggior ragione. Non c’è il tempo perché un politico arrivi e capisca come funziona il meccanismo, magari circondandosi di consulenti».

È un giudizio nei confronti del ministro uscente, Roberto Speranza, che tecnico non è?
«Beh, non sono per niente soddisfatto di come è stata gestita la sanità negli ultimi tre anni. Speranza ha fatto una riforma che è un disastro, una riforma populista che parte già fallita. Faccio un esempio: prevedere case di comunità con medici disponibili 24 ore su 24 quando i concorsi vanno deserti, vuol dire non avere idea di come va il sistema. È la dimostrazione della distanza che c’è tra chi governa la salute e chi lavora nella sanità. Serve un cambio radicale. Mi aspettavo che il presidente Draghi, persona che stimo naturalmente, provvedesse a sostituire Speranza già quando si è insediato a Palazzo Chigi».

I suoi sembrano propositi da candidato… Professore, lei di che aria politica è?
«Io sono un liberale».

Contattato però da FdI per queste elezioni.
«La questione specifica dei miei contatti preferisco resti riservata. Certo, se non condividere le posizioni di Speranza significa essere di centrodestra, allora sono di centrodestra. Non mi pare, però, che l’intero schieramento dell’attuale ministro ne abbia sempre condiviso le posizioni».

Ma insomma se le chiedessero di candidarsi alle elezioni, magari in un collegio, per poi proporla come ministro della Salute, lei lo farebbe?
«Vediamo. Io amo il mio lavoro, non ho interesse a lasciarlo per diventare senatore o deputato. Diciamo che preferirei essere chiamato come tecnico. Il ministero della Salute dovrebbe essere trattato come quello dell’Economia: prima si individua la competenza poi eventualmente l’area politica».

10 agosto 2022 (modifica il 10 agosto 2022 | 12:26)

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, 2022-08-10 12:59:00, Bassetti, sondato da FdI e da Italia viva, valuta le opzioni: «Sono un liberale. Speranza? Ha fatto una riforma che è un disastro», Adriana Logroscino

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