Maturità 2023, per molti studenti la Storia finisce con la seconda guerra mondiale. 4 su 10 hanno studiato autori fino alla prima metà del XX secolo

4 studenti su 10 dicono di essersi fermati in letteratura alla prima metà del XX secolo, se non addirittura prima. E la Storia sarebbe conclusa con la seconda guerra mondiale.

Sono alcuni spunti forniti dall’ultimo sondaggio di Skuola.net, che ha intervistato un campione di 1000 maturandi.

Per quanto riguarda la Letteratura Italiana meno di 1 studente su 3 riferisce di aver trattato tutti gli autori principali dello scorso secolo e contemporanei, e di aver avuto persino il tempo per ripassare i nomi più importanti. Circa 1 su 4 è invece arrivato al secondo ‘900. E, come accennato in apertura, 4 su 10 sono fermi alla prima metà del XX secolo.

Ma anche la Storia, a quanto pare, sembra essersi fermata un po’ troppo presto: appena un quarto dei maturandi (26%) ha parlato in classe degli avvenimenti più contemporanei. Una quota simile (27%) si è fermata intorno agli anni ’70 del Novecento.

Ma circa la metà degli intervenuti al sondaggio di Skuola.net non sono andati oltre la seconda guerra mondiale (47%).

E pur vero che alcuni insegnanti hanno aperto un dibattito almeno sui fatti di attualità per dare agli studenti l’opportunità, in caso di necessità, di svolgere una traccia di questo tipo in prima prova: il 36% degli intervistati conferma che i fatti contemporanei hanno fatto spesso capolino nelle lezioni, mentre il 42% si è dovuto accontentare di qualche stralcio. E poi c’è quel 22% che per approfondire cosa avviene nel mondo ha dovuto informarsi da sè.

Le materie di indirizzo, invece, hanno avuto sorte migliore: qui i docenti, per non mettere troppo in difficoltà i propri alunni, si sono dati da fare per affrontare più argomenti possibili. La missione si può dire compiuta per ben 3 maturandi su 4, che hanno praticamente esaurito la tabella di marcia ottimale per arrivare pronti dall’esame; in qualche caso hanno pure trovato il modo di ripassare le cose più utili per la prova. Ma non può essere taciuto il dato che vede il restante quarto (25%) essere andato fuori tempo massimo.

Trascurata, secondo il sondaggio, l’educazione civica: solo 1 studente su 3, tra quelli interpellati da Skuola.net, dice di averne parlato frequentemente durante l’anno, sviluppando molti argomenti; la platea più grande (49%) l’ha affrontata solo di sfuggita; il 19% sostiene di aver fatto poco o nulla.

Alla fine emerge che solo 1 su 4 proverà a presentarsi all’esame senza avere potenziali punti deboli. Circa 1 su 5, consapevole che non ce la può fare a seguire tutto, si soffermerà invece solamente sulle materie chiave. Il 38% già se che sarebbe un’impresa vana e, probabilmente, lascerà perdere in partenza.

E ancora: il 15% ha già rinunciato e si focalizzerà su quanto è stato effettivamente spiegato. Solo 4 su 10 hanno svolto in classe più di una simulazione di scritto di Italiano. Altrettanti hanno potuto prendere periodicamente le misure allo scritto “di indirizzo”. Per una quota simile (40%), in entrambi i casi, in tutto l’anno c’è stata solo un’opportunità per farlo. Circa 1 su 10 ha potuto mettersi alla prova solo con esercizi assegnati per casa. Un altro 10% non ha potuto fare neanche quello.

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