“Non intendiamo certo entrare nella polemica suscitata da questa scelta di Valditara, che ha provocato una risentita reazione dell’ex Ministro Bianchi, ma solo smentire alcune singolari affermazioni di quest’ultimo”.
Lo scrive Andrea Ragazzini, del Gruppo di Firenze, ovvero gli autori della lettera inviata a Patrizio Bianchi, ex Ministro dell’Istruzione, entrata a far parte delle tracce della prima prova della maturità 2023.
Come sappiamo, su questa traccia si è aperto un dibattito molto ampio nelle scorse ore, con il diretto interessato, Patrizio Bianchi, irritato per la questione. Successivamente è intervenuto l’attuale capo di Viale Trastevere, Giuseppe Valditara, affermando che il tutto sarebbe chiarito.
Il Gruppo di Firenze, tuttavia, ha voluto mettere i punti sulle i alle dichiarazioni di Bianchi, il quale ha dichiarato: “Trovo inaudito che si faccia commentare ai ragazzi un testo che non si sa chi ha scritto, genericamente inviato [?] nel dicembre del 2021…”.
“La lettera – scrive il Gruppo di Firenze – aveva in calce il logo e il nome del Gruppo promotore e soprattutto, come in tutti gli appelli, i firmatari – tutt’altro che sconosciuti – facendola propria ne sono diventati i coautori”.
“Inoltre l’appello non era nato ‘sul sentito dire, ma da notizie precise riportate da vari organi di informazione“, aggiunge.
Infine, “Bianchi sostiene poi che ‘siamo stati noi a ripristinare gli esami scritti’. È ben vero che il Ministro ‘ripristinò’ l’esame scritto, ma dopo quella lettera e senza dubbio grazie alla sua spinta“, conclude la lettera Ragazzini.
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