Conto alla rovescia iniziato per la maturità 2023, durante il suo intervento sul Sole 24 Ore, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha delineato un nuovo approccio all’esame di Stato.
In un periodo segnato dalla pandemia di Covid-19, Valditara ha indicato l’esame come una sorta di rito di passaggio per la “generazione Covid” degli studenti.
Valditara ha descritto l’esame come un ritorno alla normalità dopo tre anni di difficoltà, ma anche come una rivoluzione. Questa dualità si riflette nelle regole introdotte nel 2017, che verranno applicate, ma con una nuova interpretazione. L’esame non deve essere un altro incubo per gli studenti, ma un punto d’incontro: un finale con gli insegnanti che li hanno accompagnati per anni e un inizio per la nuova vita che li aspetta.
Il ministro ha enfatizzato la particolare attenzione che sarà data agli studenti più fragili, con disabilità o con bisogni educativi speciali. L’esame orale non sarà una somma di interrogazioni su singole discipline, ma un colloquio in cui conta la comprensione di quanto è stato assimilato nell’ultimo anno di scuola, il metodo e gli interessi acquisiti durante il percorso scolastico.
Valditara ha poi delineato la sua visione della scuola come un luogo che valorizza la crescita individuale e la capacità di relazione con gli altri. Una scuola che spinge i talenti a emergere, incoraggia lo sviluppo delle propensioni degli studenti durante il loro percorso scolastico e nelle esperienze culturali, di volontariato, di educazione civica e nelle attività sportive. Insomma, una scuola dell’entusiasmo e del coinvolgimento.
L’esame di Stato 2023
L’esame di Stato secondaria II grado per l’anno scolastico 2022/23 prevede due prove scritte a carattere nazionale, predisposte cioè dal Ministero, e un colloquio.
Ci saranno commissari interni ed esterni.
Le prove Invalsi tornano dunque a essere requisito di ammissione, ma non sono previste connessioni fra risultati delle prove Invalsi ed esiti dell’esame di Stato.
La prima prova scritta
La prima prova scritta accerta sia la padronanza della lingua italiana (o della diversa lingua nella quale avviene l’insegnamento) sia le capacità espressive, logico-linguistiche e critiche degli studenti.
La prova si svolgerà mercoledì 21 giugno 2023 alle 8:30 con modalità identiche in tutti gli istituti e ha una durata massima di 6 ore.
I candidati possono scegliere tra tipologie e tematiche diverse: il Ministero mette a disposizione per tutti gli indirizzi di studio sette tracce che fanno riferimento agli ambiti artistico, letterario, storico, filosofico, scientifico, tecnologico, economico, sociale. Gli studenti potranno scegliere, tra le sette tracce, quella che pensano sia più adatta alla loro preparazione e ai loro interessi.
Per gli studenti con disabilità possibili prove alternative o tempi più lunghi per le prove scritte
La seconda prova scritta
La seconda prova riguarda una o più delle discipline che caratterizzano il corso di studi. Negli istituti professionali di nuovo ordinamento, invece, la prova verte su competenze e nuclei tematici fondamentali di indirizzo e non su discipline.
Da ricordare che da quest’anno torna ad essere una prova nazionale (mentre lo scorso anno le tracce erano state elaborate dalle singole commissioni d’esame).
Il Ministero, con un apposito decreto, ha definito le discipline oggetto di questa seconda prova.
A titolo di esempio, il decreto pubblicato pochi giorni fa dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, prevede latino al Liceo classico, Matematica al Liceo scientifico, Economia Aziendale per gli Istituti tecnici del Settore economico indirizzo “Amministrazione, Finanza e Marketing”, Progettazione, costruzioni e impianti per l’indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territorio”.
Per conoscere le discipline oggetto della seconda prova e quelle affidate ai commissari esterni è disponibile un apposito motore di ricerca.
Il colloquio
Dopo le prove scritte gli studenti dovranno affrontare la prova orale, che sarà un colloquio riguardante anche l’insegnamento trasversale dell’educazione civica.
Il Ministero ricorda che si tratta di un colloquio in chiave multi e interdisciplinare: in poche parole, la commissione valuta sia la capacità del candidato di cogliere i collegamenti tra le conoscenze acquisite sia il profilo educativo, culturale e professionale dello studente.
La retribuzione dei docenti della Commissione
Al momento le cifre rimangono quelle stabilite con decreto del 2007.
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