Maturità, con il suo ricorso ha costretto i compagni a ripetere lorale: lei chiude con lo stesso voto ottenuto a luglio

Si è finalmente concluso il caso che ha visto coinvolti gli studenti del liceo linguistico scientifico Galilei di Spadafora (Messina), costretti a ripetere l’esame di maturità a seguito del ricorso di una loro compagna. Nonostante il coinvolgimento di commissioni diverse, il voto della studentessa ricorrente è rimasto invariato.

Il ricorso aveva sollevato questioni sulla legittimità del processo di esame. La famiglia dell’alunna, assistita dall’avvocato Maria Chiara Sgrò, aveva contestato il modo in cui era stato gestito l’esame orale, evidenziando un trattamento iniquo rispetto ai compagni di classe. La studentessa, già promossa nella prima sessione di esami, aveva presentato ricorso perché il voto ottenuto non rifletteva adeguatamente il suo percorso scolastico.

La decisione del Tar di far ripetere l’esame ha seguito la constatazione di irregolarità da parte dell’Ufficio scolastico regionale della Sicilia. Gli studenti della Quinta A hanno quindi dovuto affrontare nuovamente la prova, generando un clima di tensione e aspettative.

Del caso si era interessato il ministero dell’Istruzione e del Merito che, come ha detto il ministro Giuseppe Valditara, “aveva già fatto tutte le sue verifiche” e che “aveva già affrontato il tema”.

A chiudere è stata la studentessa la cui famiglia aveva presentato il reclamo dopo gli esiti finali della maturità: promossa, ma con un voto che, secondo il ricorso, non rispecchiava il percorso scolastico e perché sfavorita rispetto agli altri nove compagni di classe.

“L’esame orale – ricostruisce il legale della famiglia della studentessa, l’avvocato Maria Chiara Sgrò – era stato illegittimamente concordato con il commissario interno: avrebbero saputo con giorni di anticipo gli argomenti di inizio esame ed è, invece, avvenuto che solo alla mia assistita è stato richiesto dalla commissione un argomento di inizio esame difforme rispetto a quanto concordato con lo stesso commissario interno”.

Secondo il legale “l’inaspettata sorpresa ha provocato il disorientamento della giovane, che ha generato una prolungata crisi emotiva, compromettendo lo svolgimento della prova orale, con conseguente valutazione gravemente insufficiente e inevitabile incidenza sul voto finale che le era stato attribuito”.

L’avvocato Sgrò smentisce anche la ragazza “avesse un curriculum mediocre, come da qualche controinteressato falsamente affermato ai Tg, avendo una media di presentazione pari a 7,46/10, oltre 33 crediti maturati nel corso del triennio” e “aveva già ottenuto buoni voti negli scritti dell’esame di italiano e di inglese”. E i ritardi nella ripetizione degli esami, aggiunge, sono dovuti “al ricorso al Tar presentato dagli altri studenti”.

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