Il Ministro Valditara ha pochi giorni fa firmato l’ordinanza che semplifica le prove degli esami di stato in programma nei territori colpiti dall’alluvione le scorse settimane. Tuttavia, un gruppo di studenti non è d’accordo, lanciando una petizione per ripristinare la formula originaria della maturità.
“Noi, studenti del quinto anno degli istituti secondari di secondo grado, delle città della Romagna colpite dall’alluvione del maggio 2023, abbiamo appreso con preoccupazione e contrarietà la decisione del Ministro Valditara, di cancellare le due prove scritte dell’Esame di Stato e di lasciare solo una prova orale“, scrivono gli studenti.
“Riteniamo che questo provvedimento, per quanto dettato dalle migliori intenzioni di aiutare gli studenti di aree così duramente colpite, sia in realtà lesivo dei nostri interessi e rischi di inficiare il lavoro di un intero anno scolastico“, proseguono.
In particolare, i maturandi spiegano i motivi per cui si oppongono all’ordinanza:
Prima di tutto, “l’emergenza meteorologica è stata limitata alle sole ultime settimane dell’anno scolastico e quindi non ha significativamente impattato sulla preparazione degli studenti, che hanno impostato l’intero lavoro sulla preparazione delle tre prove. In questo modo, invece, ci troveremmo a giocare una buona percentuale del voto finale su una sola prova“.
In seconda battuta, “gli scritti sono un banco di prova essenziale per valutare le competenze linguistiche, la capacità di analisi, sintesi e organizzazione logica degli studenti. In particolare, la seconda prova degli esami di Stato offre agli studenti l’opportunità di dimostrare le conoscenze e le abilità acquisite durante l’anno scolastico, relative alla materia caratterizzante del loro ciclo di studi. In molti casi, si tratta di discipline a forte vocazione pratica, della quale il solo colloquio orale è inadatto a dimostrare a tutto tondo la preparazione“.
Inoltre, “un esame articolato su tre prove, permette una valutazione più oggettiva e imparziale, perché ciascuno studente può mettere in campo competenze e abilità diverse, opportunità che invece il solo colloquio orale limita fortemente“.
“Infine riteniamo che, alla conclusione del ciclo degli studi superiori, noi studenti abbiamo il diritto di dimostrare il nostro valore con un Esame di Stato finalmente tornato alla normalità.
Dopo l’emergenza del Covid, che per più di due anni ci ha privato del contatto, della scuola intesa anche come “comunità”, di ogni aspetto relazionale dell’essere studenti, quest’anno finalmente abbiamo potuto vivere un ritorno pieno alla normalità, di cui l’Esame di Stato era uno dei simboli più evidenti.
Questo provvedimento, per quanto pensato per agevolarci, ci ripiomba in qualche modo a quei giorni di privazioni e di anormalità e, in questo caso, senza una reale emergenza“, aggiungono gli studenti, che chiudono: “Spettabile Ministro, ci lasci godere a pieno di questa ultima prova, a chiusura di un ciclo, senza limitazioni e senza agevolazioni di cui non abbiamo bisogno! Per noi, esso costituisce un traguardo fondamentale per il nostro percorso di crescita e maturazione, e vogliamo che tale resti, con tutte le sue caratteristiche, così come è stato per generazioni di studenti. Chiediamo pertanto il ripristino, anche per le scuole della Romagna, dell’Esame di Stato con i suoi scritti“.
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