Maxi blitz nel Cosentino, le cosche di ‘ndrangheta gestivano affari e attività illecite facendo sistema comune

Associazione di tipo ‘ndranghetistico, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti aggravato dalle modalità e finalità mafiose, associazione a delinquere finalizzata a commettere delitti inerenti all’organizzazione illecita dell’attività di giochi – anche d’azzardo – e di scommesse, delitti di riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di beni e valori, nonché in ordine ad altri numerosi delitti, anche aggravati dalle modalità e finalità mafiose. Sono alcuni dei reati contestati a vario titolo nell’ambito dell’operazione, coordinata dalla Dda di Catanzaro, ed eseguita nelle prime ore della mattinata a Cosenza ed in altri centri del territorio nazional da Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza nei confronti di 202 indagati di cui 139 destinatari di custodia cautelare in carcere, 50 di arresti domiciliari, 12 di obbligo di dimora, e una della misura interdittiva dello svolgimento di attività professionale. Fra i destinatari dei provvedimenti il sindaco di Rende e presidente dell’Anci Calabria Marcello Manna, vicino al centrodestra ma sostenuto da diverse liste civiche alle ultime elezioni, l’assessore comunale di Rende Pino Munno, e l’assessore alla manutenzione e al decoro urbano del Comune di Cosenza, Francesco De Cicco, componente di una giunta di centrosinistra, tutti ai domiciliari, oltre che professionisti e imprenditori. Per Manna l’accusa è di corruzione elettorale in riferimento alle elezioni comunali del 2019. L’attività degli inquirenti si è soffermata sui due principali gruppi, il “clan degli italiani” (Patitucci-Porcaro, Presta, Di Puppo-D’Ambrosio) e quello degli “zingari”, i cui assetti si sarebbero rideterminati in seguito a contrasti e operazioni giudiziarie. L’inchiesta avrebbe messo a fuoco la struttura e il modus operandi di una delle articolazioni criminali dedite al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti di vario genere, nel quadro di quello che viene ipotizzato come il “Sistema” che governa tutti i rapporti tra i vari sottogruppi criminali della città di Cosenza e del suo hinterland. Diverse le attività illecite contestate: dal concorso esterno in associazione mafiosa, a condotte estorsive, concorrenza illecita, rapina, tentato omicidio, lesioni aggravate, reati in materia di armi, usura, con delitti di estorsione per la riscossione delle rate del credito usurario; esercizio abusivo l’attività finanziaria, utilizzo da parte di detenuti di dispositivi cellulari in carcere, scambio elettorale politico-mafioso ipotizzato con riguardo ad una competizione elettorale amministrativa; truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche con riguardo a iniziative imprenditoriali, reati contro la pubblica amministrazione (turbata libertà degli incanti, corruzione, violenza o minaccia a pubblico ufficiale), violenza o minaccia per costringere alla commissione del reato di falsa testimonianza, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, autoriciclaggio, reimpiego di proventi illeciti, ricettazione, detenzione e cessione di sostanza stupefacente del tipo marijuana, hashish, eroina e cocaina. Ma il business più remunerativo era di certo quello dei finanziamenti e appalti pubblici. Le mani della federazione erano protese anche verso affari lucrosi come la gestione di finanziamenti pubblici, ottenuti grazie ai rapporti con politica e colletti bianchi. Soggetti indispensabili per costruire una rete di prestanome insospettabili, per gestire le attività ufficialmente pulite. Fra le più importanti, gli investimenti in complessi turistici sulla costa tirrenica sviluppati insieme al clan Muto, egemone nella zona di Cetraro. Fra le attività emerse, l’organizzazione di giochi d’azzardo e di scommesse clandestine; il riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di beni e valori con riferimento alla commistione illecita tra gli interessi di imprenditori del settore e quelli della locale criminalità organizzata per la quale il settore del “Gaming” sarebbe estremamente redditizio. , 2022-09-01 15:31:00, Associazione di tipo ‘ndranghetistico, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti aggravato dalle modalità e finalità mafiose, associazione a delinquere finalizzata a commettere delitti inerenti all’organizzazione illecita dell’attività di giochi – anche d’azzardo – e di scommesse, delitti di riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di beni e valori, nonché in ordine ad altri […]
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