di Viviana Mazza, nostra corrispondente a New York
Lo hanno definito il peggiore alligatore della palude di Washington e il Lebron James delle lobby politiche. Ma alla fine hanno ceduto: c’ chi ipotizza siano state le telefonate di Trump a convincerli
Il 6 gennaio stata una notte difficile per Kevin McCarthy, ma si conclusa con il risultato che ha inseguito con fermezza per gli ultimi quattro giorni e che ha costruito per circa dieci anni. Spero che una cosa sia chiara dopo questa settimana, ha detto nel suo discorso all’1:15 del mattino. Io non mollo mai.
Poco dopo la mezzanotte, il deputato della California stato nominato speaker della Camera grazie alla decisione degli ultimi sei ribelli di votare presente anzich per un candidato alternativo, abbassando cos la soglia necessaria per la vittoria (serve la maggioranza di coloro che hanno espresso una preferenza per un candidato). Durante la giornata di venerd, il deputato californiano era stato in grado di persuadere 14 dei 20 ribelli del partito a scegliere lui, dopo le 11 votazioni fallimentari dei tre giorni precedenti.
McCarthy aveva detto ai giornalisti di essere sicuro di avere i numeri per chiudere una volta per tutte la partita, quando alle dieci di sera ha affrontato la 14esima votazione. Ma ancora una volta aveva fallito: quattro conservatori avevano votato per candidati alternativi mentre Lauren Boebert del Colorado e Matt Gaetz della Florida (dopo averlo definito il peggiore alligatore della palude di Washington e il Lebron James delle lobby politiche) avevano ceduto votando presente. Questo non era sufficiente. Lo scambio successivo tra McCarthy e Gaetz, che sedeva accanto a Lauren Boebert, ripreso dalle telecamere del Congresso stato l’unico momento in cui il deputato della California apparso arrabbiato in questi quattro giorni. Altri colleghi hanno dovuto fisicamente trattenere Mike Rogers dell’Alabama, che diventer presidente della Commissione Forze Armate, dall’attaccare il collega della Florida: Non me lo dimenticher Matt, ha gridato. Restate civili! ha protestato qualcuno dei colleghi. Ma pochi minuti dopo, durante una mozione per aggiornare la seduta, Gaetz si avvicinato a McCarthy per comunicargli qualcosa. Alla fine, non stato Gaetz a cambiare il suo voto, ma Andy Biggs e Eli Crane dell’Arizona, Bob Good della Virginia (che in un articolo sul New York Times aveva detto che non avrebbe ceduto), Matt Rosendale del Montana hanno votato presente al 15esimo tentativo, quello decisivo.
C’ chi ipotizza che siano state le telefonate di Donald Trump nel corso dell’ultima giornata a convincere il gruppo a mollare, ma altri sostengono che se cos fosse sarebbe accaduto molto prima. Per vincere McCarthy ha accettato molte richieste che, nei mesi scorsi, quando pensava di avere una maggioranza repubblicana pi solida aveva ignorato, ma le elezioni di miterm gli hanno consegnato una Camera con 222 repubblicani e 212 democratici, aumentando il pes dell’estrema destra riunita nel cosiddetto Freedom Caucus. Le concessioni includerebbero: abbassare a un solo deputato la soglia necessaria per convocare un voto di fiducia sullo speaker (le regole erano state cambiate da Pelosi, richiedendo la maggioranza del partito); dare all’estrema destra poltrone in varie commissioni tra cui almeno 3 su 9 nella Rules Committee, che decide quali proposte di legge e in quale forma vengono votate; l’impegno a non finanziare candidati moderati contro altri pi conservatori nelle primarie repubblicane. I critici dicono che questo ridurr il potere dello speaker e sar pi facile rovesciarlo, e vedono nel caos di questi giorni una anticipazione delle future battaglie sul bilancio e il tetto del debito. Un motivo della rabbia contro McCarthy, infatti, sono gli accordi bipartisan per la spesa federale. Chi pazzo abbastanza da voler diventare speaker a queste condizioni? chiedeva il Wall Street Journal nei giorni scorsi. In un altro editoriale il quotidiano conservatore sottolinea che le concessioni potrebbero essere fatali anche per il budget per la difesa. Caos lo definiscono i democratici, democrazia la chiamano i repubblicani. Nella destra, anche tra coloro che nei primi giorni erano stati critici, si notato un riallineamento e un cambio di tono su Fox News: molti ritengono ora che sia stato positivo dibattere per giorni, come non succedeva da 100 anni, per scegliere lo speaker, poich il dibattito fa parte della democrazia e produrr cambiamenti positivi nelle regole e nelle commissioni della Camera. Di certo due anni dopo il 6 gennaio, l’estrema destra pi viva che mai.
7 gennaio 2023 (modifica il 7 gennaio 2023 | 08:37)
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