Medicina, 33 mila firme contro il numero chiuso. I rettori: Senza test crollo della qualità dei corsi

di Gianna Fregonara e Orsola Riva

La risposta del presidente della Crui a una petizione per l’abolizione del numero chiuso che ha fatto in 48 ore oltre 30 mila firme: L’accesso generalizzato porterebbe a un crollo della qualit dei corsi

Non c’ pace per il test di Medicina. A ogni nuova tornata fioccano i ricorsi (dei bocciati) contro presunte irregolarit. E riprende fiato il dibattito su numero chiuso s o no. Questa volta, oltre alle contestazioni di rito , si aggiunta anche una petizione che in poco pi di 48 ore ha raccolto quasi 33mila firme, spingendo il presidente della Conferenza dei rettori italiani Salvatore Cuzzocrea a una ferma presa di posizione. Le universit hanno gi fatto uno sforzo incredibile per estendere i numeri di coloro che ogni anno accedono ai corsi di laurea in Medicina – ha detto Cuzzocrea – cos da preservare, in primo luogo, la qualit della formazione di chi domani dovr occuparsi della salute dei cittadini. In secondo luogo, per garantire validit europea ai titoli italiani. Cuzzocrea, da medico, fa presente che grazie all’interlocuzione della CRUI e agli interventi economici del governo un’apertura tarata sulle necessit del sistema sanitario gi in atto: nei prossimi 7 anni i posti cresceranno infatti di 30mila unit. Gi per quest’anno i posti a disposizione sono in tutto quasi ventimila: circa 4 mila in pi dell’anno scorso. Immaginare un accesso generalizzato – ha concluso Cuzzocrea – significa programmare di fatto un drastico crollo dell’indiscussa qualit dei corsi che in Italia formano medici e chirurghi, e minare il riconoscimento europeo della laurea stessa.

Nell’appello lanciato su Change.org dal Comitato per l’abolizione del numero chiuso a Medicina e rivolto al ministro dell’Universit e Ricerca Anna Maria Bernini si fa esplicito riferimento alla nuova versione dei test che dalla primavera scorsa si possono sostenere pi volte in modalit Tolc (acronimo per Test Online Cisia): le domande non sono pi uguali per tutti ma vengono selezionate automaticamente e casualmente dal database Cisia. Proprio questo meccanismo all’origine del ricorso presentato qualche settimana da uno studio legale di Roma: la possibile ricorrenza di domande uguali in sessioni diverse sarebbe al’origine di una autentica compravendita di domande da parte di singoli studenti e centri privati specializzati nella formazione (a pagamento) degli aspiranti camici bianchi. Di qui il doppio ricorso: sia in sede penale che al Tar del Lazio. La situazione attuale – scritto nella petizione – ci impone di affrontare con urgenza la questione del numero chiuso e del sistema d’accesso a Medicina che, a causa delle vicende dell’ultima sessione di Tolc, ha invaso le pagine dei principali quotidiani italiani. innegabile che l’Italia stia affrontando una delle pi gravi situazioni in ambito sanitario e assistenziale: la carenza di medici ormai cronica, spiegano i promotori. Noi riteniamo che sia giunto il momento che la politica, a partire da Lei signora Ministro, debba prendersi le sue responsabilit – prosegue il testo della petizione – e rivedere profondamente il sistema d’accesso alla formazione medica considerando improcrastinabile l’abolizione del numero chiuso. Alla luce anche dell’ultima sciagurata sessione del Tolc, diverse Regioni, come la Campania, l’Emilia Romagna e il Veneto stanno lavorando per eliminare il numero chiuso, con proposte di legge e Ddl regionali. Serve una riforma vera, e serve adesso, conclude la petizione. La petizione ha incontrato anche la ferma contrariet dell’Ordine dei medici. un’iniziativa che non ci convince nel metodo n, tantomeno, nel merito — precisa il presidente Fnomceo, Filippo Anelli —. Nel metodo perch non certo attraverso una petizione on line che si pu decidere una riforma cruciale e con ricadute sull’intera societ come quella della formazione dei medici. Nel merito, far saltare, tout court e senza correttivi, il numero programmato significherebbe, come pi volte rimarcato, consentire a tutti di poter accedere a Medicina, senza salvaguardare la qualit della formazione, che oggi il mondo ci invidia. Significherebbe – prosegue Anelli – non poter garantire a tutti i laureati una borsa di specializzazione, ricreando quell’imbuto formativo che ha tenuto prigioniere intere leve di medici. Significherebbe, alla fine della filiera, trovarci con pi medici di quanti siano necessari per il buon andamento del Servizio sanitario nazionale.

28 settembre 2023 (modifica il 28 settembre 2023 | 18:29)

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