Meloni avverte gli alleati: adesso basta con l’asilo infantile

di Marco CremonesiLa presidente di Fratelli d’Italia: «Le bufere non si affrontano dicendo: io sono più brava». La telefonata con Salvini «Basta con l’asilo». Giorgia Meloni è un po’ seccata, e c’è da capirla. In effetti, a Milano ha messo in piedi un mastodontico laboratorio programmatico con migliaia di delegati e uno sforzo organizzativo non indifferente. Ma i cronisti le chiedono soltanto: «Salvini viene?». Salvini non viene. O meglio: non ieri. Lo farà probabilmente oggi, il giorno in cui Meloni chiuderà la tre giorni di Fratelli d’Italia con un discorso che affronterà il tema del centrodestra, fin qui sotto traccia: i due leader ieri sera si sono sentiti. Ma il sentiment della platea lo esprime bene Guido Crosetto: «A chi dice che se Giorgia Meloni avrà un voto in più non potrà ambire a fare il premier, a me qualche effetto lo fa… Sono coloro che hanno eletto Conte a presidente del Consiglio». La leadership L’argomento leadership, però, urta profondamente Giorgia Meloni: «Il tema del capo, del “sono più brava”, non è roba che fa per me». Anche se ricorda di aver fondato un partito «che, alle prime elezioni, aveva lo 0,95%», per dire che «non si deve avere paura del recinto che gli altri hanno costruito per te». Ma quello che le interessa è «dimostrare che c’è un partito saldamente ancorato nel centrodestra e che in un momento di estrema difficoltà ha delle risposte». Perché «noi siamo in mezzo a una bufera e le bufere non le affronti dicendo “io sono più brava di te”, quello si fa all’asilo». Poi, certo, la cortesia è dovuta: «Se passasse a salutare sarebbe carino». Il punto è: «Vogliamo fare un lavoro molto serio, poi porteremo questo contributo al tavolo della coalizione per fare la sintesi…». A migliorare il clima, anche il caso Sicilia: il sospirato accordo sul candidato sindaco di Palermo potrebbe arrivare a ore su Roberto Lagalla, civico già sostenuto da Udc e FdI. Anche se nel partito molti sono di umore diverso. Anche per la nota di Matteo Salvini del pomeriggio: «Appello della Lega a tutto il centrodestra, a cominciare da Meloni e Berlusconi: portiamo all’approvazione del Parlamento una storica e generale operazione di Pace Fiscale». C’è chi sbuffa: «Vedremo la settimana prossima con il presidenzialismo che arriva in aula». Nel partito nessuno dimentica che in commissione la proposta di FdI era stata respinta a causa dell’assenza di due parlamentari, uno leghista e uno azzurro. Le attenzioni Ma Meloni vola alto, consapevole della svolta di credibilità certificata dalla convention. Lo dimostra anche un termometro sensibile come la Rai. Il Foglio rivela che al Sanctuary, locale di Milano, l’altra sera era presente un gruppo di importanti dirigenti Rai, oltre al direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano. Ma il clima si misura nella grande hall del Mico: l’imprenditore Alberto Zoppas chiacchiera con il procuratore Alberto Nordio, l’ambasciatore Sergio Pontecorvo con Marcello Pera, Jody Brugola della dinastia delle chiavi esagonali guarda i militanti che chiedono un selfie a Giulio Tremonti. Daniela Santanché, responsabile del partito in Lombardia è di umore scintillante: «È il successo di Giorgia e di FdI, una destra che non spaventa ma unisce idee e persone». A percorrere la passerella da sfilate che è il palco (in fondo, la convention è nella città della Fashion week) ci sono personalità non scontate. Il professor Luca Ricolfi si professa «dichiaratamente di sinistra» ma ammette che «alcune delle migliori idee della sinistra oggi paradossalmente si trovano a destra: l’esempio clamoroso è quello sulla libertà di espressione e contro la censura». Prima di proporre, per la scuola, «l’abolizione delle bocciature». 30 aprile 2022 (modifica il 30 aprile 2022 | 22:56) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-30 20:57:00, La presidente di Fratelli d’Italia: «Le bufere non si affrontano dicendo: io sono più brava». La telefonata con Salvini, Marco Cremonesi

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